sabato 1 settembre 2012

è senza interruzione, ed è il desiderio


Il tuo desiderio è la tua preghiera: se continuo è il tuo desiderio continua è pure la tua preghiera. L’Apostolo infatti non a caso afferma: “Pregate incessantemente”
(1 Ts. 5, 17). S’intende forse che dobbiamo stare continuamente in ginocchio 
o prostrati o con le mani levate per obbedire al comando di pregare incessantemente?
Se intendiamo così il pregare, ritengo che non possiamo farlo senza interruzione.
Ma v’è un’altra preghiera, quella interiore, che è senza interruzione, ed è il desiderio.
Qualunque cosa tu faccia, se desideri quel sabato (che è il riposo in Dio), non smetti mai di pregare.
Se non vuoi interrompere di pregare, non  cessare di desiderare.
Il tuo desiderio è continuo, continua è la tua voce.
Tacerai, se smetterai di amare.
Tacquero coloro dei quali fu detto:
“Per il dilagare dell’ iniquità, l’amore di molti si raffredderà” - ( Mt 24, 12).
La freddezza dell’amore è il silenzio del cuore, l’ardore dell’amore è il grido del cuore.
 Se resta sempre vivo l’amore, tu gridi sem­pre; se gridi sempre, desideri sempre;
se desideri, hai il pensiero volto alla pace.
“E davanti a te sta ogni mio desiderio” (Sal 37,10).
Se sta davanti a Lui il desiderio, come può non essere davanti a Lui
anche il gemito che è la voce del desiderio?
Perciò egli continua: “E il mio gemito a te non è nascosto”
(Sal 37,10), ma lo è a molti uomini.
(S. Agostino dal “Commento sui Salmi”)

venerdì 31 agosto 2012

per pietà, aspetta un poco


SE la porta del mio cuore resta chiusa, SIGNORE
sfondala ed entra nel mio animo,
NON TORNARE INDIETRO, o SIGNORE!
SE qualche giorno nelle corde del liuto non risuona il tuo dolce nome, 
per pietà, aspetta un poco,
NON TORNARE INDIETRO, o SIGNORE!
SE qualche volta la tua voce non rompe il mio sonno profondo, 
risvegliami con i colpi del tuo tuono,
NON TORNARE INDIETRO, o SIGNORE!
SE qualche giorno sul tuo trono preferirò far sedere un altro, 
o RE di tutti i giorni della mia vita,
NON TORNARE INDIETRO, o SIGNORE!
-- R. TAGORE--

giovedì 30 agosto 2012

I salmi, prima che espressione della fede in Dio, sono la narrazione dell’amore tra Dio e l’uomo

La tradizione ebraica e le tradizioni cristiane da millenni utilizzano questi testi per narrare e tramandare di generazione in generazione il mistero dell’incontro e del dialogo tra Dio e l’uomo, tra il cielo e la terra. Abbandonarsi a questa tradizione – come una barca si abbandona alle acque del fiume – è entrare nell’avventura di questo misterioso dialogo tra il divino e l’umano: da soggetti «confessanti», se ci si riconosce credenti, oppure da soggetti «uditori», se ci si proclama dubbiosi, incerti, indecisi o increduli. Per leggere un salmo (o per «pregare con un salmo» o «pregare un salmo») non si richiede necessariamente la fede ma, anteriore a questa, la disponibilità ad ascoltare ciò che in esso si dice. La fede è assenso a ciò che viene detto; ma l’assenso – il dire sì a ciò che è detto – presuppone l’ascolto: il fare spazio all’altro (in questo caso il testo) che parla. I salmi, prima che espressione della fede in Dio, sono la narrazione dell’amore tra Dio e l’uomo. Per questo essi sono un dono per tutti: per il credente che si riconosce in quella storia; per il non credente che l’ascolta o riascolta per decidere se entrarvi.  Carmine Di Sante

mercoledì 29 agosto 2012

nei salmi la speranza germoglia nell'abisso della disperazione

Il grido di Turoldo ricalcava, a volte alla lettera, il grido di disperazione degli oranti dei salmi. Voi tutti sapete quanta fosse la sua passione per i salmi, che tradusse, che volle musicati perche divenissero canto di tutti nelle eucaristie a Fontanella. La sua frequentazione dei salmi non l'aveva depauperato della fierezza, del coraggio. Non era un Dio pallido quello che lui aveva incontrato nelle Scritture sacre: era il Dio dei profeti, dei salmi, un Dio sanguigno. Che accetta anche il linguaggio della disperazione, della storia, della vita, ma non uccide i sogni: depone i potenti dai troni e innalza gli umili. Un Dio che non ci vuole arresi, ma resistenti. Preghiere a tal punto sanguigne, quelle dei salmi, che, se non si sapesse di dove vengono, gli uomini devoti griderebbero alla dissacrazione, alla violenza che rasenta la bestemmia. Ma nei salmi la speranza germoglia nell'abisso della disperazione. Grido e abbandono insieme. Angelo Casati

