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sabato 17 agosto 2013

Ma che dio è uno che si placa e si sente soddisfatto dal sangue del figlio? Sembra piuttosto un vampiro.

La riconciliazione con Dio è intesa talora in modo perverso.
Pensiamo di dover rabbonire un dio arrabbiato per le nostre malefatte.
Ma non potendo noi placare adeguatamente la sua maestà,
infinitamente offesa, il Figlio crocifisso si offre come espiazione infinita, proporzionata alla dignità infinita dell'offeso.
Ma che dio è uno che si placa e si sente soddisfatto dal sangue del figlio? Sembra piuttosto un vampiro.
Idee di questo tipo, apparentemente pie,
ma radicalmente perverse,
trovano subito rispondenza nel cuore dell'uomo:
riflettono la falsa immagine di Dio, suggerita da Satana ai progenitori e confermata da predicatori di tutte le religioni e confessioni all'interno di esse.
Questa religiosità naturale produce sudditanza e
buone offerte monetarie per sedare sensi di colpa.
Sarà utile per costruire nuove chiese,
non certo per formare la Chiesa alla libertà dei figli di Dio.
Silvano Fausti

giovedì 15 agosto 2013

quella falsa uccide, quella vera dà vita...se è vera è «divinizzante» e creatrice, se è falsa è «diabolica» e distruttiva (cf Gv 8,43s)

Morte e vita sono in potere della parola (Pr 18,21):
quella falsa uccide,
quella vera dà vita.
Qualsiasi parola, non solo quella di Dio, è efficace.
Se dico a uno: «Sei brutto, stupido e cattivo», anche se è persona bella, intelligente e amabile, subito si rabbuia di tristezza o di rabbia. Se dico invece: «Sei bello, intelligente e buono», subito si illumina e vuole bene a sé e a me.

La vocazione dell'uomo, secondo la Bibbia, è ascoltare e rispondere a Dio:
è suo interlocutore, suo partner.
Per questo è simile a lui, «partecipe della natura divina» (2Pt 1,4).
Non solo siamo chiamati,
ma siamo realmente figli di Dio (1Gv 3,1s).
Chi accoglie la sua Parola infatti ha la possibilità di diventare figlio di Dio (Gv 1,12).
Come vedremo, l'uomo diventa la parola che ascolta. Le citazioni sul «potere» della parola potrebbero essere moltiplicate a piacimento. Basti dire, sinteticamente, che se è vera è «divinizzante» e creatrice, se è falsa è «diabolica» e distruttiva (cf Gv 8,43s).

Silvano Fausti
Per una lettura laica della Bibbia

mercoledì 14 agosto 2013

La parola può fiorire solo nel silenzio.


Spazio tra note, distanza tra cose:
così è il silenzio tra le parole.
La parola può fiorire
solo nel silenzio.
Nel rumore è seme inospitato.
Il silenzio diventa sempre più un «genere di lusso»,
che nessuno può comperare.
Se scompare,
implode l'umanità dell'uomo.
È possibilità di ascolto:
senza di esso il seme della parola,
che genera tutto secondo la propria specie,
non può essere accolto.
Parola e silenzio sono seme e terra
- grande madre, da cui viene e a cui torna ogni seme,
per moltiplicarsi e ritornare ad essa,
in un crescendo di vita senza fine.
Silvano Fausti
Per una lettura laica della Bibbia

martedì 31 gennaio 2012

il momento che contiene tutto

Noi in genere aspettiamo sempre “dopo”: vedrai che dopo va meglio, vedrai che appena risolto questo problema, lo farò.  Normalmente, nei primi quarant’anni pensiamo a cosa faremo dopo. Negli altri quaranta pensiamo a cosa non abbiamo fatto prima. C’è l’alternativa di guardare avanti o guardare indietro. Invece, l’unico momento che puoi vivere è il presente: non vivi ieri, non vivi domani, vivi adesso. Ed è questo il momento che contiene tutto, perché Dio è presenza. Tra l’altro questo è il principio anche della sanità mentale. Noi normalmente viviamo nei progetti e nei ricordi: quindi, nell’illusione dei progetti, nella delusione dei ricordi. E non viviamo il presente. Per esempio, la bellezza di un cane e degli altri animali è che sono lì. La bellezza del bambino è che vive lì. Chi vive la presenza vive davvero una pienezza che è unica. È sempre nella gioia uno che vive nel presente. Noi invece siamo tristi perché pensiamo a quel che non c’è più, a quel che non c’è ancora. E siccome c’è solo il presente, se non vivi nel presente vivi quel che non c’è: cioè non vivi...
 Gesù dice che il regno di Dio non sta di là ma sta già di qua. La libertà piena la puoi già vivere qui e ora, nella misura del possibile, che poi crescerà, ma è qui. La vita eterna non è quel che viene dopo, la vita eterna è il tuo vivere ora ciò che è eterno, cioè l’amore di Dio e del prossimo. Se non lo vivi ora, non lo vivi mai. Quindi la vita eterna è da vivere ora.
Silvano Fausti



