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domenica 5 maggio 2013

focalizzare la ragione per la quale la parola di Dio non venga attuata, anche dopo essere stata ascoltata, compresa e gustata nella bellezza delle sue indicazioni.


Un piccolo commento ad una frase del vangelo di oggi.

Se uno mi ama osserverà la mia parola […]. Chi non mi ama, non osserva le mie parole”. 
Dal punto di vista letterario, si tratta di un evidente parallelismo antitetico. Il suo messaggio, però, intende focalizzare la ragione per la quale la parola di Dio non venga attuata, anche dopo essere stata ascoltata, compresa e gustata nella bellezza delle sue indicazioni.
La risposta è molto semplice: 
la motivazione dell’ubbidienza alla Parola sta tutta nel grado di amore che si ha verso Dio. Infatti, la disponibilità ad accettare la fatica e la sofferenza che comporta l’impegno di cambiare se stessi, affonda le radici nel grado di amore verso Colui che ci chiede tali cambiamenti. Ci rendiamo conto, a questo punto, come le regole, che presiedono alle relazioni umane dell’amicizia e dell’amore, siano valide anche nelle dinamiche dell’incontro con Dio. Un esempio chiarirà l’analogia: se una persona ci chiede di cambiare qualche aspetto del nostro modo di fare, che a lei risulta fastidioso, ci sarà una sola ragione che potrà fondare la fatica di vigilare su quel particolare comportamento da aggiustare, e questa ragione è tutta nel grado di amore che si ha verso quella persona che ce lo ha chiesto. 
Il vangelo costituisce la richiesta del Signore di cambiare la nostra vita come piace a Lui, e solo quelli che lo amano davvero, potranno avere la forza di mutare se stessi fino alla fine.  
( Don Vincenzo Cuffaro)

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