venerdì 3 maggio 2013

la speranza ci libera dalla necessità di prevedere il futuro e ci consente di vivere nel presente

Proprio questa mattina ho ricevuto questo consiglio di Brigitte Tregouet
Ognuno sceglie il proprio testo: il Vangelo per un credente, scritti di grandi pensatori per gli altri. Testi che permettono di rileggere la propria attività di cura, di inserirla in una storia e, così, di avere una prospettiva più ampia. Mettere delle parole sulla propria esperienza.
Allora mi sono ricordato di uno di quegli autori che hanno ispirato questo blog e mi son detto che poteva aiutarmi a mettere in pratica il consiglio di Brigitte, medico generico in un quartiere popolare di La Roche-sur-Yon, questa cristiana in collera, nutrita di spiritualità ignaziana, tenta di vivere nel quotidiano il doppio comandamento dell'amore di Dio e dell'amore del prossimo. 

In questo post
http://hoascoltatoilsilenzio.blogspot.it/2012/03/dio-e-un-dio-del-presente.html
Padre Henry diceva che
 I veri nemici della nostra vita sono questi "dovevi" e questi "se". 
Ci spingono indietro nell'inalterabile passato e in avanti verso un imprevedibile futuro. 
Un mio amico diceva che per vivere bene bisognava escludere dal nostro vocabolario esistenziale. i "se" e i "ma".

Henri J. M. Nouwen continua nel suo Vivere nello Spirito:
La gioia - Il frutto della speranza
Vi è una relazione intima tra gioia e speranza.
Mentre l'ottimismo ci fa vivere come se presto un giorno le cose dovessero andare meglio per noi,
la speranza
ci libera dalla necessità di prevedere il futuro
e ci consente di vivere nel presente,
con la profonda fiducia che Dio non ci lascerà mai soli,
ma adempirà i desideri più profondi del nostro cuore.
In questa prospettiva, la gioia è il frutto della speranza.
Quando ho la profonda fiducia che Dio è veramente con me e mi tiene al sicuro in un abbraccio divino, guidando ognuno dei miei passi, 
posso liberarmi dall'ansioso bisogno di sapere come sarà domani, o quel che accadrà il prossimo mese, o l'anno prossimo.
Posso essere pienamente dove sono e prestare attenzione ai tanti segni dell'amore di Dio in me e intorno a me.
Spesso parliamo del "buon tempo andato", ma quando vi riflettiamo criticamente e lasciamo perdere i nostri ricordi pieni di romanticismo, scopriremo presto che proprio a quell'epoca eravamo in grandi ansie circa il nostro futuro.
Quando confidiamo profondamente che l'oggi è il giorno del Signore e che il domani è saldamente nascosto nell'amore di Dio, i nostri volti possono distendersi e possiamo
sorridere a Colui che ci sorride.
Ricordo che una volta camminavo lungo la spiaggia con un amico. Parlavamo intensamente del nostro rapporto, sforzandoci di spiegare l'un all'altro e di comprendere i nostri sentimenti reciproci. Eravamo così preoccupati delle nostre difficoltà che non notammo il magnifico tramonto da cui si sprigionava un ricco spettro di colori, sopra le onde incappucciate di schiuma che si rompevano sulla vasta, silenziosa spiaggia. All'improvviso il mio amico esclamò: "Guarda... Guarda il sole... Guarda!". Mi mise un braccio intorno alle spalle e insieme contemplammo la rutilante sfera di fuoco scomparire gradualmente sotto l'orizzonte del vasto oceano.
In quel momento entrambi conoscemmo la speranza e la gioia.

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