Mi chiamo Tempo. Non sono esistito da sempre ed un giorno passerò per sempre, ma in questo momento sto misurando la vita.
Gli uomini mi aspettano, si sottomettono a me, mi temono; ma nessuno- solo Dio - può fermarmi. Egli mi sorveglia e mi ha annunciato che sto per raggiungere la mia fine.
La maggior parte degli uomini credono che ci sarò sempre. Si sbagliano,quando mi fermo, c'è l'eternità.
In quel giorno sarà troppo tardi - troppo tardi per pentirsi, troppo tardi per riconciliarsi con Dio per mezzo di Gesù Cristo, troppo tardi per aver fede - non ci sarà altro che un'eternità colma di pace e gioia oppure di terrore e rimorso.
Oggi è il giorno della salvezza. Devi decidere oggi che sarai nell'eternità.
Oggi, io Tempo, esisto e passo. Verrà il giorno che tutto cambierà. Allora non ti sarà più possibile possedermi. Quando non ci sarò più, non avrai più alcuna occasione per decidere dove trascorrerai l'eternità.
sabato 30 ottobre 2010
venerdì 29 ottobre 2010
questo avvicendamento dei compiti
SIGNORE, insegnami a invecchiare,
convincimi che la comunità non compie alcun torto verso di me se mi va esonerando da responsabilità,
se non mi chiede più consigli ,
se non mi confida più i suoi progetti, le sue gioie, le sue pene,
se va indicando altri a sostituirmi,
se mi va emarginando.
Fa’ che io accolga, in questo graduale amaro distacco,
la legge del tempo, del tempo da te stabilita
ed avverta in questo avvicendamento dei compiti,
una delle espressioni più interessanti della vita che si rinnova
sotto l’impulso della tua Provvidenza.
Fa’, o Signore, che io riesca ad essere ancora utile
ed umile esempio al mondo in rapido rinnovamento,
con la preghiera e la gioia serena,
che incoraggi all’impegno chi è di turno nelle responsabilità,
vivendo senza rimpianti in un sereno stile comprensivo con tutti,
facendo delle mie umane e senili sofferenze, un dono a Dio di riparazione sociale. Concedimi infine, o Signore, che la mia uscita dal campo d’azione e
da questo terreno esilio sia semplice e naturale
come un sereno tramonto del giorno. Grazie. Amen.
Un'ultima cosa Signore, fa che questi sentimenti e questi atteggiamenti
li abbia principalmente per i miei figli.
A questo aggiungo uno stralcio di una preghiera di Quoist che ho già inserito un anno fa nel post del 5 marzo
Signore, ho tempo,
Ho tutto il tempo mio,
Tutto il tempo che Tu mi dai,
Gli anni della mia vita,
Le giornate dei miei anni,
Le ore delle mie giornate;
Son tutti miei.
A me spetta riempirli, serenamente, con calma
Ma riempirli tutti fino all'orlo.
convincimi che la comunità non compie alcun torto verso di me se mi va esonerando da responsabilità,
se non mi chiede più consigli ,
se non mi confida più i suoi progetti, le sue gioie, le sue pene,
se va indicando altri a sostituirmi,
se mi va emarginando.
Fa’ che io accolga, in questo graduale amaro distacco,
la legge del tempo, del tempo da te stabilita
ed avverta in questo avvicendamento dei compiti,
una delle espressioni più interessanti della vita che si rinnova
sotto l’impulso della tua Provvidenza.
Fa’, o Signore, che io riesca ad essere ancora utile
ed umile esempio al mondo in rapido rinnovamento,
con la preghiera e la gioia serena,
che incoraggi all’impegno chi è di turno nelle responsabilità,
vivendo senza rimpianti in un sereno stile comprensivo con tutti,
facendo delle mie umane e senili sofferenze, un dono a Dio di riparazione sociale. Concedimi infine, o Signore, che la mia uscita dal campo d’azione e
da questo terreno esilio sia semplice e naturale
come un sereno tramonto del giorno. Grazie. Amen.
Un'ultima cosa Signore, fa che questi sentimenti e questi atteggiamenti
li abbia principalmente per i miei figli.
