Spesso, quando si celebra qualcuno, lo si idealizza. Ci si dimentica che era anche lui un uomo. Se quell'uomo è caduto in circostanze avverse, a celebrarlo sono i sopravvissuti. Raramente ci si domanda perché loro siano sopravvissuti, e il celebrato no. A volte si celebra per mascherare una nostra mancanza, o per colpire meschinamente un avversario. A volte si confonde il vero con i sogni.
E quindi non dirò oltre di un uomo, il professor Aldo Coccio, che per tanti anni ha compiuto il suo dovere, in maniera umile e silenziosa. Come passano tutte le cose di questo mondo, anche lui è passato. Ci sarà un tempo e un luogo in cui tutte le cose saranno fatte nuove, e lì sarà dove il nostro ricordo riprenderà vita.
http://berlicche.splinder.com/
sabato 21 maggio 2011
venerdì 20 maggio 2011
fedele all'incerta chiarezza
Il Sig.Cogito e l'immaginazione
1
Il Sig.Cogito non si era mai fidato
dei trucchi dell'immaginazione
il piano sulla cima delle Alpi
suonava falsi concerti per lui
non apprezzava i labirinti
la Sfinge lo riempiva di disgusto
viveva in una casa senza cantina
senza specchi o dialettiche
giungle di immagini intrecciate
non erano la sua abitazione
raramente si sollevava
sulle ali di una metafora
e quindi cadeva come Icaro
nell'abbraccio della Grande Madre
adorava tautologie
spiegazioni
idem per idem
che un uccello è un uccello
schiavitù è schiavitù
un coltello è un coltello
morte rimane morte
amava
l'orizzonte piatto
una linea diritta
la gravità della terra
2
Il Sig.Cogito sarà annoverato
tra le specie minori
accetterà indifferentemente il verdetto
dei futuri studiosi della lingua
egli usava l'immaginazione
per scopi completamente diversi
voleva renderla
uno strumento di compassione
voleva capire fino in fondo
- la notte di Pascal
- la natura di un diamante
- la malinconia dei profeti
- l'ira di Achille
- la pazzia dell'assassino
- i sogni di Maria Stuarda
- la paura del Neanderthal
- la disperazione degli ultimi Aztechi
- le lunghe convulsioni di Nietzsche morente
- la gioia del pittore di Lascaux
- l'ascesa e la caduta di una quercia
- l'ascesa e la caduta di Roma
e così riportare ciò che è morto in vita
preservare il patto
l'immaginazione del Sig.Cogito
ha il moto di un pendolo
oscilla con precisione
da sofferenza a sofferenza
non c'è posto in essa
per i fuochi artificali della poesia
lui vorrebbe rimanere fedele
all'incerta chiarezza.
Zbigniew Herbert (Leopoli, 29 ottobre 1924 – Varsavia, 28 giugno 1998) è stato un poeta, saggista e drammaturgo polaccouno degli autori europei più noti del Novecento.
1
Il Sig.Cogito non si era mai fidato
dei trucchi dell'immaginazione
il piano sulla cima delle Alpi
suonava falsi concerti per lui
non apprezzava i labirinti
la Sfinge lo riempiva di disgusto
viveva in una casa senza cantina
senza specchi o dialettiche
giungle di immagini intrecciate
non erano la sua abitazione
raramente si sollevava
sulle ali di una metafora
e quindi cadeva come Icaro
nell'abbraccio della Grande Madre
adorava tautologie
spiegazioni
idem per idem
che un uccello è un uccello
schiavitù è schiavitù
un coltello è un coltello
morte rimane morte
amava
l'orizzonte piatto
una linea diritta
la gravità della terra
2
Il Sig.Cogito sarà annoverato
tra le specie minori
accetterà indifferentemente il verdetto
dei futuri studiosi della lingua
egli usava l'immaginazione
per scopi completamente diversi
voleva renderla
uno strumento di compassione
voleva capire fino in fondo
- la notte di Pascal
- la natura di un diamante
- la malinconia dei profeti
- l'ira di Achille
- la pazzia dell'assassino
- i sogni di Maria Stuarda
- la paura del Neanderthal
- la disperazione degli ultimi Aztechi
- le lunghe convulsioni di Nietzsche morente
- la gioia del pittore di Lascaux
- l'ascesa e la caduta di una quercia
- l'ascesa e la caduta di Roma
e così riportare ciò che è morto in vita
preservare il patto
l'immaginazione del Sig.Cogito
ha il moto di un pendolo
oscilla con precisione
da sofferenza a sofferenza
non c'è posto in essa
per i fuochi artificali della poesia
lui vorrebbe rimanere fedele
all'incerta chiarezza.
Zbigniew Herbert (Leopoli, 29 ottobre 1924 – Varsavia, 28 giugno 1998) è stato un poeta, saggista e drammaturgo polaccouno degli autori europei più noti del Novecento.
giovedì 19 maggio 2011
la consolazione nel cuore
[I libri] Li interrogo e mi rispondono. E parlano e cantano per me. Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la consolazione nel cuore. Altri mi insegnano a conoscere me stesso e mi ricordano che i giorni corrono veloci e che la vita fugge via. Chiedono solo un unico premio: avere un libero accesso in casa mia, vivere con me quando tanto pochi sono i veri amici. (Francesco Petrarca)
mercoledì 18 maggio 2011
dopo aver esperimentato il valore unico del dolore
Quando si è conosciuto il dolore in tutte le sfumature più atroci, nelle angosce più varie, e si son tese le mani a Dio in mute strazianti implorazioni, in sommesse grida di aiuto; quando si è bevuto il fondo del calice e si è offerta a Dio, per giorni e per anni, la propria croce, confusa con la sua, che la valorizza divinamente, allora Dio ha pietà di noi e ci accoglie nella sua unione.
