mercoledì 29 agosto 2012
nei salmi la speranza germoglia nell'abisso della disperazione
Il grido di Turoldo ricalcava, a volte alla lettera, il grido di disperazione degli oranti dei salmi. Voi tutti sapete quanta fosse la sua passione per i salmi, che tradusse, che volle musicati perche divenissero canto di tutti nelle eucaristie a Fontanella. La sua frequentazione dei salmi non l'aveva depauperato della fierezza, del coraggio. Non era un Dio pallido quello che lui aveva incontrato nelle Scritture sacre: era il Dio dei profeti, dei salmi, un Dio sanguigno. Che accetta anche il linguaggio della disperazione, della storia, della vita, ma non uccide i sogni: depone i potenti dai troni e innalza gli umili. Un Dio che non ci vuole arresi, ma resistenti. Preghiere a tal punto sanguigne, quelle dei salmi, che, se non si sapesse di dove vengono, gli uomini devoti griderebbero alla dissacrazione, alla violenza che rasenta la bestemmia. Ma nei salmi la speranza germoglia nell'abisso della disperazione. Grido e abbandono insieme. Angelo Casati
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