“La risposta del giusto, alle sofferenze che il mondo gli infligge, si chiama:benedizione. Questa è stata la risposta di Dio al mondo che ha inchiodato Cristo alla croce: benedizione. Dio non ricambia con la stessa moneta, e allora neanche il giusto deve farlo. Non condannare, non maledire, ma benedire. Se non fosse così, il mondo non avrebbe più speranza. Dalla benedizione di Dio e del giusto il mondo riceve vita ed ha un futuro. Benedire, cioè mettere la mano su qualcosa e dire: tu appartieni, nonostante tutto, a Dio. Così noi facciamo con quel mondo che ci infligge tali sofferenze. Noi non lo abbandoniamo, non lo rigettiamo, non lo disprezziamo, non lo malediciamo, ma lo invitiamo a venire verso Dio, gli diamo speranza, mettiamo la mano su di lui e diciamo: la benedizione di Dio venga su di te e ti rinnovi, sii benedetto, tu mondo creato da Dio, che appartieni al tuo Creatore e Salvatore. Noi abbiamo ricevuto la benedizione di Dio nella gioia e nel dolore. Ma, chi è stato benedetto, non può fare altro che trasmettere questa benedizione. Sì, egli deve essere, là dove si trova, una benedizione. Il mondo può essere rinnovato solo dall'impossibile; questo impossibile è la benedizione di Dio.”
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