sabato 21 luglio 2012

per i quali vedi il mondo

Quando costeggi i muri
trovi un giorno degli uomini-porta
uomini-finestra
per i quali vedi il mondo
il paesaggio e gli altri uomini
così a volte all'infinito
Mettendoti dietro di loro 
va a finire che seguirai 
senza saperlo un cammino
in fondo al quale pure tu
forse ti aprirai


Jean-Pierre Lemaire

venerdì 20 luglio 2012

ero troppo occupato ad abbattere alberi

Da quanto tempo non permetti alla tua anima di pregare con le parole del salmo:
“O Dio tu sei il mio Dio all’aurora ti cerco, di Te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta, arida, senza acqua …”.
Ora è il tempo opportuno.
Sarebbe un’estate da raccontare…, tornando dal mare…!
Il raccontino è vecchio ma ci calza…
- C’era una volta un boscaiolo che si presentò a lavorare in una segheria. Il salario era buono per cui il boscaiolo volle fare bella figura.
Il primo giorno si presentò al capo reparto, il quale gli diede un’ascia e gli affidò una zona del bosco.
L’uomo, pieno di entusiasmo, andò nel bosco a fare legna. In una sola giornata abbatté diciotto alberi.
“Complimenti” gli disse il capo reparto.
Il giorno dopo il boscaiolo decise di migliorare il suo rendimento, quella sera andò a letto presto.
La mattina dopo si alzò prima degli altri e andò nel bosco.
Nonostante l’impegno, non riuscì ad abbattere più di quindici alberi.
“Devo essere stanco” pensò e decise di andare a dormire al tramonto.
Il giorno dopo furono sette, poi cinque, e l’ultimo giorno passò l’intero pomeriggio tentando di tagliare il suo secondo albero.
Preoccupato per quello che avrebbe pensato il capo reparto, il boscaiolo andò a raccontargli quello che era successo, e giurava e spergiurava che si stava sforzando ai
limiti dello sfinimento.
Il capo reparto gli chiese: “Quando è stata l’ultima volta che hai affilato la tua ascia?”.
“Affilare? Non ho avuto il tempo di affilarla: ero troppo occupato ad abbattere alberi…”-

Gesù si rivolge a noi e ci dice: “Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un pò”.
Don Michele Cuttano

giovedì 19 luglio 2012

scoglio isolato che nessuna onda sfiora ancora

Signore,
So bene che Tu sei in me,
Ma io non mi sento più abitato da Te.

Sono diventato così sterile,
Non irradio più la Tua luce,
Non produco più niente,
Sono come uno scoglio isolato
che nessuna onda sfiora ancora.

Quando allora
mi lascerò di nuovo
commuovere da Te,
impressionare da Te,
invadere da Te?

Quando ritornerò al Tuo porto?
Quando ritroverò la pace
della Tua presenza?
Quando tornerò ad essere
un vivente
animato dal meglio di Te?

Oh, Signore
Vieni,
che io ritrovi la mia anima.


Louis Evely

mercoledì 18 luglio 2012

il compito che mi spetta

Preghiera per il lavoro quotidiano
O Signore,
nelle cui mani è la salute,
io mi inginocchio davanti a te
perché ogni dono buono e perfetto
da te deve provenire.
Ti prego:
concedi abilità alla mia mano,
una chiara visione alla mia mente,
gentilezza e comprensione al mio cuore.
Concedimi sincerità d'intenti
e la forza di sollevare
almeno una parte dei fardelli
di questi sofferenti e fiduciosi uomini.
E concedimi di realizzare
il compito che mi spetta.
Togli dal mio cuore ogni colpa e impaccio,
così che, con la fede di un fanciullo,
possa confidare in Te.
Amen

Madre Teresa di Calcutta

martedì 17 luglio 2012

sotto il pungolo e la spinta delle difficoltà e del rischio

Dammi, o Signore, 
un figlio che sia tanto forte
da accorgersi quanto è debole,
tanto coraggioso da ammettere
di fronte a se stesso quanto ha paura;
un figlio che si conservi fiero e indomito
in una onorevole sconfitta,
umile e generoso nella vittoria.

Dammi, o Signore, 
un figlio che non sostituisca 
mai i desideri ai fatti;
un figlio che ti conosca, 
e che sappia che, conoscere se stesso, 
è il primo fondamento della felicità.

Guidalo, te ne prego,
non sulla via della ricchezza e delle comodità,
ma sotto il pungolo e la spinta 
delle difficoltà e del rischio.
Fa’ che impari a procedere eretto nella tempesta,
fa’ che impari a provare compassione
per chi è debole e cade.

Dammi un figlio che abbia il cuore limpido
E che ponga in te sil suo traguardo;
un figlio che impari a dominare se stesso
prima di voler dominare sugli altri;
che tenda al futuro,
senza mai dimenticare il passato.
E, quando tutte queste cose saranno sue,
concedigli ancora, te ne prego,
la capacità di sorridere, 
tanto da poter essere sempre serio
senza prendersi troppo sul serio.

Dagli l’umiltà,
dagli la semplicità della vera grandezza, 
l’ampio orizzonte dell’idea della vera saggezza,
la mitezza della vera forza.
Allora io, oserò sussurare:
non sono vissuto invano.

lunedì 16 luglio 2012

a volte più vicino


Lettera a May Ziadeh di Kahlil Gibran
New York, 11 giugno 1919
Un amico lontano
è a volte più vicino
di qualcuno a portata di mano.
E' vero o no
che la montagna ispira più reverenza
e appare più chiara al viandante della valle
che non all'abitante delle sue pendici ? 

domenica 15 luglio 2012

come fai ad annunciare la novità con una vita vecchia?


È impressionante anche notare come in un brano che riguarda la missione, in questo manuale per gli itineranti -itineranti, non sedentari!-, non si faccia questione tanto di contenuti -che cosa dovete andare a dire-, ma si spendano invece molte parole sullo stile - lo stile di vita - degli itineranti: uno stile di sobrietà, di semplicità, di limpidezza, di vicinanza.
Anche a questo riguardo - lasciatemelo dire - è avvenuto un rovesciamento: oggi quando si parla di evangelizzazione il pensiero corre subito al "che cosa vado a dire", e meno, molto meno, a "come devo essere io", il mio stile di vita.
Lo stile -si dice- è un fatto secondario. E non è vero. O, almeno, non è vero per Gesù, È come se lui ci dicesse: come fai ad annunciare la novità con una vita vecchia? Come fai a dare una notizia buona con la tua aria impregnata di pessimismo? Come fai a dire che Dio è vicino, se tu tieni le distanze? Come fai a dire che la nostra fiducia è Dio, se vai in cerca degli appoggi umani? Come fai a dire che la nostra ricchezza è il Vangelo, se rincorri all'ossessione, incontentabilmente, i beni del mondo?
Angelo Casati