sabato 25 dicembre 2010

Finiamo per credere che ciò che caratterizza la festa debba essere l´eccesso

Enzo Bianchi
Arrivano le feste, ma con esse anche una domanda sempre più pertinente: siamo ancora capaci di fare festa? Riusciamo ancora a segnare un tempo come festivo, diverso dal feriale quotidiano? E, se e quando ci riusciamo, di cosa abbiamo bisogno per distinguerlo dalle ormai sempre più numerose occasioni che abbiamo per festeggiare, stimolati come siamo da un mercato che ci vuole sempre pronti a consumare tempo e denaro in beni fuori dall´ordinario? Finiamo per credere che ciò che caratterizza la festa debba essere l´eccesso, la ricchezza, il poter spendere per il superfluo, lo stordirci con lo stra-ordinario. In questo senso il Natale è divenuta la ricorrenza che più di altre mostra la contraddizione in cui ci troviamo e il conseguente paradosso ditrovarci in ansia per la festa: siccome ha perso la preziosità che gli derivava del suo essere unica o quasi durante l´anno, ora sembra condannata a distinguersi dalle mille altre feste che ci siamo inventatiattraverso un "di più" di tutto: più spese, più regali, più cibi, viaggi più lontani, adunate più affollate... Eppure, il cuore e la mente ci dicono che per noi la vera festa è fatta di altro, di cose che non si pesano in quantità ma in qualità, che non si misurano in estensione ma in profondità: incontri autentici, momenti di condivisione, equilibri di silenzi e parole, tempo offerto all´altro nella gratuità. Se siamo onesti con noi stessi, il regalo più gradito non è quello che ci sorprende di più per la sua stranezza o per il suo prezzo, bensì quello che più è capace di narrarci il sentimento di chi lo porge. Come non ricordare la povertà dei regali negli anni del dopoguerra o, ancora oggi, in tante famiglie in difficoltà economiche? Eppure bastava e basta così poco per far risplendere il dono più umile: era e rimane sufficiente che il gesto che lo offre sappia al contempo porgere il cuore di chi dona, sappia parlare al cuore di chi riceve. A Natale, infatti, non dovremmo sorprendere l´altro con l´ostentazione della ricchezza o della stravaganza, né stordirlo con l´eccesso, bensì stupirlo e confermarlo con l´amore, l´affetto, l´attenzione che non sempre nel quotidiano trovano il tempo e il modo di essere esplicitati. Il piatto più apprezzato a tavola, allora, non sarà quello più esotico o costoso, maquello che meglio mostra che conosco i gusti di chi mi sta accanto, che so cosa lo rallegra, che cerco solo di dirgli "ti voglio bene". Del resto, il regalo che più rallegra ciascuno di noi, di qualunque età, non è mai l´ultima trovata di cui tutti parlano o l´ennesima novità straordinaria che nel giro di pochi mesi sarà superata, ma quel semplice oggetto che mi fa capire che chi lo ha scelto ha pensato proprio a me, ha saputo interpretare i miei desideri inespressi, mi ha letto nel cuore. Tutte cose, queste, che non si comprano in contanti né con carta di credito, anzi: sovente sonobeni poveri, sobri, umili, "feriali", ma che si accendono di novità per la carica di umanità che sappiamo immettervi. E così, a loro volta accendono di semplicità la festa, fanno sentire che quel giorno è diverso, non perché così dice il calendario dei negozi, non perché lo abbiamo ricoperto d´oro, ma perché abbiamo saputo guardare noi stessi, gli altri, la realtà con occhio diverso, con uno sguardo predisposto a scorgere il bene nascosto in chi amiamo, perché abbiamo saputo essere autenticamente noi stessi, desiderosi di amare e di essere amati. Sì, Natale è davvero festa quando l´amore trova spazio e tempo per essere narrato, semplicemente.

in “la Repubblica”

giovedì 23 dicembre 2010

Io leggo perché non ne posso fare a meno


Sono stanca ma ho voglia di entrare in un altro mondo. Voglio leggere. Il tempo di leggere è sempre perché è come vivere un'altra vita senza legami con quella vera. La vita del lettore è una vita verisimile. Come una realtà romanzesca in atto che riesce a esprimere tutte le sue potenzialità alterando i meccanismi estremi e ordinati dall'alto dello spazio e del tempo. Io leggo quando la mia mente è pronta a ricevere segnali che veicolano informazioni, credenze, intuizioni, sentimenti e realtà alternative. Io leggo e trovo il tempo per farlo anche se le informazioni degradate dal mondo vero e sporco stanno entrando dentro di me con forza esplosiva.
Io leggo perché non ne posso fare a meno. Leggo senza che nessuno mi dica di farlo. Leggo perché la passione, la sofferenza della lettura è  forte, più forte della degradazione attuale. La verismiglianza si rovescia in idealità costruttiva ed estraniante. Solo in quella condizione ho la rivelazione totale.
http://ilpiaceredileggere.splinder.com/

ospitalità

buon natale

auguri

dovere costituzionale di farsi capire

Le parole sono fatte, prima che per essere dette, per essere capite:
proprio per questo, diceva un filosofo,
gli dei ci hanno dato una lingua e due orecchie.
Chi non si fa capire viola la libertà di parola dei suoi ascoltatori.
È un maleducato, se parla in privato e da privato.
È qualcosa di peggio se è un giornalista, un insegnante,
un dipendente pubblico, un eletto dal popolo.
Chi è al servizio di un pubblico
ha il dovere costituzionale di farsi capire.
Tullio De Mauro

mercoledì 22 dicembre 2010

Chi può trovarmi qualcuno da amare?


