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mercoledì 6 novembre 2013
Gli amici veri, pochi, uno? sanno ascoltare anche il silenzio, sanno aspettare, capire.
Ho bisogno di silenzio
come te che leggi col pensiero
non ad alta voce
il suono della mia stessa voce
adesso sarebbe rumore
non parole ma solo rumore fastidioso
che mi distrae dal pensare.
Ho bisogno di silenzio
esco e per strada le solite persone
che conoscono la mia parlantina
disorietate dal mio rapido buongiorno
chissà, forse pensano che ho fretta.
Invece ho solo bisogno di silenzio
tanto ho parlato, troppo
è arrivato il tempo di tacere
di raccogliere i pensieri
allegri, tristi, dolci, amari,
ce ne sono tanti dentro ognuno di noi.
Gli amici veri, pochi, uno?
sanno ascoltare anche il silenzio,
sanno aspettare, capire.
Chi di parole da me ne ha avute tante
e non ne vuole più,
ha bisogno, come me, di silenzio.
Alda Merini
domenica 31 marzo 2013
la libertà è altrove
Ho sete della mia libertà
e qui non è facile ottenerla,
anzi qui dentro, non esiste;
la libertà è altrove,
nell'amore, nella gentilezza,
e più che mai nella fede.
(Alda Merini)
e qui non è facile ottenerla,
anzi qui dentro, non esiste;
la libertà è altrove,
nell'amore, nella gentilezza,
e più che mai nella fede.
(Alda Merini)
domenica 3 febbraio 2013
approdo sempre alle tue sfere
COME IN ESILIO...
Io ti chiedo Signore per che passo
dovrei entrare senza più sentire
la tua voce di colpa e di rovina.
E invece approdo sempre alle tue sfere
quando mi mostri il firmamento…
Perché questo tuo incanto o questa frode,
cosa ti costa prendermi nel seno?
Come in esilio vado a domandare
alla luce e al giorno se hanno visto
orma di te lungo le siepi brune.
dovrei entrare senza più sentire
la tua voce di colpa e di rovina.
E invece approdo sempre alle tue sfere
quando mi mostri il firmamento…
Perché questo tuo incanto o questa frode,
cosa ti costa prendermi nel seno?
Come in esilio vado a domandare
alla luce e al giorno se hanno visto
orma di te lungo le siepi brune.
ALDA MERINI (1931-2009)
da La terra santa
Poesie di Dio, Torino 1999, p. 41.
da La terra santa
Poesie di Dio, Torino 1999, p. 41.
venerdì 11 maggio 2012
sul quale mangiamo ogni giorno
Per evolversi la vita deve fare male.
Il dolore è una terraferma.
L’uomo sicuramente può contare sul dolore
perchè è l’unica cosa, da sempre.
La gioia è errabonda.
Da tempo ho una febbre insolita, una febbre che brucia.
Sono diventata adiposa e grassa come una qualsiasi donna ansiosa,
e non so più fare miracoli, proprio perchè non so più soffrire.
E’ il dolore che ci fa crescere ed è il dolore che ci fa morire.
Se togliamo il dolore, togliamo il tavolo sul quale mangiamo ogni giorno.
Senza dolore finiremmo costretti a mangiare per terra…
Il dolore è una terraferma.
L’uomo sicuramente può contare sul dolore
perchè è l’unica cosa, da sempre.
La gioia è errabonda.
Da tempo ho una febbre insolita, una febbre che brucia.
Sono diventata adiposa e grassa come una qualsiasi donna ansiosa,
e non so più fare miracoli, proprio perchè non so più soffrire.
E’ il dolore che ci fa crescere ed è il dolore che ci fa morire.
Se togliamo il dolore, togliamo il tavolo sul quale mangiamo ogni giorno.
Senza dolore finiremmo costretti a mangiare per terra…
”La pazza della porta accanto”- Alda Merini
venerdì 27 aprile 2012
amo anche il tuo pianto
Erich Fried - Ma
La prima volta mi sono innamorato
dello splendore dei tuoi occhi
del tuo riso
della tua gioia di vivere
Adesso amo anche il tuo pianto
e la tua paura di vivere
e il timore di non farcela
nei tuoi occhi
Ma contro la paura
ti aiuterò
perchè la mia gioia di vivere
è ancora lo splendore dei tuoi occhi.
L'uomo cercando il Creatore incontra l'amore e quando lo incontra lo dona a Dio perché lo prenda nel fascino del suo silenzio, quindi amore e morte e amore e anima sono la stessa congiunzione e perdere l'amato significa perdere qualcosa su cui abbiamo camminato per tanto tempo senza accorgerci che camminavamo sulla sua terra.'
'Chi possiede l'anima è a sua volta posseduto dall'amore dell'anima che non è narcisismo ma è fiore di poesia, proprio fiore di poesia, momento magico del deserto della scrittura.'
