sabato 28 luglio 2012

il ricordo della nostra ragion d'essere

"- Il Padre che da lontano lo vide, si alzò e gli corse incontro, ed a lungo lo abbracciò: "si faccia festa..."-

La Festa, è la festa della presenza di Dio in mezzo a noi, è la commemorazione della nostra fondazione, è il ricordo della nostra ragion d'essere e la nostra ragione di essere insieme.
Dio è in noi ed è visibile. È per questo che ci mettiamo i nostri begli ornamenti, i nostri abiti colorati...; perché assumiamo la figura del dio.
La Festa è la presenza di Dio tra di noi ed è la presenza di noi stessi a Dio. È in qualche modo l'atto d'amore, il matrimonio del popolo con Dio. Ogni matrimonio è una festa, e ogni festa è un matrimonio; il matrimonio è una sfida alla morte: unendoci faremo sprizzare una scintilla di vita, faremo uscire da questa unione un vivente che durerà oltre la nostra morte.
Rinunceremo a noi stessi per entrare nella vita eterna. La Festa vuol dire questo.

Lanza del Vasto

venerdì 27 luglio 2012

quel qualcosa che desiderate fin dalla nascita

E non è forse vero che le vostre amicizie più durevoli sono nate nel momento in cui finalmente avete incontrato un altro essere umano che aveva almeno qualche sentore […] di quel qualcosa che desiderate fin dalla nascita e che cercate da sempre di trovare, di vedere e di sentire, sotto il flusso di altri desideri e in tutti i temporanei silenzi tra le altre passioni più forti, notte e giorno, anno dopo anno, dall’infanzia alla vecchiaia? Non l’avete mai posseduto. Tutte le cose che hanno mai posseduto profondamente la vostra anima ne sono state solo degli indizi - barlumi allettanti, promesse mai completamente realizzate, echi che si spegnevano subito, appena vi arrivavano alle orecchie. Ma se questa cosa dovesse veramente manifestarsi – se mai dovesse sentirsi un’eco che non si spegnesse subito ma si espandesse nel suono stesso – voi lo sapreste. Al di là di ogni possibilità di dubbio direste: “ecco finalmente quella cosa per cui sono stato creato”. 

Clive Staples Lewis, da Il problema della sofferenza

giovedì 26 luglio 2012

forza nella stanchezza


"benedizione del pellegrino"  a Rabanal dopo una suggestiva e toccante cerimonia  scandita da solenni canti gregoriani e officiata per i pellegrini da quattro monaci francescani:
 
O Dio. Tu che hai portato il tuo servitore Abramo dalla città di Ur dei Caldei, vegliando su di lui per tutto il suo peregrinare, Tu che sei stato guida del popolo ebraico nel deserto, noi ti chiediamo di degnarti di avere cura di questi tuoi servitori che, per amore del tuo nome, compiono un pellegrinaggio a Compostela. Accompagnali lungo il cammino, guidali nei crocevia, dà loro forza nella stanchezza, difendili dai pericoli, dà loro riparo lungo la via, ombra nella calura, luce nell’oscurità, conforto nello scoraggiamento, e fermezza alle loro intenzioni affinché, con la tua guida, possano giungere indenni al termine del loro viaggio ed arricchiti di grazie e  virtù possano fare un sicuro ritorno alle loro case, che ora soffrono la loro assenza, pieni di gioia salutare e duratura. Possa la benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo, discendere su di voi.

