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lunedì 21 marzo 2011

Non sai quanto mi hai fatta felice

"Ho passato molto tempo con te - disse - ben prima che ci ritrovassimo in questa stanza. Ti parlavo di me, della mia vita, dei miei libri, dei miei genitori, di quello che avevo amato, di quello che mi aveva fatto soffrire, degli uomini, di tutto. L'amore è un dialogo che può essere infinito, anche quando si è soli. Tu credevi che fossi sdraiata sul letto a leggere. Invece pensavo a te. Sapevo che eri di sotto, sentivo quasi fisicamente la tua presenza, avresti dovuto solo salire. Avevo voglia di chiamarti, ma non avevo il coraggio di farlo. Se sapessi tutto quello che ti ho detto! Ero felice di rivederti nel metro. Speravo che tu ci fossi, molte volte ti ho aspettato sul binario. Eri attratto da me, ma non sapevi come fare. E questo mi piaceva enormemente. E' vero, non avevi il portamento, nè l'eleganza, e tanto meno la sicurezza del tipo di cui ti ho parlato, ma era proprio questo che mi piaceva di te. Più che un uomo, sembravi un essere umano. Più ti sforzavi di sembrare indifferente, più mi piacevi. Adoravo il tuo pudore. Non sai quanto mi hai fatta felice! Avevo un ammiratore, uno di quelli veri, di quelli che non hanno il coraggio. Capisci? Un ammiratore all'antica, segretamente innamorato, rispettoso, premuroso: ti ho ancora davanti agli occhi mentre volti la pagina del libro, l'ho trovato molto romantico..." 
(Jean-Pierre Gattégno-Per molto tempo sono andato a letto presto) 

domenica 20 marzo 2011

Farle piacere...

"Farle piacere - risposi - Volevo farle piacere. Ha ragione, l'ho seguita dappertutto, le ho regalato dei libri. Se vuole, potrei fargliene avere altri, libri per tutta la vita. Era bellissimo guardarla nel metro, mentre leggeva. Accanto a lei le persone sembravano morte. I suoi occhi invece erano vivi, scorrevano in fretta quelle righe ma si capiva che le assorbivano, che il testo le rimaneva impresso nelle pupille...E' per questo che una volta l'ho aiutata a voltare le pagine, ricorda? Mi sarebbe piaciuto aiutarla ancora...Io per i discorsi non valgo niente. Non che sia un analfabeta, ma non ho cultura. Cosa vuole che dica a una donna? Quando la fissavo nel metro, mentre era completamente assorta in un libro quando tutti gli altri viaggiatori tenevano lo sguardo fisso nel vuoto, pensavo che lei non fosse una donna per me. La sera, quando attraverso la sua finestra vedevo la lampada del comodino accesa mentre gli altri guardavano la televisione, me ne convincevo ancora di più: era troppo diversa per me. Troppo per me". 
(Jean-Pierre Gattégno-Per molto tempo sono andato a letto presto) 

sabato 19 marzo 2011

Vorrei sapere...

"Vorrei sapere - disse all'improvviso Denise - come le è passato per la testa di regalarmi quei libri. Non ci conosciamo, lei viene nel mio palazzo e lascia di nascosto due libri nella buchetta delle lettere. E poi, mi segue dappertutto, nel metro, per strada, nelle librerie, persino al lavoro. Crede che non me ne sia accorta? Mi aspetta sotto casa. Cosa vuole esattamente?" 
(Jean-Pierre Gattégno-Per molto tempo sono andato a letto presto)