L'oscurità è tanto lontana dalla nostra esperienza giornaliera quanto il silenzio.
Una volta, per illuminare, ci volevano gesti non ovvi, non facili;
oggi basta uno scatto.
Veniva una luce debole e tremula,
oggi fissa e invadente.
Di notte, non solo le città sono un agglomerato di bagliori,
ma anche i luoghi solitari sono trapunti di luci che disegnano strade e case.
Anche il luogo del silenzio assoluto, il firmamento,
è velato dalla coltre di luce artificiale che annuvola il cielo stellato.
Ci appariva come la più armonica unione di opposti:
quanto più colpiva l'occhio con l'acutezza dello scintillare,
tanto più si straniava dall'orecchio con l'arcano d'un assoluto tacere.
Tacet. Elogio del buon tacere
di Giovanni Pozzi
sabato 9 luglio 2016
venerdì 8 luglio 2016
si ascolta pienamente quando tutto tace intorno a noi e dentro di noi
È l'analogo della musica.
La si ascolta pienamente quando tutto tace intorno a noi e dentro di noi.
Modo più perfetto, a occhi chiusi.
Guardare l'orchestra o il pianista,
osservare il sincronismo tra l'agitarsi del maestro,
il va e vieni degli archi e la curva della melodia,
rispettivamente fra il rituale muoversi del busto,
lo scorrere delle mani sulla tastiera
e la cascata delle note,
amplifica la partecipazione allo spettacolo,
ma smorza l'incanto dei suoni.
Ce l'offre intiero l'organo quando canta in chiesa.
Lo si ascolta
senza nulla vedere di ciò che produce il suono.
Esce da un grembo oscuro e,
nell'immobile oscurità delle volte,
ci avvolge come un sudario.
Tacet. Elogio del buon tacere
di Giovanni Pozzi
giovedì 7 luglio 2016
un atteggiamento tutto rivolto ad accogliere la parola altrui
Per ascoltare occorre tacere.
Non soltanto attenersi a un silenzio fisico che non interrompa il discorso altrui
(o se lo interrompe, lo faccia per rimettersi a un successivo ascolto),
ma a un silenzio interiore,
ossia un atteggiamento tutto rivolto ad accogliere la parola altrui.
Bisogna
far tacere
il lavorio del proprio pensiero,
sedare
l'irrequietezza del cuore,
il tumulto dei fastidi,
ogni sorta di distrazioni.
Nulla come l'ascolto,
il vero ascolto,
ci può far capire la correlazione fra il silenzio e la parola.
Elogio del buon tacere
di Giovanni Pozzi
mercoledì 6 luglio 2016
Gradini
Come ogni fior languisce e
giovinezza cede a vecchiaia,
anche la vita in tutti i gradi suoi fiorisce,
insieme ad ogni senno e virtù, né può durare eterna.
Quando la vita chiama, il cuore
sia pronto a partire ed a ricominciare,
per offrirsi sereno e valoroso ad altri, nuovi vincoli e legami.
Ogni inizio contiene una magia
che ci protegge e a vivere ci aiuta.
Dobbiamo attraversare spazi e spazi,
senza fermare in alcun d'essi il piede,
lo spirto universal non vuol legarci,
ma su di grado in grado sollevarci.
Appena ci avvezziamo ad una sede
rischiamo d'infiacchire nell'ignavia:
sol chi è disposto a muoversi e partire
vince la consuetudine inceppante.
Forse il momento stesso della morte
ci farà andare incontro a nuovi spazi:
della vita il richiamo non ha fine....
Su, cuore mio, congedati e guarisci.
(Herman Hesse)
martedì 5 luglio 2016
IL Femminile
Il femminile è la capacità di abbandono e di tenerezza, l’accettazione del diverso, del debole, dello straniero.
È l'energia che guida il mondo. È il sentimento dolce e rutilante, erotico e avvampante che sussurra alle creature il mistero della vita.
È la Luna, è Artemide, è Persefone, Iside, Ishtar, è la madre che osserva, riflette, ama e non giudica.
È la nostra capacità di intendere e di comprendere, priva di pregiudizi e di rancori.
È l’energia raggiante che si dispiega benevola sulle creature.
È la possibilità di un mondo privo di lotte e odi. È la pace della mente e del corpo.
È la follia, la conoscenza, è contemporaneamente luce e buio, notte e giorno.
G. La Porta in Il ritorno della Grande Madre
È la Luna, è Artemide, è Persefone, Iside, Ishtar, è la madre che osserva, riflette, ama e non giudica.
È la nostra capacità di intendere e di comprendere, priva di pregiudizi e di rancori.
È l’energia raggiante che si dispiega benevola sulle creature.
È la possibilità di un mondo privo di lotte e odi. È la pace della mente e del corpo.
È la follia, la conoscenza, è contemporaneamente luce e buio, notte e giorno.
G. La Porta in Il ritorno della Grande Madre
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