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mercoledì 9 marzo 2011

il mio rientrare in me stesso


Signore, solo tu conosci fino in fondo
quello che sono, quello che sento, quello che vivo...
Fa' che il mio rientrare in me stesso
di cui ogni tanto sento il bisogno,
non sia un rifugiarmi lontano da tutti e lontano da Te
per starmene solo e pensare ai fatti miei,
ma un incontrare più profondamente Te e gli altri.
Varie volte ho già fatto esperienza
che quando non mi lascio visitare dagli altri manca qualcosa:
la mia gioia, quando sono nella gioia, non è piena;
la mia fragilità, quando sono nella debolezza,
è coperta dalla paura o dall'ipocrisia.
Insegnami a lasciarmi guardare, a lasciarmi accogliere, a lasciarmi amare.
Così diventerò più umano, più me stesso:
nella crescente comunione con gli altri,
in una relazione personale che mi renda sempre più autentico.

venerdì 4 marzo 2011

La negligenza di un solo momento può frantumarla


La comunione è un combattimento di ogni istante.
La negligenza di un solo momento
può frantumarla;
basta un niente;
un solo pensiero senza carità,
un giudizio ostinatamente conservato,
un attaccamento sentimentale,
un orientamento sbagliato,
un’ambizione o un interesse personale,
un’azione compiuta per se stessi
e non per il Signore. (…)
Aiutami, Signore, a esaminarmi così:
qual è il centro della mia vita?
Tu oppure io?
Se sei Tu, ci raccoglierai nell’unità.
Ma se vedo che intorno a me
pian piano tutti si allontano e si disperdono,
questo è il segno che ho messo al centro me
stesso.

Card. François-Xavier Van Thuan

mercoledì 5 maggio 2010

Uniti a Cristo

Concedici la forza di sopportare le difficoltà della giornata e di ricavarne frutti in abbondanza, uniti a Cristo, tuo Figlio, che vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli
Della tua lode sia piena la mia bocca,perché io possa cantare;esulteranno, a te cantando,le mie labbra. Alleluia.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Ogni credente è chiamato a fare lo stesso: a sentirsi pronto ad essere sfrondato dal vignaiolo, cioè dal Padre. In altre parole, per dare frutti dobbiamo essere disposti a soffrire, per esempio andando contro le mode imperanti, rispettando i nostri principi cristiani negli affari, restando fedeli nel matrimonio, sopportando ogni tipo di discriminazione derivante dal professare pubblicamente la nostra fede.Una tale sofferenza purifica il cuore del credente e rafforza la vita di Cristo in noi.
Signore Gesù Cristo, tu sei la vite e noi i tralci. Senza di te non possiamo fare nulla, uniti a te possiamo dare molti frutti.Concedici la grazia, per intercessione di Maria, tua madre e nostra, di restare sempre con te, meditando le tue parole nel nostro cuore. Te lo chiediamo, sicuri che ci ascolterai ora e per sempre.