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domenica 11 novembre 2012

non cerchino d’indovinare chi fu


Dalle cose che feci o dissi
non cerchino d’indovinare chi fui.
C’era un impedimento a trasformare
il mio modo di vivere e di agire.
C’era un impedimento che m’interrompeva
molte volte che stavo per parlare.
Dalle mie azioni meno appariscenti
e dai miei scritti piú velati –
da questo solo mi conosceranno.
Anche se forse non varrà la pena
che faccian tanti sforzi per capirmi.
Piú avanti – in una società perfetta –
apparirà di certo qualcun altro
che mi somigli e come me sia libero.
Costantino Kavafis

giovedì 28 aprile 2011

non la svilire troppo


Quanto più puoi
Farla non puoi la vita,
come vorresti? Almeno questo tenta
quanto più puoi: non la svilire troppo
nell’assiduo contatto della gente,
nell’assiduo gestire delle ciance.
Non la svilire a furia di recarla
così sovente in giro e con l’esporla
alla dissennatezza quotidiana
di commerci e rapporti,
sin che divenga una straniera uggiosa.

martedì 26 aprile 2011

non c’è più tempo


Fine
Tra paura e sospetti,
con la mente sconvolta e gli occhi esterrefatti,
ci logoriamo a vagheggiare scampi
al rischio certo
che ci minaccia tanto atrocemente.
Errore! Sulla nostra via non c’è.
Erano menzognere le notizie
(non udite? fraintese?). Altra rovina,
che non s’immaginava,
su noi fulminea scroscia,
e sprovveduti – non c’è più tempo! – ci prostra.

mercoledì 20 aprile 2011

un attimo ritornano


Voci
Voci ideali e care
di quelli che morirono, di quelli
che per noi sono persi come i morti.
Talora esse ci parlano nei sogni,
e le sente talora tra i pensieri la mente.
Col loro suono, un attimo ritornano
suoni su dalla prima poesia di vita -
come musica, a notte, che lontanando muore.

martedì 19 aprile 2011

candele accese, candele spente


Candele
C. Kavafis
Stanno i giorni futuri innanzi a noi
come una fila di candele accese -
dorate, calde, e vivide.
Restano indietro i giorni del passato,
penosa riga di candele spente :
le più vicine dànno fumo ancora,
fredde, disfatte, e storte
Non le voglio vedere: m’accora il loro aspetto
la memoria m’accora del loro antico lume.
E guardo avanti le candele accese.
Non mi voglio voltare, ch’io non scorga in un brivido,
come s’allunga presto la tenebrosa riga,
come crescono presto le mie candele spente.

domenica 17 aprile 2011

C. Kavafis


C. Kavafis nacque ad Alessandria d’Egitto, da famiglia greca. Suo padre aveva una ben avviata ditta di import-export, tuttavia nel 1870, dopo la morte del padre, Kavafis e la sua famiglia furono costretti a trasferirsi a Liverpool. Kavafis tornò ad Alessandria nel 1882. Lo scoppio delle rivolte nel 1885 costrinse la famiglia a muoversi ancora, questa volta a Costantinopoli. In quell’anno stesso, però, Kavafis ritornò ad Alessandria, dove visse per il resto della sua vita.
Inizialmente lavorò come giornalista, ma poi fu assunto al Ministero egiziano dei lavori pubblici, dove lavorò per trent’anni.
Dal 1891 al 1904 pubblicò alcune poesie, che gli fruttarono una certa fama per tutta la vita. Morì nel 1934. Dalla sua morte, la fama di Kavafis è cresciuta, e oggi è considerato uno dei più grandi poeti greci. ( Da Wikipedia)