A questo aggiungo uno stralcio di una preghiera di Quoist che ho già inserito un anno fa nel post del 5 marzo
Signore, ho tempo,
Ho tutto il tempo mio,
Tutto il tempo che Tu mi dai,
Gli anni della mia vita,
Le giornate dei miei anni,
Le ore delle mie giornate;
Son tutti miei.
A me spetta riempirli, serenamente, con calma
Ma riempirli tutti fino all'orlo.
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giovedì 28 ottobre 2010
Dio ci chiederà conto di ogni gioia che non avremo vissuta
Nelle mie letture dell’alba trovo una splendida poesia di J. L. Borges El remordimiento che voglio condividere con voi:
Ho commesso il peggiore dei peccati
Che possa commettere un uomo
Non sono stato
Felice
La provocazione mi ha fatto venire in mente un detto del Talmud che cito spesso:
Dio ci chiederà conto di ogni gioia che non avremo vissuta
Certo, la vita ci pone davanti molti ostacoli, e molti ne aggiungiamo noi. Ma non scordiamoci mai che Dio ci ha creato per essere felici e che la nostra vita tende alla felicità. Il peccato, come dice Borges (copiando la Bibbia!), è scordarsi di investire in questa progressiva “felicitazione”. Come scrive A.Gide:
Non c’è che una tristezza, quella di non essere santi.
Animo, cercatori di Dio, abbiamo un compito da svolgere, oggi.
mercoledì 27 ottobre 2010
innamorata delle proprie catene
“Tutto il mondo intero aspira alla libertà, tuttavia ciascuna creatura è innamorata delle proprie catene. Tale è il primo paradosso ed il nodo inestricabile della nostra natura”. Aurobindo (1872-1950) |
martedì 26 ottobre 2010
ISTANTE BREVISSIMO
Per te, mamma!
IL TEMPO CHE VIA VIA
TRASCORRE
E' ISTANTE BREVISSIMO.
CI SEI FINO A TAL PUNTO
DA PARERE CHE TU MANCHI.
Mario Luzi
IL TEMPO CHE VIA VIA
TRASCORRE
E' ISTANTE BREVISSIMO.
CI SEI FINO A TAL PUNTO
DA PARERE CHE TU MANCHI.
Mario Luzi
lunedì 25 ottobre 2010
Non condannare, non maledire, ma benedire
“La risposta del giusto, alle sofferenze che il mondo gli infligge, si chiama:benedizione. Questa è stata la risposta di Dio al mondo che ha inchiodato Cristo alla croce: benedizione. Dio non ricambia con la stessa moneta, e allora neanche il giusto deve farlo. Non condannare, non maledire, ma benedire. Se non fosse così, il mondo non avrebbe più speranza. Dalla benedizione di Dio e del giusto il mondo riceve vita ed ha un futuro. Benedire, cioè mettere la mano su qualcosa e dire: tu appartieni, nonostante tutto, a Dio. Così noi facciamo con quel mondo che ci infligge tali sofferenze. Noi non lo abbandoniamo, non lo rigettiamo, non lo disprezziamo, non lo malediciamo, ma lo invitiamo a venire verso Dio, gli diamo speranza, mettiamo la mano su di lui e diciamo: la benedizione di Dio venga su di te e ti rinnovi, sii benedetto, tu mondo creato da Dio, che appartieni al tuo Creatore e Salvatore. Noi abbiamo ricevuto la benedizione di Dio nella gioia e nel dolore. Ma, chi è stato benedetto, non può fare altro che trasmettere questa benedizione. Sì, egli deve essere, là dove si trova, una benedizione. Il mondo può essere rinnovato solo dall'impossibile; questo impossibile è la benedizione di Dio.”
domenica 24 ottobre 2010
non illuderti di poter avere per amici delle persone che non puoi annusare
Io rimango convinto che la ricerca della verità non possa prosperare al di fuori del nutrimento della reciproca fiducia che sboccia nella dedizione all'amicizia. Per questo ho cercato di identificare il clima che incoraggia l'amicizia e "l'aria condizionata" che ne ostacola la crescita.
