Nessuna cosa è mai rinchiusa in se stessa,
e Proust il talmudista lo sa bene quando con la sua celebre madeleinette si è inventato la sinestesia, ovvero lo slittamento di ciascuno dei nostri sensi l’uno nell’altro.
Sapeva
che il silenzio è mettere in relazione le cose,
che il silenzio è la carne del mondo,
è l’ostetrica che mette al mondo le relazioni invisibili
che sono tra noi e che noi non vediamo,
come dicevano Merleau-Ponty e prima di lui Spinoza.
Così, appunto, che il silenzio diventa la carne del mondo ed è sostanza di tutte le cose».
Marc-Alain Ouaknin, il silenzio è la voce sottile della vita
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