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venerdì 28 giugno 2013
il Museo del Duomo sia il primo tassello di una Expo che guarda non solo al cibo che si coltiva e si mangia, ma anche al cibo della mente e dell'anima.
Il luogo per ricostruire l'alfabeto della religione
di Alberto Melloni
in “la Lettura” - Corriere della Sera – del 23 giugno 2013
Se posso permettermi una nota personale, devo dire che a me piace pensare
che il Museo del Duomo
sia il primo tassello di una Expo
che guarda non solo al cibo che si coltiva e si mangia,
ma anche al cibo della mente e dell'anima.
Se la quota di «cultura» di Expo 2015 fosse fatta di arte
astratta o quadri di mangiatori, sarebbe un danno per l'Expo e per l'Italia:
l'organizzazione e la città sapranno offrire ai visitatori dell'Expo
un percorso nel food for thought/food for soul;
sapranno attirare coloro
che vengono per capire
uno «stile» italiano che inizia a tavola,
ma si rivolge poi ad altre tavole,
che dicono come
ciò che ha di fatto permesso all'Italia
di diventare plurale
è stato un tessuto di bellezza e fede.
Una fede che si mette in mostra in un museo non per dirsi morta,
ma per offrirsi a una lettura più ampia.
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