'Appartenere a qualcuno significa entrare con la propria idea nell'idea di lui o di lei e farne un sospiro di felicità.'
A. Merini, L'anima innamorata
giovedì 8 dicembre 2011
Guai se si perde la speranza nella nostra forza
Il 9 aprile 2009 Alda Merini partecipa al Chiambretti Night. Siamo nei giorni del terremoto de L’Aquila. Mi sono venute in mente dopo i fatti di Bangkok, della Liguria e della Toscana, ma anche di Haiti, del Giappone…
“La natura sarà arrabbiata con noi. Dio è con noi anche nel dolore, ma noi non possiamo capirlo. Noi non abbiamo gli strumenti per capire la volontà di Dio […] Anch’io sono stata ‘terremotata’ da un manicomio all’altro. Ognuno di noi ha avuto le sue scosse, però è nel momento del dolore che bisogna stringere i denti. Noi adesso partecipiamo a questa tragedia italiana, però non fermiamoci al dolore. Stringiamo i denti e andiamo avanti. Dio guarda tutti, ci vede, guarda i terremotati, vede gli infelici e non abbandona il mondo. Io sono sicura. E uno dei mezzi perché Dio ci ascolti è proprio la poesia, la preghiera, il canto. Anche nel dolore bisogna saper vincere. In questi momenti di tragedia la forza del poeta può aiutare: lui che ha subito, che ha saputo magnificare il dolore credo che serva da esempio per chi è colpito. La mia ignoranza di poeta e di donna non capisce il male. Mi rifiuto. Il silenzio non deve essere un silenzio mortale, ma di rinascita; un silenzio di compassione, ma non di sconvolgimento totale. Guai se si perde la speranza nella nostra forza”.
giovedì 8 settembre 2011
un pensiero gigantesco
Alda Merini:
Il pensiero di Dio fu un pensiero gigantesco, un pensiero talmente grande che sconvolse albe, tramonti, terre, tenebre, un pensiero che non potremmo mai capire perché di una vastità tanto bella quanto inutile, rispetto ai nostri desideri.
Maria vuol dire una cosa che vola
e si perde nel cielo.
La fede è una mano
che ti fa partorire.
E poiché mi hai redenta
posi vicino a Te
la pietra della Tua resurrezione.
L'ambascia degli angeli, il loro pianto, le loro premure, è ciò che proviamo noi quando perdiamo un amore.
L'angelo è la preghiera dell'universo.
I secoli e la storia non moriranno mai finché tu li attraverserai come una spada.
Ecco chi era mio figlio:
un duro grano di amore.
Ogni volta che Dio pensa
crea una angelo e lo deforma
a seconda del suo pensiero.
Le mie ginocchia
avide di molto cammino
sono state generate
dalla tua grazia.
Io e Gesù crocifissi, Signore,
siamo lo schianto di Dio.
Il pensiero di Dio fu un pensiero gigantesco, un pensiero talmente grande che sconvolse albe, tramonti, terre, tenebre, un pensiero che non potremmo mai capire perché di una vastità tanto bella quanto inutile, rispetto ai nostri desideri.
Maria vuol dire una cosa che vola
e si perde nel cielo.
La fede è una mano
che ti fa partorire.
E poiché mi hai redenta
posi vicino a Te
la pietra della Tua resurrezione.
L'ambascia degli angeli, il loro pianto, le loro premure, è ciò che proviamo noi quando perdiamo un amore.
L'angelo è la preghiera dell'universo.
I secoli e la storia non moriranno mai finché tu li attraverserai come una spada.
Ecco chi era mio figlio:
un duro grano di amore.
Ogni volta che Dio pensa
crea una angelo e lo deforma
a seconda del suo pensiero.
Le mie ginocchia
avide di molto cammino
sono state generate
dalla tua grazia.
Io e Gesù crocifissi, Signore,
siamo lo schianto di Dio.
mercoledì 27 luglio 2011
come chi comincia per la prima volta ad ascoltare
Isaia, capitolo 50: "Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come gli iniziati".
Questa è la poesia,
ogni mattina orecchi attenti
e ascoltare come gli iniziati,
come chi comincia per la prima volta ad ascoltare.
Alda Merini scriveva
"I poeti lavorano di notte,
quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano
nel buio come falchi notturni e usignoli, dal dolcissimo canto
e temono di offendere Iddio.
Ma i poeti nel loro silenzio
fanno ben più rumore di una dorata cupola di stelle".
Questa è la poesia,
ogni mattina orecchi attenti
e ascoltare come gli iniziati,
come chi comincia per la prima volta ad ascoltare.
Alda Merini scriveva
"I poeti lavorano di notte,
quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano
nel buio come falchi notturni e usignoli, dal dolcissimo canto
e temono di offendere Iddio.
Ma i poeti nel loro silenzio
fanno ben più rumore di una dorata cupola di stelle".
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