Artista: Queen
Titolo: Somebody To Love
Titolo Tradotto: Qualcuno Da Amare

Chi può trovarmi qualcuno da amare?
Ogni mattina mia alzo e mi sento morire un po'
Riesco a malapena a stare in piedi
Guardo lo specchio e piango
Signore cosa mi stai facendo?
Ho passato tutta la mia vita a credere in te
Ma non riesco a riceverne conforto, Signore!
Qualcuno, qualcuno
Chi può trovarmi qualcuno da amare?
Lavoro duro ogni giorno della mia vita
Lavoro fino a rompermi le ossa
Alla fine porto a casa la mia paga guadagnata duramente
tutto solo
Mi inginocchio
E inizio a pregare
Finchè le lacrime non mi sgorgano dagli occhi
Signore - qualcuno - qualcuno
Chi può trovarmi qualcuno da amare

(Lui lavora sodo)

Ogni giorno - cerco e cerco e cerco -
Ma sembra che tutti vogliano umiliarmi
Dicono che sto impazzendo
Dicono che ho il cervello pieno d'acqua
Dicono che non ho buon senso
Non mi è rimasto nessuno in cui credere
Yeah - yeah yeah yeah
Oh Signore
Qualcuno - qualcuno
Chi può trovarmi qualcuno da amare?
Non ho più sensibilità, non ho ritmo
Continuo a perdere colpi
Tutto bene, sono a posto
Non subirò più sconfitte
Devo solo uscire da questa cella
Un giorno sarò libero, Signore!
Trovatemi qualcuno da amare
Chi può trovarmi qualcuno da amare

martedì 21 dicembre 2010

assai difficile decidere


" ... E' assai difficile decidere quando la stupidità assume le sembianze della furfanteria e quando la furfanteria assume le sembianze della stupidità.
Questa è l'unica ragione per la quale è sempre difficile giudicare un uomo politico ..."

lunedì 20 dicembre 2010

Siamo ancora in tempo per farci questo dono

Se volete vedere Dio sorridere parlategli dei vostri programmi futuri.
Non so chi è l’autore di questa espressione che cito a memoria ma sintetizza bene l’animo con cui dobbiamo vivere il quotidiano.
Nella nostra ansia di definire e controllare ogni cosa pensiamo di poter anche decidere gli eventi che ci aspettano. Ogni giorno ci vengono proposte mille opportunità, ma purtroppo un po’ per la nostra fretta, un po’ per la nostra incapacità di gestire il tempo, veniamo travolti dagli avvenimenti.
Senza accorgerci, rotoliamo da un giorno all’altro subendo ciò che accade senza la possibilità di soffermarci su ciò che viviamo e di godere delle esperienze che facciamo.
Nel percorso verso una vita armonica e matura, un punto di svolta importante
sarà quando riusciremo a interrompere l’atteggiamento di schiavitù rispetto ai fatti che succedono e prenderemo in mano il filo dellanostra esistenza. Sarà il momento in cui ci disporremo ad accogliere la novità che ogni giorno la vita ci riserva con l’attenzione particolare a dove si muove il bene. I  tempi saranno più dilatati, gli avvenimenti, anche quelli imprevisti, saranno accolti e ci sarà sempre un tempo adeguato per elaborare le esperienze vissute, per ripensarle, per farle diventare più nostre.

È il difficile ma gratificante cammino verso il “semplicemente vivere”. Il vivere pienamente riappropriandoci della gestione della nostra vita. La vita che ci è stata affidata ci chiede ogni giorno qualcosa per potersi esprimere pienamente, è importante che ci trovi pronti ad ascoltare, ad accoglierla, non distratti da mille pretesti, da mille doveri da compiere, da mille preoccupazioni e paure da esorcizzare.
In questo periodo la serena disponibilità della famiglia di Nazareth, che si pone in attesa di accogliere colui che ha detto le cose più vere e più belle sulla vita, ci invita a predisporre il nostro animo, il nostro tempo, le nostre cose per vivere un “bel Natale”. Siamo ancora in tempo per  farci questo dono. È questo il mio augurio.
http://www.oreundici.org/abbonamenti/dicembre2010f/Oreundici_dicembre_2010_full.pdf

domenica 19 dicembre 2010

Bloggers

Secondo il motore di ricerca Technorati, su internet esistono più di cento milioni di blog.
Questo farebbe pensare che l’autoespressione stia andando forte in tutto il mondo.
Invece no: il 94 per cento dei blog non viene aggiornato da almeno quattro mesi.