sabato 19 novembre 2016

l'integrità dell'uomo

Sette pericoli per l'integrità dell'uomo di Mahatma Gandhi

1. Politica senza principi
2. Affari senza moralità
3. Scienza senza umanità
4. Conoscenza senza carattere
5. Ricchezza senza lavoro
6. Divertimento senza coscienza
7. Religione senza sacrificio

A questi sette, Arun Gandhi, nipote del Mahatma e fondatore dell'Istituto Gandhi per la nonviolenza, ne aggiunse un ottavo:

8. Diritti senza responsabilità

venerdì 18 novembre 2016

ferisce immensamente


La lode eccessiva fa soffrire.
Essere elogiati più del dovuto
ferisce immensamente.
Se offri argento,
è doloroso sentirselo chiamare ottone o oro;
tutto ciò che desideri è che la gente dica:
"Sì, è proprio argento"...,
poiché tale è.
Questo elogio è fondato.
Ma che lo chiamino oro
ti fa solo sentire
quanto disperatamente lontano tu sia
dal fabbricare oro.

  New York, 1 giugno 1924)
K a h l i l   G I B R A N  

giovedì 17 novembre 2016

ma quante illusioni, quante delusioni!

Tutto ciò che ci appaga o crediamo che ci appaghi, finiamo per amarlo
e, quando riteniamo di aver trovato il bene migliore,
quello diventa il nostro tesoro,
che si annida poi nelle profondità del nostro spirito,
ma quante illusioni, quante delusioni!
Quanti falsi tesori
che si dissolvono in un batter d'occhio e tramutano il momentaneo godimento in amara tristezza.
Il Signore conosce bene questa umana eventualità e
per questo ci ammonisce a non accumulare falsi tesori sulla terra. "
Quae sursun sunt sapite"- dice S. Paolo.
"cercate (gustate) le cose di lassù",
eleviamo cioè il nostro spirito verso i beni che non periscono, che durano oltre il tempo e non riguardano solo il nostro corpo e le vicende che viviamo su questa terra, ma rimangono sempre integri e diventano fonte di felicità eterna.
L'uomo d'oggi è spesso prostrato, avvinto e disorientato dai beni di consumo, che vengono proposti con la migliore seduzione pubblicitaria come motivi di benessere e di felicità.
Occorre saggezza e divina sapienza per sapersi difendere da questi continui assalti.
L'ultima parte del vangelo di oggi ci parla della vera purezza dell'anima, parla dell'occhio che ne è lo specchio.
O siamo illuminati dallo Spirito
e
di conseguenza tutto vediamo nella sua luce,
o
il nostro sguardo diventa tenebroso,
cioè sempre orientato
verso il buio e il male con tutte le sue brutture.

Fonte: Monaci Silvestrini

mercoledì 16 novembre 2016

sentire e comprendere la Tua ispirazione.

Così pregava Newmann:
“Ho bisogno che Tu m’istruisca, giorno per giorno,
su ciò che è l’esigenza e la ne­cessità di ogni giorno.
Concedimi, o Signore, la chiarezza della coscienza,
la quale sola può sentire e comprendere la Tua ispirazione.
I miei orecchi sono sordi; non posso percepire la Tua voce.
I miei occhi sono offuscati; non posso vedere i Tuoi segni.
Tu solo può affina­re il mio orecchio, acuire il mio sguardo
e purificare e rinnovare il mio cuore.
Insegna­mi a star seduto ai Tuoi piedi
e a prestare a­scolto alla Tua parola. Amen».

martedì 15 novembre 2016

il giorno, come un regalo mai aperto . . . gettato via.

Hai mai guardato i bambini in un girotondo?
O ascoltato il rumore della pioggia quando cade a terra?
O seguito mai lo svolazzare irregolare di una farfalla?
O osservato il sole allo svanire della notte?

Faresti meglio a rallentare.

Non danzare così veloce. Il tempo è breve. La musica non durerà.
Percorri ogni giorno in volo?
Quando dici "Come stai?", ascolti la risposta?
Quando la giornata è finita ti stendi sul tuo letto con centinaia di questioni successive che ti passano per la testa?

Faresti meglio a rallentare. Non danzare così veloce. Il tempo è breve. La musica non durerà.
Hai mai detto a tuo figlio, "lo faremo domani?" senza notare nella fretta, il suo dispiacere?
Mai perso il contatto, con una buona amicizia che poi finita perché tu non avevi mai avuto tempo di chiamare e dire "Ciao"?

