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domenica 17 aprile 2011

C. Kavafis


C. Kavafis nacque ad Alessandria d’Egitto, da famiglia greca. Suo padre aveva una ben avviata ditta di import-export, tuttavia nel 1870, dopo la morte del padre, Kavafis e la sua famiglia furono costretti a trasferirsi a Liverpool. Kavafis tornò ad Alessandria nel 1882. Lo scoppio delle rivolte nel 1885 costrinse la famiglia a muoversi ancora, questa volta a Costantinopoli. In quell’anno stesso, però, Kavafis ritornò ad Alessandria, dove visse per il resto della sua vita.
Inizialmente lavorò come giornalista, ma poi fu assunto al Ministero egiziano dei lavori pubblici, dove lavorò per trent’anni.
Dal 1891 al 1904 pubblicò alcune poesie, che gli fruttarono una certa fama per tutta la vita. Morì nel 1934. Dalla sua morte, la fama di Kavafis è cresciuta, e oggi è considerato uno dei più grandi poeti greci. ( Da Wikipedia)

lunedì 21 marzo 2011

Che ricca vita mi viene incontro ad ogni pagina

Non mi è mai capitato di incontrare nessun giovane che non avesse una vita ricca, ma solo giovani che non sapevano del loro tesoro perchè coperto dal fango che malgrado loro, aveva affossato la loro ricchezza. Nessuno aveva insegnato loro come procurarsi gli attrezzi per disseppellirlo.
Etty ha indicato una strada. Vediamola.
Etty si autodescrive e si autocomprende proprio a partire dalla sua capacità di riflessione e di penetrazione del reale attraverso la grata del suo cuore in espansione: la mia camera è così bella e tranquilla . Io trascorro delle mezze nottate alla mia scrivania, a leggere e a scrivere vicino alla mia piccola lampada. Ho qui circa 1500 pagine di diario dell’anno scorso e ora me le rileggo (25).
Sembra che Etty si rilegga continuamente ma lungi dall’essere questo un esercizio di narcisismo è, in realtà, un continuo stupore e un invito pressante ad un’ulteriore crescita ed espansione della sua coscienza: Che ricca vita mi viene incontro ad ogni pagina! E pensare che è stata la mia vita e che lo è tuttora. Allo stupore si aggiunge subito la percezione e la penetrazione del senso profondo e del fine preciso di ogni riflessione: Non sono i fatti che contano nella vita, conta solo ciò che grazie ai fatti si diventa (25).

venerdì 11 marzo 2011

In vita, amico, in vita

Non attendere che la gente muoia
per volerle bene e perché senta il tuo affetto.
In vita, amico, in vita.
Sarai più felice,
se impari a far felici
tutti quelli che conosci...
In vita, amico, in vita.
Non visitare sepolcri, non riempire di fiori le tombe,
ricolma i cuori d'amore...
In vita, amico, in vita.
(A. Rabate)

venerdì 4 marzo 2011

buttarla via è peccato

Se la vita è un bel dono di Dio non va buttata via e buttarla via è peccato. Se un’azione è inutile, è buttar via un bel dono di Dio. 
È un peccato gravissimo, io lo chiamo bestemmia del tempo. 
E mi pare una cosa orribile perché il tempo è poco, quando è passato non torna.
Da Una lezione alla scuola di Barbiana.

buttarla via è peccato

Se la vita è un bel dono di Dio non va buttata via e buttarla via è peccato. Se un’azione è inutile, è buttar via un bel dono di Dio. È un peccato gravissimo, io lo chiamo bestemmia del tempo. E mi pare una cosa orribile perché il tempo è poco, quando è passato non torna.
Da Una lezione alla scuola di Barbiana.

martedì 1 marzo 2011

Tanto per cominciare si dovrebbe iniziare morendo,

Alla vigilia della mia pensione ho trovato questa riflessione  semplicemente radiosa e illuminante i pensieri bui che a volte mi rattristano...

Tanto per cominciare si dovrebbe iniziare morendo, e così tricchete tracchete il trauma è già bello che superato. Quindi ti svegli in un letto di ospedale e apprezzi il fatto che vai migliorando giorno dopo giorno. Poi ti dimettono perchè stai bene, e la prima cosa che fai è andare in posta a ritirare la tua pensione e te la godi al meglio. Col passare del tempo, le tue forze aumentano, il tuo fisico migliora, le rughe scompaiono. Poi inizi a lavorare e il primo giorno ti regalano un orologio d’oro. Lavori quarant’anni finchè non sei così giovane da sfruttare adeguatamente il ritiro dalla vita lavorativa. Quindi vai di festino in festino, bevi, giochi, fai sesso e ti prepari per iniziare a studiare. Poi inizi la scuola, giochi coi gli amici, senza alcun tipo di obblighi e responsabilità, finchè non sei bebè. Quando sei sufficientemente piccolo, ti infili in un posto che ormai dovresti conoscere molto bene. Gli ultimi 9 mesi te li passi flottando tranquillo e sereno, in un posto riscaldato con room service e tanto affetto, senza che nessuno ti rompa i coglioni! E alla fine abbandoni questo mondo in un orgasmo!
Woody Allen

mercoledì 22 settembre 2010

Potendo rivivere la mia vita

         SE TORNASSI A VIVERE…
Qualcuno mi ha chiesto giorni fa se, potendo rinascere, avrei vissuto la vita in maniera diversa. Lì per lì ho risposto di no, poi ho ripensato un po’ su e…
Potendo rivivere la mia vita, avrei parlato di meno e ascoltato di più.
Non avrei rinunciato ad invitare a cena gli amici soltanto perché il mio tappeto aveva qualche macchia e la fodera del divano era stinta.
Avrei trovato il tempo di ascoltare il nonno quando rievocava gli anni della sua giovinezza.
Non avrei mai preteso, in un giorno d’estate, che i finestrini della macchina fossero alzati perché avevo appena fatta la messa in piega.
Non avrei lasciato che la candela a forma di rosa si sciogliesse, dimenticata, nello sgabuzzino. L’avrei consumata io, a forza di accenderla
Mi sarei stesa sul prato con i bambini senza badare alle macchie d’erba sui vestiti.
Avrei pianto e riso di meno guardando la televisione e di più osservando la vita.
Avrei condiviso maggiormente le responsabilità di mio marito.
Mi sarei messa a letto quando stavo male, invece di andare febbricitante al lavoro quasi che, mancando io dall’ufficio, il mondo si sarebbe fermato.
Invece di non vedere l’ora che finissero i nove mesi di gravidanza, ne avrei amato ogni attimo, consapevole del fatto che la stupenda cosa che mi viveva dentro era la mia unica occasione di collaborare con Dio alla realizzazione di un miracolo.
                                                                                                             (Erma Bombeck)

martedì 27 aprile 2010

devi Pagarne il prezzo

Sono arrivato a quest'ora. Su questo blog doveva esserci il vuoto. Alla fine ho ceduto...
Come l'onda non può esistere per se stessa, ma partecipa del moto ondoso dell'oceano, così io non devo mai vivere la mia vita come cosa a sé, ma sempre immerso nella vita che mi si svolge intorno... Tutto quello che hai ricevuto più di altri in salute, doti, abilità, successo, infanzia felice, armonia familiare, non lo devi accogliere come cosa dovuta. Devi pagarne un prezzo. Devi offrire una dedizione del tutto eccezionale della vita alla vita.
Albert Schweitzer