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giovedì 17 ottobre 2013

avere intima e sincera compassione dei peccatori, e questa è la virtù principale


0 Signore, mantieni il tuo favore,
custodisci il tuo dono,
che hai voluto fare a chi cercava perfino di sottrarsene.
Sapevo, infatti, che non ero degno di essere chiamato vescovo,
poiché mi ero dato in balìa di questo mondo.
Ma "per la tua grazia sono quello che sono",
e, in realtà, sono I' "infimo" di tutti í vescovi,
e il meno meritevole di tutti;
tuttavia, poiché anch'io ho affrontato qualche fatica per la tua santa Chiesa,
prenditi cura di questo acquisto,
e non lasciare che perisca, ormai sacerdote,
colui che, già perduto,
hai chiamato al sacerdozio;
e hai fatto questo soprattutto
perché io imparassi ad avere intima e sincera compassione dei peccatori,
e questa è la virtù principale,
poiché sta scritto:
'E non ti rallegrerai per i figli di Giuda nel giorno della loro rovina,
e non spalancherai la tua bocca nel giorno della loro sventura",
ma, tutte le volte che si parlasse del peccato di qualche caduto,
io ne provassi pietà e non lo trattassi duramente,
ma lo compatissi, scoppiando in lacrime;
così, mentre piango per un altro, piangessí su di me,
dicendo: "Tamar è più giusta di me" ».
Sant'Ambrogio

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