Faresti meglio a rallentare. Non danzare così veloce. Il tempo è breve. La musica non durerà.
Quando corri cosi veloce per giungere da qualche parte ti perdi la metà del piacere di andarci.
Quando ti preoccupi e corri tutto il giorno, come un regalo mai aperto . . . gettato via.

La vita non è una corsa.
Prendila piano.
Ascolta la musica.



Scritta da Prof. Alessandro Cicognani
(Direttore Unità operativa di Pediatria, Università degli Studi di Bologna, Policlinico S.Orsola-Malpighi)

lunedì 14 novembre 2016

poi occorre costanza, forza e determinazione per

Il metodo è tutto.

Definire un buon metodo - e poi seguirlo - significa avere la certezza di raggiungere l'obiettivo prefissato.
Non si tratta più di esplorazione - andare alla ricerca di qualcosa, senza sapere dove si passerà e cosa si incontrerà - ma di semplice esecuzione del metodo - dove si conosce la strada e banalmente la si percorre, ormai più senza nessun tipo di indugio.

La definizione del metodo è dunque principio di ogni buon processo: definito il metodo giusto siamo sicuri del successo, al contrario definito un metodo sbagliato siamo sicuri della disfatta o comunque di un risultato non brillante e a cui seguiranno molte e molte correzioni da fare.

Trovare un buon metodo di fare le cose è tutto: poi occorre costanza, forza e determinazione per eseguirle.
Quindi già da principio si può comprendere il punto di arrivo di alcune situazioni, proprio osservando il metodo scelto ed applicato

Anche se magari siamo soltanto all'inizio dell'esecuzione, già si può capire dove si può arrivare seguendo questa via intrapresa - a meno che non si veda il problema del metodo e si decida per vere e reali correzioni del metodo - ma dunque è cambiato il metodo e dunque cambiano anche di conseguenza i punti arrivo.
E allora siamo ad affermare che dato un metodo, nell'osservazione dell'esecuzione del metodo già sappiamo dove arriveremo, portati dall'applicazione di quel metodo.

Infatti, calcisticamente parlando, è lo stop che già mette nelle condizioni buone per fare la prossima giocata, la giocata stessa, è fattibile solo per le condizioni create dello stop: mettersi sempre nelle condizioni di fare le cose. Poi le cose vengono da se, come naturale conseguenza.

domenica 13 novembre 2016

voglio sapere se ancora vuoi rischiare di sembrare stupido per...

Non mi interessa cosa fai per vivere, voglio sapere per cosa sospiri, e se rischi il tutto per trovare i sogni del tuo cuore. Non mi interessa quanti anni hai, voglio sapere se ancora vuoi rischiare di sembrare stupido per l'amore, per i sogni, per l'avventura di essere vivo. Non voglio sapere che pianeti minacciano la tua luna, voglio sapere se hai toccato il centro del tuo dolore, se sei rimasto aperto dopo i tradimenti della vita, o se ti sei rinchiuso per paura del dolore futuro. Voglio sapere se puoi sederti con il dolore, il mio o il tuo, se puoi ballare pazzamente e lasciare l'estasi riempirti fino alla punta delle dita, senza cautela, senza realismo e senza pensare alle limitazioni degli esseri umani. Non voglio sapere se la storia che mi stai raccontando sia vera, voglio sapere se sei capace di deludere un altro per essere autentico a te stesso, se puoi subire l'accusa di un tradimento e non tradire la tua anima. Voglio sapere se sei fedele e quindi di fiducia. Voglio sapere se sai vedere la bellezza anche quando non è bella tutti i giorni, se sei capace di far sorgere la tua vita con la tua sola presenza. Voglio sapere se puoi vivere con il fracasso, il tuo o il mio, e continuare a gridare all'argento di una luna piena. Non mi interessa sapere dove abiti o quanti soldi hai, mi interessa se ti puoi alzare dopo una notte di dolore, triste o spaccato in due, e fare quel che si deve fare per i bambini. Non mi interessa chi sei, o come hai fatto per arrivare fin qui, voglio sapere se sapresti restare in mezzo al fuoco senza retrocedere. Non voglio sapere cosa hai studiato, o con chi o dove, voglio sapere cosa ti sostiene dentro, quando tutto il resto non l'ha fatto. Voglio sapere se sai stare da solo con te stesso, e se veramente ti piace la compagnia che hai in quei momenti vuoti. Oriah