sabato 31 dicembre 2016

attiene alla nostra capacità di andare al di là dove non c'è l'effimero.

La gioia è
caratteristica della dimensione dello spirito,
non è
il piacere dei sensi,
non
la felicità della psiche,
appartiene
al senso della vita,
ad un qualcosa di armonioso che si avverte dentro
quando in noi aumenta
la qualità del rapporto con gli altri e con le cose,
quando il rapporto è fatto di amore,
quello solido e fermo,
che non passa.

La gioia non viene dalle cose terrene,
non dipende da esse,
attiene alla nostra capacità di andare al di là
dove non c'è l'effimero.

A questo livello
si avverte un qualcosa
che non passa e che è sicuro,
che è diffusa quiete.

Quando si avverte la vita.

Mamma De Maio

venerdì 30 dicembre 2016

Non il proprio potere soltanto, ma quello dell'uomo.

Non credo che la felicità esista;
credo che esista soltanto
la gioia.
La gioia è quando ci si sente nel pieno
delle proprie forze,
della propria intelligenza,
del proprio potere;
quando si compie un'azione,
un'azione difficile,
e si riesce ad ampliare con essa
il potere dell'uomo.
Non il proprio potere soltanto,
ma quello dell'uomo.

Jean-Paul-Charles-Aymard Sartre

giovedì 29 dicembre 2016

qualunque cosa rechi questo giorno,

C'è buio in me
in te invece c'è luce;
sono solo,
ma tu non m'abbandoni;
non ho coraggio,
ma tu mi sei d'aiuto;
sono inquieto,
ma in te c'è la pace;
c'è amarezza in me,
in te pazienza;
non capisco le tue vie, ma
tu sai qual è la mia strada.

Tu conosci tutta l'infelicità degli uomini;
tu rimani accanto a me,
quando nessun uomo mi rimane accanto,
tu non mi dimentichi e mi cerchi,
tu vuoi che io ti riconosca
e mi volga a te.
Signore, odo il tuo richiamo
e lo seguo,
aiutami!
Signore,
qualunque cosa rechi questo giorno,
il tuo nome sia lodato!
Amen.
Dietrich Bonhoeffer, preghiera per i compagni di prigionia - Natale 1943

mercoledì 28 dicembre 2016

il senso del Natale: sbocciare,

"Vorrei fare con te
quello che fa
la primavera ai ciliegi”.
In questo incanto di parole
Pablo Neruda
racchiude
il senso del Natale:
sbocciare,
noi e Dio,
insieme,
come amanti,
uno di fronte all’altro,
occhi negli occhi.

Lascio ad Adriana Zarri di indicarci la strada:

“Se c'è uno stagno,
o anche soltanto una pozzanghera,
il cielo ci si specchia,
al tramonto ci si indugia la luce
e, la notte, ci cade dentro la luna:
tutto un mondo in una pozza d'acqua;
e noi non l'avevamo visto.
Distratti,
assenti,
avevamo solo fatto attenzione
a non bagnarci le scarpe.

Ma,
se appena la bellezza ci apre gli occhi,
sul mondo dilaga lo stupore:
stupefazione
che è l'incantamento,
che è gioia,
che è preghiera.”

Eccoci qua, io e Tiziano
Gesù, che predichiamo alla messa di Natale!
Giorgio Bonati

martedì 27 dicembre 2016

permettere a chi stiamo amando di essere se stesso

L'amore vero è
permettere a chi stiamo amando
di essere se stesso
e non ciò che ci aspettiamo.
Tutti noi abbiamo pronto
un "nome" cioè "un'aspettativa"
su chiunque entri attraverso un bene
nella nostra vita,
ma la prima dichiarazione d'amore
è stracciare questo nome
e permettere all'altro di rivelarcelo.

Luigi Maria Epicopo

lunedì 26 dicembre 2016

ogni riflessione spinge al silenzio

In questi momenti difficili da noi e in altri paesi del mondo,
molti staranno vivendo
un Natale da schifo.
Non so dare una spiegazione
e ogni riflessione spinge al silenzio.
Anche Dio è silente: 
come un bambino ignaro, 
dorme. 
Mi viene un sospetto:
e se tutto fosse così semplice?
Se la vita fosse, nella sostanza,
un consegnarsi,
un donarsi?
Un mistero da vivere
più che da indagare o risolvere?
E scoprire anche che a Natale
Dio ci manda un messaggio semplice: 
che non si è stancato di noi. 
E non si stancherà mai.

Una preghiera: 
Dona, Signore, in qualche modo, 
un segno di speranza e di vicinanza 
agli sconfitti, 
a chi non ne può più di vivere, 
a chi si augura di morire presto, 
a coloro che si arrendono.
Tu, Dio del Natale, 
non sei uno con cui arrabbiarsi o discutere. 
Ti presenti col volto disarmante di un bambino 
che si consegna e si fida di tutti”.

È un modo d’essere:
il migliore per vivere bene.
Sappiamo metterci in gioco,
abbandonando le nostre sicurezze
e la nostra “fede su misura”?.

BUON NATALE A TUTTI:
a chi lo aspetta,
e a chi proprio no.
Che Dio possa trovare un posto nelle nostre case.
Facciamo posto in noi allo stupore e alla meraviglia per l’immaginabile.
Non cerchiamo più Dio in luoghi sacri particolari.
Non brontoliamo più per la sua assenza:
Egli è qui, nel volto di ogni essere umano,
consegnato alla nostra indifferenza.

Corrado Magnani

domenica 25 dicembre 2016

5.Prepararsi alla liturgia della notte di Natale:.. ci ruba ciò che è essenziale alla vita buona proposta dal Vangelo

In questa notte, assumendo la nostra umanità, Gesù ci fa dono della sua condizione.
E, tuttavia, sebbene il dono di Dio sia irrevocabile,
la nostra appropriazione non è mai del tutto compiuto
perché patiamo il fascino di misurarci su altri modelli.
Basta andare solo per un attimo alla cronaca di questi giorni:
ci accontentiamo di molto meno ma, ahimè, a quale prezzo.
Dietro una crisi economico-finanziaria,
infatti, c’è un vero e proprio impoverimento del nostro essere uomini.
Non è forse vero che troppo spesso la persona umana è ridotta alla funzionalità dei suoi neuroni?
Che l’amore è considerato solo alla stregua di una combinazione chimica?
Che la famiglia è tale solo finché vige un accordo?
Che il diritto è ridotto a desiderio?
Che i valori morali sono ridotti al sentimento dell’istante?
Che la cultura è ridotta a opinione, la verità a sensazione e l’autenticità alla stregua dell’autoaffermazione?

Il riduzionismo ci seduce
ma al contempo
ci avvilisce
perché ci ruba ciò che è essenziale
alla vita buona
proposta dal Vangelo.

Una forma di vita non vale l’altra:
solo Gesù Cristo è in grado di dare forma compiuta alla nostra vera identità.
Lo hanno compreso molto bene i quattro bambini di Mosul decapitati di recente perché, a chi gli intimava di professare la formula di adesione all’Islam, hanno avuto la forza di rispondere:
“Non possiamo farlo. Amiamo Gesù e seguiamo solo lui”.

Prepararsi alla liturgia della notte di Natale
Antonio Savone