Posso ricordare, ovviamente, il sapore delle forti atmosfere di altre epoche della mia vita: non ho mai dubitato, e oggi più che mai, che un ambiente 'monastico' sia il requisito dell'indipendenza necessaria ad ogni denuncia sociale fondata su solide basi storiche. Solo la dedizione gratuita degli amici mi permette di praticare l'ascetismo richiesto per affrontare situazioni moderne che rasentano il paradosso, come quella di rinunciare all'analisi dei sistemi e al tempo stesso digitare sul mio Toshiba...
Carlos mi aveva sempre detto: "Ivan, non ingannare te stesso; non illuderti di poter avere per amici delle persone che non puoi annusare."...
In quel periodo io ero considerato una persona eccentrica perchè prevedevo gli effetti collaterali indesiderati dello sviluppo, perchè parlavo ai sindacati della disoccupazione tecnogenica e alla sinistra della polarizzazione tra ricchi e poveri che aumentava in seguito alla crescente dipendenza dalle merci. Quello che allora sembrava un approccio isterico, oggi appare un punto di vista corroborato da fatti ben documentati, alcuni dei quali sono troppo orribili per poter essere fronteggiati...
Se ormai si ammette che l'esaurirsi delle forme di vita, la crescente immunizzazione degli agenti patogeni, i cambiamenti climatici, la scomparsa della cultura del lavoro e la violenza incontrollabile costituiscono gli effetti collaterali della crescita economica, difficilmente si riconosce che la vita moderna rappresenta una terribile minaccia per la sopravvivenza dell'atmosfera...
Intendevo innanzitutto demolire qualsiasi nozione universale di pace; volevo sottolineare la legittima aspirazione di ogni ethnos alla propria pace, il diritto di ogni comunità a essere lasciata nella sua pace. Mi sembrava importante chiarire che la pace non è una condizione astratta, ma una realtà spirituale affatto peculiare che deve essere gustata da ogni comunità nella sua particolare e non comunicabile unicità...
L'assemblea in Giappone mi diede l'opportunità di opporre il singolare spirito della pace nato nell' Europa cristiana al suo corrompimento e contraffazione, che si manifesta nel gergo politico internazionale quando istituisce un legame ideologico tra lo sviluppo e la pace. Io sostenevo che la gloria nascosta nella parola pax (pace), e fino a quel momento inimmaginata, potesse essere rivelata solo
sganciando pax dallo sviluppo...
Le incarnazioni caleidoscopiche della pace si riferiscono tutte a un'atmosfera particolare, altamente desiderabile...
L'ecclesia si formò attraverso un'azione rituale pubblica, la liturgia, e il cuore della liturgia era la conspiratio. La principale celebrazione cristiana viene quindi intesa esplicitamente in un senso affatto corporeo, come un cospirare che produce una comune atmosfera, un milieu divino.
L'altro momento eminente della celebrazione era la comestio, la comunione della carne, l'inclusione del credente nel corpo del Verbo Incarnato, ma la communio era teologicamente collegata alla conspiratio che la precedeva. Conspiratio divenne l'espressione somatica più forte, chiara e inequivocabile che designa il processo non gerarchico di creazione di uno spirito di fraternità in preparazione della cena unificante. Attraverso l'atto di mangiare, i compagni cospiratori venivano trasformati in un noi, un'assemblea, che in greco si dice ekklēsÌa.
Dai tempi della mia formazione ho sempre ritenuto ovvio che la principale condizione di un'atmosfera propizia al pensiero indipendente fosse l'ospitalità coltivata dall'ospitante: un'ospitalità che esclude scrupolosamente sia la condiscendenza sia la seduzione; un'ospitalità che con la sua semplicità sconfigge la paura del plagio come del clientelismo; un'ospitalità che con la sua sincerità scongiura deliberatamente sia la sopraffazione sia il servilismo;
un'ospitalità che esige dagli ospitati tanta generosità quanta ne impone all'ospitante.Io ne ho avuta in dono una porzione abbondante, con il sapore di una rilassata, divertente, talora stravagante convivenza con compagni per lo più ordinari, ma talvolta bizzarri, che si sopportano reciprocamente.