lunedì 30 gennaio 2012

sentimento profondo del cuore

Bisogna stare molto attenti quando si ascolta. Non c’è soltanto la parola letterale, per così dire “esterna”, che ascoltiamo, ma c’è anche una parola interiore, un sentimento profondo del cuore, che ogni parola suscita. In genere, non siamo allenati a sentire nel profondo ciò che sentiamo con l’orecchio, piuttosto consumiamo parole. I nostri gesti nascono dalle parole sentite senza essere capite, sono quasi automatismi, come nella propaganda. Per cui non è mai in gioco né la libertà né la persona. Invece il rapporto proprio da persona a persona c’è quando la parola entra nel cuore: allora ascolti cosa suscita in te, vedi se è bene, se è male, e veramente decidi di rispondere.
Silvano Fausti

domenica 29 gennaio 2012

cercare chissà dove


Gesù comincia a predicare in Galilea, il luogo dove è nato e cresciuto, il luogo della vita quotidiana. Il che vuol dire una cosa molto semplice: il Vangelo lo incontri nella tua vita concreta, quotidiana, non devi andare a cercare chissà dove. 
Oltre a essere luogo concreto e quotidiano, la Galilea è anche dal punto di vista storico e religioso un ambiente piuttosto compromesso. Quindi non è che Dio lo troviamo negli spazi più puliti della nostra esperienza, nel lembo più pulito del nostro cuore o nell’angolo più sereno della nostra mente, lo troviamo nella concretezza dei nostri limiti. 
Silvano Fausti,

venerdì 27 gennaio 2012

non è un salto nel buio

Fede Cammino
Contrariamente a quel che si dice spesso, la fede non è un salto nel buio. Forse non è neanche un salto ma un cammino. C’è da sottolineare la gradualità. Cammino significa proprio un lento cadenzato approssimarsi a. O un lento, cadenzato lasciarsi approssimare da chi ti cerca, più che da colui che tu cerchi.
Silvano Fausti

giovedì 10 marzo 2011

il pastore che non aveva nulla

Ai tempi di Erode, la notte in cui nacque Gesù, gli angeli portarono la buona notizia ai pastori. C'era un pastore poverissimo, tanto povero che non aveva nulla. Quando i suoi amici decisero di andare alla grotta portando qualche dono, invitarono anche lui. Ma lui diceva: "Io non posso venire, sono a mani vuote, che posso fare?". Ma gli altri tanto dissero e fecero, che lo convinsero. Così arrivarono dov'era il bambino, con sua Madre e Giuseppe. Maria aveva tra le braccia il bambino e sorrideva, vedendo la generosità di chi offriva cacio, lana o qualche frutto. Scorse il pastore che non aveva nulla e gli fece cenno di venire. Lui si fece avanti imbarazzato. Maria, per avere libere le mani e ricevere i doni dei pastori, depose dolcemente il bambino tra le braccia del pastore che era a mani vuote... (Silvano Fausti)
Dio ti ama.
Gli interessi personalmente,
continuamente,
appassionatamente,
prova la tua gioia in te.
Gli sei necessario,
il tuo cuore lo rallegra,
la tua indifferenza lo stupisce,
la tua amarezza lo strazia.
Vuole con te una relazione continua.
Se non credi a questo,
se non ti senti sollevato da questa certezza
significa che non hai capito
che Dio è Padre. (Louis Evely)
VIVERE IN POVERTA'Per l'annunciatore del Vangelo non è un consiglio.
E' un ordine del Signore Gesù.
Uno non è ciò che ha, ma ciò che dà.
Chi ha cose, dà cose, chi ha nulla, dà se stesso ed è se stesso.
La povertà è condivisione e solidarietà,
non ti permette di dominare.
Ti costringe a servire e ti rende umile.
Ti libera dagli idoli del mondo:
l'avere, il potere, l'apparire.
Ti fa porre la fiducia nel Padre.
(Silvano Fausti)