Per alcuni giorni di seguito il Vangelo della Messa ha riportato sempre dei miracoli di Gesù. Mi veniva da pensare che proprio dei miracoli abbiamo bisogno.
L’uomo può essere guarito di dentro e può essere risanato definitivamente nel corpo solo da un miracolo di Dio.
Che cos’è una conversione interiore se non un miracolo?
Che cos’è la resurrezione dei morti che aspettiamo se non un miracolo?
Le durezze umane, l’oscurità del cuore, i pregiudizi, gli egoismi, il dolore profondo che avvolge le anime e consuma i corpi da chi possono essere risanati se non da Dio?
In fondo tutta la storia biblica è un miracolo continuo di Dio.
Il Vangelo è il miracolo della grazia che illumina, riconcilia e converte, è il miracolo della tenerezza di Gesù che rimette in piedi gli zoppi, i ciechi, i lebbrosi, i morti, gli uomini sfigurati dall’abbrutimento del peccato e dagli attacchi di satana.
Bisogna chiederli questi miracoli, bisogna esserne convinti, bisogna contare su di essi e non sulle nostre piccole esili risorse. A volte invece lasciamo a Dio le briciole e ci facciamo carico di cose troppo grandi per noi.
C’è bisogno di miracoli in Turchia, in Medio Oriente, in Europa. Debbo lasciare più spazio di manovra a Dio, alla sua Parola e alla sua Grazia perché possa compierli. Dobbiamo avere la fiducia degli umili e dei semplici, o quella dei disperati e degli afflitti.
(Don Andrea Santoro, Essere gli uni per gli altri).
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