IVAN ILLICH
Elogio della cospirazione Versione ampliata del discorso tenuto il 14 marzo 1998 a Villa Ichon (Brema), in occasione del conferimento del Premio per la cultura e la pace della città di Brema
Posso ricordare, ovviamente, il sapore delle forti atmosfere di altre epoche della mia vita: non ho mai dubitato, e oggi più che mai, che un ambiente 'monastico' sia il requisito dell'indipendenza necessaria ad ogni denuncia sociale fondata su solide basi storiche. Solo la dedizione gratuita degli amici mi permette di praticare l'ascetismo richiesto per affrontare situazioni moderne che rasentano il paradosso, come quella di rinunciare all'analisi dei sistemi e al tempo stesso digitare sul mio Toshiba...
Carlos mi aveva sempre detto: "Ivan, non ingannare te stesso; non illuderti di poter avere per amici delle persone che non puoi annusare."...
In quel periodo io ero considerato una persona eccentrica perchè prevedevo gli effetti collaterali indesiderati dello sviluppo, perchè parlavo ai sindacati della disoccupazione tecnogenica e alla sinistra della polarizzazione tra ricchi e poveri che aumentava in seguito alla crescente dipendenza dalle merci. Quello che allora sembrava un approccio isterico, oggi appare un punto di vista corroborato da fatti ben documentati, alcuni dei quali sono troppo orribili per poter essere fronteggiati...
Se ormai si ammette che l'esaurirsi delle forme di vita, la crescente immunizzazione degli agenti patogeni, i cambiamenti climatici, la scomparsa della cultura del lavoro e la violenza incontrollabile costituiscono gli effetti collaterali della crescita economica, difficilmente si riconosce che la vita moderna rappresenta una terribile minaccia per la sopravvivenza dell'atmosfera...
Intendevo innanzitutto demolire qualsiasi nozione universale di pace; volevo sottolineare la legittima aspirazione di ogni ethnos alla propria pace, il diritto di ogni comunità a essere lasciata nella sua pace. Mi sembrava importante chiarire che la pace non è una condizione astratta, ma una realtà spirituale affatto peculiare che deve essere gustata da ogni comunità nella sua particolare e non comunicabile unicità...
L'assemblea in Giappone mi diede l'opportunità di opporre il singolare spirito della pace nato nell' Europa cristiana al suo corrompimento e contraffazione, che si manifesta nel gergo politico internazionale quando istituisce un legame ideologico tra lo sviluppo e la pace. Io sostenevo che la gloria nascosta nella parola pax (pace), e fino a quel momento inimmaginata, potesse essere rivelata solo
sganciando pax dallo sviluppo...
Le incarnazioni caleidoscopiche della pace si riferiscono tutte a un'atmosfera particolare, altamente desiderabile...
L'ecclesia si formò attraverso un'azione rituale pubblica, la liturgia, e il cuore della liturgia era la conspiratio. La principale celebrazione cristiana viene quindi intesa esplicitamente in un senso affatto corporeo, come un cospirare che produce una comune atmosfera, un milieu divino.
L'altro momento eminente della celebrazione era la comestio, la comunione della carne, l'inclusione del credente nel corpo del Verbo Incarnato, ma la communio era teologicamente collegata alla conspiratio che la precedeva. Conspiratio divenne l'espressione somatica più forte, chiara e inequivocabile che designa il processo non gerarchico di creazione di uno spirito di fraternità in preparazione della cena unificante. Attraverso l'atto di mangiare, i compagni cospiratori venivano trasformati in un noi, un'assemblea, che in greco si dice ekklēsÌa.
Dai tempi della mia formazione ho sempre ritenuto ovvio che la principale condizione di un'atmosfera propizia al pensiero indipendente fosse l'ospitalità coltivata dall'ospitante: un'ospitalità che esclude scrupolosamente sia la condiscendenza sia la seduzione; un'ospitalità che con la sua semplicità sconfigge la paura del plagio come del clientelismo; un'ospitalità che con la sua sincerità scongiura deliberatamente sia la sopraffazione sia il servilismo;
un'ospitalità che esige dagli ospitati tanta generosità quanta ne impone all'ospitante.Io ne ho avuta in dono una porzione abbondante, con il sapore di una rilassata, divertente, talora stravagante convivenza con compagni per lo più ordinari, ma talvolta bizzarri, che si sopportano reciprocamente.
IVAN ILLICH
Elogio della cospirazione Versione ampliata del discorso tenuto il 14 marzo 1998 a Villa Ichon (Brema), in occasione del conferimento del Premio per la cultura e la pace della città di Brema
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