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sabato 20 luglio 2013
Un uomo umile può fare grandi cose con una perfezione non comune, perché non bada più alle cose accidentali, come il suo interesse e la sua reputazione, e quindi non ha più bisogno di consumare i suoi sforzi per difenderle.
Thomas Merton in Semi di contemplazione
così conclude il cap. 25. Umiltà contro disperazione
...Vi è pericolo che
nei monasteri ci si sottoponga a così difficili sforzi,
per essere umili di quell’umiltà che si è appresa da un libro,
da rendere impossibile la vera umiltà.
Come puoi essere umile se fai sempre attenzione a te stesso?
La vera umiltà esclude la coscienza di sé,
ma la falsa umiltà intensifica la consapevolezza di noi stessi
al punto da irrigidirci,
da non lasciarci più compiere movimento
od eseguire azione senza mettere in moto
un complesso meccanismo di apologie e di formule d’autoaccusa.
Se tu fossi davvero umile non baderesti affatto a te stesso.
E perché dovresti badare a te?
Tu porresti solo mente a Dio,
alla Sua volontà,
all’ordine obiettivo delle cose e
dei valori quali essi sono,
non quali il tuo egoismo vuole che siano.
Di conseguenza non avresti più illusioni da difendere.
I tuoi movimenti sarebbero liberi.
Non avresti più bisogno di impastoiarti in una serie di scuse
che in realtà sono costruite soltanto
per difenderti dall’accusa di orgoglio —
quasi la tua umiltà dipendesse da ciò
che gli altri pensano di te!
Un uomo umile può fare grandi cose
con una perfezione non comune, perché
non bada più alle cose accidentali,
come il suo interesse e la sua reputazione, e
quindi non ha più bisogno di consumare i suoi sforzi per difenderle.
Giacché un uomo simile non ha paura dell’insuccesso.
Non ha paura di nulla, nemmeno di se stesso,
perché la perfetta umiltà implica una perfetta fiducia nella potenza di Dio,
dinanzi al Quale nessun potere umano ha significato e
per il Quale tutto questo non costituisce un ostacolo.
L’umiltà è il segno più sicuro di forza.
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