Un piccolo commento ad una frase del vangelo di oggi.
“Se
uno mi ama osserverà la mia parola […]. Chi non mi ama, non
osserva le mie parole”.
Dal punto di vista letterario, si
tratta di un evidente parallelismo antitetico. Il suo messaggio,
però, intende focalizzare la ragione per la quale la parola di Dio
non venga attuata, anche dopo essere stata ascoltata, compresa e
gustata nella bellezza delle sue indicazioni.
La risposta è molto
semplice:
la motivazione dell’ubbidienza alla Parola sta tutta
nel grado di amore che si ha verso Dio. Infatti, la disponibilità
ad accettare la fatica e la sofferenza che comporta l’impegno di
cambiare se stessi, affonda le radici nel grado di amore verso Colui
che ci chiede tali cambiamenti. Ci rendiamo conto, a questo punto,
come le regole, che presiedono alle relazioni umane dell’amicizia e
dell’amore, siano valide anche nelle dinamiche dell’incontro con
Dio. Un esempio chiarirà l’analogia: se una persona ci chiede di
cambiare qualche aspetto del nostro modo di fare, che a lei risulta
fastidioso, ci sarà una sola ragione che potrà fondare la fatica di
vigilare su quel particolare comportamento da aggiustare, e questa
ragione è tutta nel grado di amore che si ha verso quella persona
che ce lo ha chiesto.
Il vangelo costituisce la richiesta del Signore
di cambiare la nostra vita come piace a Lui, e solo quelli che lo
amano davvero, potranno avere la forza di mutare se stessi fino alla
fine.
( Don Vincenzo Cuffaro)
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