mercoledì 25 luglio 2012

se non ho visto in tutto questo l’amore di Dio


Preghiera del pellegrino
di Fratello Dino
Quand’anche avessi percorso tutti i sentieri,
superato montagne e valli da est a ovest,
se non ho scoperto la libertà di essere me stesso,
allora non sono ancora arrivato.
Quand’anche avessi condiviso tutti i miei beni
con persone di altre lingue e culture;
quand’anche avessi per amici dei pellegrini dell’altra parte del mondo
e dormito negli stessi alloggi dei santi e dei principi,
se, domani, non sono capace di perdonare al mio vicino,
allora non sono ancora arrivato.
Quand’anche avessi portato il mio sacco dal primo all’ultimo giorno
e sostenuto i pellegrini a corto di forze,
o ceduto il mio letto a qualcuno arrivato dopo di me,
donato la mia borraccia senza alcuna contropartita,
se, di ritorno a casa e al lavoro
non sono capace di seminare attorno a me la fratellanza,
la felicità, l’unità e la pace,
allora non sono ancora arrivato.
Quand’anche avessi ogni giorno mangiato e bevuto a sazietà,
a disposizione tutte le sere un tetto e una doccia,
ricevuto delle cure per le mie ferite,
se non ho visto in tutto questo l’amore di Dio,
allora non sono ancora arrivato.
Quand’anche avessi visitato tutti i monumenti
e ammirato i più bei tramonti,
imparato a dire buongiorno in tutte le lingue,
gustato l’acqua di tutte le fontane,
se non ho indovinato chi è Colui che, senza nulla attendere in cambio,
mi offre tanta bellezza e tanta pace,
allora non sono ancora arrivato.
Se adesso smetto di camminare sulla tua strada,
di proseguire la mia ricerca e di vivere in coerenza con ciò che ho imparato;
se, d’ora in avanti, non vedo in ogni persona, amico o nemico,
un compagno di strada;
se, ancora oggi, il Dio di Gesù di Nazareth
non è per me il solo Dio della mia vita,
allora non sono ancora arrivato.

martedì 24 luglio 2012

un arcobaleno di bene


Fai di me
un arcobaleno di bene
e di speranza
e di pace.
Arcobaleno
che per nessuna ragione
annunci
le ingannevoli bontà
le speranze vane
le false paci.
Arcobaleno
inarcato da te
quale annuncio
che mai fallirà
il tuo amore di Padre
la morte del tuo Figlio
la meravigliosa azione
del tuo Spirito, Signore.
DOM HELDER CAMARA

lunedì 23 luglio 2012

Dissipa le nostre paure


INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO di Don Tonino Bello
Spirito Santo, che riempivi di luce i profeti
e accendevi parole di fuoco sulla loro bocca,
torna a parlarci con accenti di speranza.
Frantuma la corazza della nostra
assuefazione all’esilio.
Ridestaci nel cuore nostalgie  di patrie perdute.
Dissipa le nostre paure.Scuotici dall’omertà.
Liberaci dalla tristezza di non saperci indignare
Per i soprusi consumati sui poveri.
 
E preservaci dalla tragedia di dover riconoscere
che le prime officine della violenza e dell’ingiustizia
sono ospitate nei nostri cuori.
Donaci la gioia di capire che tu non parli
solo dai microfoni delle nostre chiese.
Che nessuno può menar vanto di possederti.
E che, se i semi del Verbo sono diffusi in tutte le aiuole,
è anche vero che i tuoi gemiti si esprimono
nelle lacrime dei maomettani e nelle verità dei buddisti,
negli amori degli indù e nel sorriso degli idolatri,
nelle parole buone dei pagani e nella rettitudine degli at e i

domenica 22 luglio 2012

C'imbrogliò tutti, ci rovinò per gioco

"... Il racconto, il personaggio, non ebbi da inventarli, perché Giuda, l'ho incontrato.
E qualunque cosa volessi sapere de' motivi intimi dell'apostolo, mi bastava interrogare lui.
La prima volta non si presentò. Stava chiacchierando con altri mentre sbirciava dalla mia parte. Sciorinava storie facete e scurrili, però in mezzo a quella compagnia volgare e scempia, mi apparve come un giovane di educazione raffinata e d'ingegno acuto.
La seconda volta mi investì con saluti festosi come fossimo amici che si ritrovavano, e amici diventammo. S'attaccò a' miei passi e non mi lasciò più.
... Ci richiamarono affari urgenti di famiglia. Tornammo. Lo presentai ai miei. Intrigò con la moglie d'un mio fratello contro l'altro. C'imbrogliò tutti, ci rovinò per gioco. Il giorno che lo seppi scrissi le prime pagine del Giuda.
(Da "Giuda e io", avvertenza al lettore di Lanza del Vasto per l'edizione italiana del 1975)