che passa attraverso i segni dei chiodi.
Non ce n’è un’altra.
Noi cristiani abbiamo fretta di vedere i segni della Pasqua del Signore,
e quasi gli muoviamo rimprovero di ogni indugio, che fa parte del mistero della Redenzione.
I non-cristiani hanno fretta di vedere i segni della nostra Pasqua,
che aiutano a capire i segni della Pasqua del Signore.
Un sepolcro imbiancato, che di fuori appare lucente,
ma dentro è pieno di marciume, non è un sepolcro glorioso.
Chi mette insieme pesanti fardelli per caricarli sulle spalle degli altri,
senza smuoverli nemmeno con un dito,
è fuori della Pasqua.
Chi fa le sue opere per richiamare l’attenzione della gente,
invitando stampa e televisione,
non vede la Pasqua.
Chi chiude il Regno dei Cieli in faccia agli uomini per mancanza di misericordia,
non sente la Pasqua.
Chi paga le piccole decime e trascura la giustizia, la misericordia e la fedeltà,
rinnega la Pasqua.
Chi lava il piatto dall’esterno, mentre dentro è pieno di rapina e d’intemperanza,
non fa posto alla Pasqua.
Oggi è Pasqua, anche se noi non siamo anime pasquali:
il sepolcro si spalanca ugualmente,
e l’alleluia della vita esulta perfino nell’aria e nei campi;
ma chi sulle strade dell’uomo, questa mattina,
sa camminargli accanto e, lungo il cammino, risollevargli il cuore?
Una cristianità che s’incanta dietro memorie
e che ripete, senza spasimo, gesti e parole divine,
e a cui l’alleluia è soltanto un rito
e non ha trasfigurante irradiazione della fede e della gioia nella vita che vince il male e la morte dell'uomo,
come può comunicare i segni della Pasqua? .
(Primo Mazzolari, La Pasqua).
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