È il momento in cui, dopo aver esperimentato il valore unico del dolore, dopo aver creduto all’economia della croce ed averne visto gli effetti benefici, Dio mostra in forma più alta e nuova qualcosa che vale più ancora del dolore.
È l’amore agli altri in forma di misericordia, l’amore che fa allargare cuore e braccia ai miserabili, ai pezzenti, agli straziati dalla vita, ai peccatori pentiti.
Un amore che sa accogliere il prossimo sviato, amico, fratello o sconosciuto, e lo perdona infinite volte. L’amore che fa più festa a un peccatore che torna che a mille giusti, e presta a Dio intelligenza e beni per permettergli di dimostrare al figliol prodigo la felicità per il suo ritorno.
Un amore che non misura e non sarà misurato.
È una carità fiorita più abbondante, più universale, più concreta di quella che l’anima possedeva prima. Essa infatti sente nascere in sé sentimenti somiglianti a quelli di Gesù, avverte affiorare sulle sue labbra, per quanti incontra, le divine parole: «Ho misericordia di questa turba» (cfr. Matteo 15, 32). E intavola con tanti peccatori che vengono a lei, perché un po’ immagine di Cristo, colloqui simili a quelli rivolti un giorno da Gesù alla Maddalena, alla samaritana o all’adultera. La misericordia è l’ultima espressione della carità, quella che la compie. E la carità supera il dolore, perché esso è soltanto di questa vita, mentre l’amore perdura anche nell’altra.
Dio preferisce la misericordia al sacrificio.
Dio preferisce la misericordia al sacrificio.
(Chiara Lubich)
Fonte: La Dottrina Spirituale, 2001
Centro Chiara Lubich Movimento dei Focolari
martedì 17 maggio 2011
Allora sarà amore
Se saprai starmi vicino, e potremo essere diversi,
se il sole illuminerà entrambi senza che le nostre ombre si sovrappongano,
se riusciremo ad essere “noi” in mezzo al mondo e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere.
se il sole illuminerà entrambi senza che le nostre ombre si sovrappongano,
se riusciremo ad essere “noi” in mezzo al mondo e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere.
Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo e non il ricordo di come eravamo,
se sapremo darci l’un l’altro senza sapere chi sarà il primo e chi l’ultimo,
se il tuo corpo canterà con il mio perché insieme è gioia…
se sapremo darci l’un l’altro senza sapere chi sarà il primo e chi l’ultimo,
se il tuo corpo canterà con il mio perché insieme è gioia…
Allora sarà amore e non sarà stato vano aspettarsi tanto.
(Pablo Neruda)
(12 luglio 1904 – 23 settembre 1973)
Premio Nobel per la letteratura nel 1971
(12 luglio 1904 – 23 settembre 1973)
Premio Nobel per la letteratura nel 1971
lunedì 16 maggio 2011
illumina ma non costringe
Cristo, so di essere amato per quello che è propriamente mio:
la mia povertà; e sento il bisogno di amare per quanto in proporzione mi venne e mi viene ogni giorno perdonato.
Credo nell'inestimabile dono della libertà, che illumina ma non costringe.
So di portare dentro la presenza, il fermento di una speranza
che va al di là della brevità della nostra giornata.
Sento che la vita ha un ordine di sacrificio a cui non ci si può rifiutare,
senza sentirsi colpevoli; la vita è un dovere, la vita è un costo,
la vita è un impegno, la vita bisogna guadagnarsela.
la mia povertà; e sento il bisogno di amare per quanto in proporzione mi venne e mi viene ogni giorno perdonato.
Credo nell'inestimabile dono della libertà, che illumina ma non costringe.
So di portare dentro la presenza, il fermento di una speranza
che va al di là della brevità della nostra giornata.
Sento che la vita ha un ordine di sacrificio a cui non ci si può rifiutare,
senza sentirsi colpevoli; la vita è un dovere, la vita è un costo,
la vita è un impegno, la vita bisogna guadagnarsela.
(don Primo Mazzolari)
domenica 15 maggio 2011
illumina il nostro voto
Signore Gesù, metti un lucchetto alla porta del nostro cuore,
per non pensar male di nessuno,
per non giudicare prima del tempo,
per non sentir male,
per non supporre,
ne interpretare male,
per non profanare il santuario sacro delle intenzioni.
Signore Gesù, legame unificante della nostra comunità,
metti un sigillo alla nostra bocca per chiudere il passo ad ogni mormorazione o commento sfavorevole.
Dacci di custodire fino alla sepoltura,
le confidenze che riceviamo o le irregolarità che vediamo,
sapendo che il primo e concreto modo di amare è
custodire il silenzio.
custodire il silenzio.
Semina nelle nostre viscere fibre di delicatezza.
Dacci uno spirito di profonda cortesia,
per riverirci l'uno con l'altro,
come avremmo fatto con te.
Signore Gesù Cristo, dacci la grazia di rispettare sempre.
Così sia.
Così sia.
(Ignacio Larrañaga)
Iscriviti a:
Post (Atom)