Visualizzazione post con etichetta educazione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta educazione. Mostra tutti i post

mercoledì 2 febbraio 2011

promuovere l’educazione alla vita buona del Vangelo

La sfida dell’educazione emerge, infatti, sempre più chiaramente come la questione più urgente per la vita della società, e quindi anche della Chiesa. È il Papa stesso a ricordarci che a causa di un errato concetto di autonomia della persona, di una riduzione della natura a mera materia manipolabile e della stessa Rivelazione cristiana a momento di sviluppo storico, privo di contenuti specifici, il processo di trasmissione dei valori tra le generazioni è fortemente compromesso. Per questo i luoghi tradizionali della formazione, quali la famiglia, la scuola e la comunità civile, sembrano tentati di rinunciare alla responsabilità educativa, riducendola a una mera comunicazione di informazioni, che lascia le nuove generazioni in una solitudine disorientante. In realtà, la vera esperienza educativa porta a scoprire che l’io di ogni persona è dato e si compie in relazione al “tu” e al “noi”, e ultimamente al “tu” di Dio, rivelatoci in Cristo e reso accessibile dal dono dello Spirito Santo. Infatti, “solo l’incontro con il ‘tu’ e con il ‘noi’ apre l’‘io’ a se stesso”. Sostenuti da queste visione antropologica e teologica, riconosciamo l’importanza vitale di promuovere l’educazione alla vita buona del Vangelo.
Roma, 6 gennaio 2011
Solennità dell’Epifania del Signore
La Commissione Episcopale per il clero e la vita consacrata

martedì 1 febbraio 2011

non precipitarti subito a scrivere


Sii teso ad apprendere più che a insegnare, 
poiché insegnando sei utile agli altri, 
ma solo imparando farai il tuo bene; 
e non abbandonare lo studio 
fino a quando non avrai la certezza 
di non aver più nulla da apprendere.
Subisci il fascino di ciò che è detto e non di chi lo dice, evitando in tal modo 
l'accettazione passiva del sapere, 
e preoccupati
che il tuo docente non ti impedisca 
di progredire per tuo conto, 
tenendoti legato a sé per amore.
Come è vero che ci si nutre del frutto 
e non delle foglie del melo, 
così anteponi sempre 
il significato al significante 
e ricorda: 
la persuasione 
ha bisogno di catturare gli animi con discorsi ornati, ma all'insegnamento si addice la chiarezza. 
Là dove manchi la ricchezza dei contenuti 
abbondano le parole; 
è infatti costume di chi non ha progetto moltiplicare le strade o sfinirsi in tentativi.
Che certezza potrà mai trasmetterti 
chi dubita di sé?
Solo chi ha una logica di azione resta se stesso, 
fermo come il Sole, 
mentre lo stolto è 
instabile come l'erratica Luna;poiché chi ha una mente provvida incede con passo sicuro:
prima medita a lungo e poi parla correttamente, 
per non doversi giudicare con vergogna.
Il desiderio di comprendere ciò che dicono i dotti 
e ciò che fanno i buoni 
arda sempre nel tuo cuore.
Impara a lungo, Astrolabio e 
insegna solo quando sarai certo;
insegna tardi e non precipitarti subito a scrivere:
non voglio che il tuo insegnamento sia quello 
di un maestro impulsivo, costretto a improvvisare 
e a plasmare il sapere che deve trasmettere. "

Insegnamenti al figlio
di Pietro Abelardo