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mercoledì 30 novembre 2011

passare per dove non sai


Per giungere a gustare il tutto,
non cercare il gusto in niente.
Per giungere al possesso del tutto,
non voler possedere niente.
Per giungere ad essere tutto,
non voler essere niente.
Per giungere alla conoscenza del tutto,
non cercare di sapere qualche cosa in niente.
Per venire a cio’ che ora non godi,
devi passare per dove non godi.
Per giungere a cio’ che non sai,
devi passare per dove non sai.
Per giungere al possesso di cio’ che non hai,
devi passare per dove non hai.
Per giungere a cio’ che non sei,
devi passare per dove ora non sei.
(San Giovanni della Croce)

martedì 22 novembre 2011

Il silenzio è... quando


La preziosità del silenzio
         Il silenzio è mitezza:
quando non rispondi alle offese
quando non reclami i tuoi diritti
quando lasci a Dio la tua difesa e il tuo onore
Il silenzio è magnanimità:
quando non riveli le colpe dei fratelli
quando perdoni senza indagare nel passato
quando non condanni, ma intercedi nell’intimo
Il silenzio è pazienza:
quando soffri senza lamentarti
quando non cerchi consolazioni umane
quando non intervieni, ma attendi che il seme germogli
Il silenzio è umiltà:
quando taci per lasciare emergere i fratelli
quando celi nel riserbo i doni di Dio
quando lasci che il tuo agire sia male interpretato
quando lasci ad altri la gloria dell’impresa
Il silenzio è fede:
quando taci perché è lui che agisce
quando rinunci alle voce del mondo
per stare alla sua presenza
quando non cerchi comprensione
perché ti basta essere conosciuto da lui
Il silenzio è saggezza:
quando ricorderai che dovremo rendere conto di ogni parola inutile
quando ricorderai che il diavolo è sempre in attesa di una tua parola imprudente per nuocerti e uccidere
Infine il silenzio è adorazione:
quando abbracci la croce, senza chiedere il perché
nell’intima certezza che questa è l’unica via giusta.
(Da un condensato di S.Giovanni della Croce)



Disse il maestro all’uomo d’affari: “Come il pesce muore sulla terra asciutta, così tu muori quando resti intrappolato nel mondo. Il pesce deve tornare nell’acqua… tu devi tornare alla solitudine”. L’uomo d’affari era atterrito: “Devo rinunciare ai miei affari ed entrare in convento?”. “No, no. Continua nei tuoi affari ed entra nel tuo cuore”.
(Da Un minuto di saggezza, di Anthony de Mello)

lunedì 25 aprile 2011

rendere lo spirito fiacco e vuoto


  • Ciò che manca non è né la parola né lo scritto, ma il silenzio e l'azione. Infatti, oltre tutto, le parole distraggono, mentre il silenzio e l'azione raccolgono lo spirito e lo rinvigoriscono. Perciò appena una persona conosce ciò che le è stato detto per il suo profitto, non ha più bisogno di pronunciare né di ascoltare parole, ma di agire davvero con silenzio e con cura, in umiltà, carità e disprezzo di sé, senza andare subito in cerca di novità, ricerca che serve solo a soddisfare l'appetito in cose esteriori (senza poterlo saziare) e a rendere lo spirito fiacco e vuoto, privo di ogni virtù interiore. La maggiore necessità che abbiamo è quella di tacere con l'appetito e con la lingua dinanzi a questo Dio, il cui linguaggio, che Egli solo ode, è l'amore silenzioso. [Lettera alle Carmelitane Scalze di Beas, 22 novembre 1587]
    S. Giovanni della Croce

domenica 24 aprile 2011


(Cantico spirituale B, Strofa 29, 3)
«Quelli che sono molto attivi e che pensano di abbracciare il mondo con le loro prediche e con le loro opere esteriori ricordino che sarebbero di maggior profitto per la Chiesa e molto più accetti a Dio, senza parlare del buon esempio che darebbero, se spendessero almeno metà del tempo nello starsene con Lui in orazione, anche se fossero giunti ad un'orazione alta. Certamente allora con minor fatica otterrebbero più con un'opera che con mille per il merito della loro orazione e per le forze spirituali acquistate in essa, altrimenti tutto si ridurrà a dare vanamente colpi di martello e a fare poco più che niente, talvolta anzi niente e anche danno. Dio non voglia che il sale diventi insipido, poiché allora quantunque sembri che produca all'esterno qualche effetto buono, di fatto non fa niente, essendo certo che le buone opere non si possono fare se non in virtù di Dio.»
S. Giovanni della Croce