martedì 28 agosto 2012

ci vorrà molto tempo prima che arrivino qui

" ... E' una giornata talmente bella.
L'aria profuma di timo, gli alberi da frutto sono tutti in fiore.
Ma questo non significa nulla per i barbari;
anzi, loro nelle belle giornate preferiscono invadere.
C'è maggiore visibilità per i saccheggi ed i massacri.
Questi sono gli stessi barbari che - ho sentito dire - riempono di vittime gabbie di vimini e le incendiano in sacrificio ai loro dèi. Comunque sono molto lontani.
Ammesso che riescano ad attraversare il Reno, ammesso che vengano uccisi a migliaia, ammesso che il fiume non venga a tingersi del rosso del loro sangue, ci vorrà molto tempo prima che arrivino qui.
Non accadrà durante la nostra vita, forse."
(Da "Disordine morale" di Margaret Atwood - Ed. Ponte Alle Grazie)

senza clamori e senza rivelare le sue intenzioni

E' capitato a me ma a quanti sarà...

Quando il potere vuole estrometterti,
senza clamori e senza rivelare le sue intenzioni,
senza scoprirsi e senza spargimento di sangue,
senza prendersi le sue responsabilità
e senza prendere posizione,
basta che ti tolga l'ossigeno:
ti toglie la speranza, le relazioni, il senso del bello e dell'utile,
le prospettive e una qualificata spiritualità.
Così tu ti spegni,
lentamente, quotidianamente,
senza dar fastidio,
senza far rumore,
quasi senza emettere neppure un filo di fumo.
Ti spegni, diventi inattivo,
togli il disturbo, diventi invisibile.
E il potere ha raggiunto il suo scopo:
ha scaricato su di te la colpa di andartene,
di non essere attivo.
Il potere resta convinto e soddisfatto
di quel che fa e di come lo fa,
e si conferma nella sua insipienza.
don Chisciotte
tratto da un mio appunto scritto il 16.07.2012 sul retro de “Parole per vivere”. http://www.seitreseiuno.net/

lunedì 27 agosto 2012

ogni giorno fa qualcosa che non possa essere misurato


Manifesto
del contadino
impazzito

Amate pure il guadagno facile,
l'aumento annuale di stipendio, le ferie pagate.
Chiedete più cose prefabbricate,
abbiate paura di conoscere i vostri prossimi e di morire.
Quando vi vorranno far comprare qualcosa
vi chiameranno.
Quando vi vorranno far morire per il profitto,
ve lo faranno sapere.

Ma tu, amico, 
ogni giorno fa qualcosa che non possa essere misurato.
Ama la vita. Ama la terra.
Conta su quello che hai e resta povero.
Ama chi non se lo merita.
Non ti fidare del governo, di nessun governo.
E abbraccia gli esseri umani:
nel tuo rapporto con ciascuno di loro riponi la tua speranza politica.

Approva nella natura quello che non capisci,
perché ciò che l'uomo non ha compreso non ha distrutto.
Fai quelle domande che non hanno risposta.
Investi nel millennio... pianta sequoie.
Sostieni che il tuo raccolto principale è la foresta che non hai seminato,
e che non vivrai per raccogliere.
Poni la tua fiducia nei cinque centimetri di humus
Che crescono sotto gli alberi ogni mille anni.

Finché la donna non ha molto potere,
dai retta alla donna più che all'uomo.
Domandati se quello che fai
potrà soddisfare la donna che è contenta di avere un bambino.
Domandati se quello che fai
disturberà il sonno della donna vicina a partorire.
Vai con il tuo amore nei campi.
Risposati all'ombra.

Quando vedi che i generali e i politicanti
riescono a prevedere i movimenti del tuo pensiero,
abbandonalo.
Lascialo come un segnale della falsa pista,
quella che non hai preso.
Fai come la volpe, che lascia molte più tracce del necessario,
diverse nella direzione sbagliata.
Pratica la resurrezione. 

W E N D E L L   B E R R Y
traduzione di Giannozzo Pucci 

domenica 26 agosto 2012

con l'afa dell'oppressione


"Le mie parole sono spirito e vita". C'è dentro un vento, un vento creatore, che ti rigenera, che suscita energie nuove, che apre cammini.
Come è bello pensarlo in questi giorni di ripresa, di ripresa della nostra vita quotidiana, dei nostri impegni quotidiani.
Non facciamolo stancamente, con l'afa dell'oppressione: Custodiamo nel cuore parole che sono vento creatore, che danno entusiasmo, che danno passione.
E tu, Signore, guardaci dal pericolo. Dal pericolo di essere qui oggi a celebrare le tue parole e di ritrovarci poi nella vita a osannare e celebrare altre parole. Perché "solo tu hai parole di vita eterna".
Angelo Casati