sabato 29 dicembre 2012
non da sottomessi o da schiavi, ma da innamorati
Quando si è innamorati, tutto di noi, mente, corpo e anima è unito verso l’oggetto del nostro amore. Per questo quando Gesù diceva: “Amate Dio con tutta la mente, con tutto il corpo e con tutta l’anima”, chiedeva di tornare ad amare Dio non da sottomessi o da schiavi, ma da innamorati. Don Luigi Verdi
venerdì 28 dicembre 2012
posare il suo pensiero sulle orme del tempo
LA MONTAGNA (Mina)
L'uomo chiese alla montagna il vento per posare il suo pensiero sulle orme del tempo perché qualcosa resti del suo lungo viaggio anche nel più lontano punto del suo cammino. L'uomo chiese alla montagna di toccare il cielo, la montagna realizzò quel suo desiderio e quando fu così una nuvola lo sfiorò in fondo al cuore che malato è di nostalgia. La montagna è il punto più alto dove la terra sfiora il cielo. I ghiacciai aumentano ancora di più il disegno della loro bellezza. L'uomo raggiunge la cima mai sazio di quella altezza. La creatura sale fino all'estremo confine e forse spera di incontrare Qualcuno che gli parli nel silenzio, che gli parli nel vento, che gli parli nel cuore.
giovedì 27 dicembre 2012
nulla di più dolce e di più vantaggioso può essere gustato e trovato
"Di tutti i valori umani, niente di più santo e di più utile può essere desiderato e cercato, nulla di più dolce e di più vantaggioso può essere gustato e trovato, dell'amicizia, benchè nulla sia così difficile da acquisire.
L'amicizia è fonte di benedizioni in questa vita e nell'altra.
La sua soavità rende attraenti tutte le virtù, mentre è capace di estirpare ogni specie di vizi. Addolcisce l'avversità e modera la buona fortuna, sicchè si può dire che nessun uomo può essere contento in questo mondo senza amici.
"Guai a chi è solo; se cade, non ha alcuno che lo rialzi". (Qo 4,10).
Chi non ha amici è proprio solo.
Al contrario pensa alla soddisfazione, alla gioia che uno prova nell'avere una persona alla quale poter parlare senza reticenze dei propri problemi personali, nell'avere qualcuno cui rivelare i propri punti deboli e manifestare senza arrossire, i propri progressi spirituali, cui confidare i segreti e le aspirazioni del cuore.
Nulla è più dolce di una tale unione di cuore a cuore e di mente a mente.
In simile unione non c'è posto per l'arrivismo nè per il sospetto.
La stessa correzione non è presa in cattiva parte, nè la buona parola per adulazione."
(A. Rievaulx)
L'amicizia è fonte di benedizioni in questa vita e nell'altra.
La sua soavità rende attraenti tutte le virtù, mentre è capace di estirpare ogni specie di vizi. Addolcisce l'avversità e modera la buona fortuna, sicchè si può dire che nessun uomo può essere contento in questo mondo senza amici.
"Guai a chi è solo; se cade, non ha alcuno che lo rialzi". (Qo 4,10).
Chi non ha amici è proprio solo.
Al contrario pensa alla soddisfazione, alla gioia che uno prova nell'avere una persona alla quale poter parlare senza reticenze dei propri problemi personali, nell'avere qualcuno cui rivelare i propri punti deboli e manifestare senza arrossire, i propri progressi spirituali, cui confidare i segreti e le aspirazioni del cuore.
Nulla è più dolce di una tale unione di cuore a cuore e di mente a mente.
In simile unione non c'è posto per l'arrivismo nè per il sospetto.
La stessa correzione non è presa in cattiva parte, nè la buona parola per adulazione."
(A. Rievaulx)
mercoledì 26 dicembre 2012
Anche il «fare il bene» può condurre a combinare guai notevoli
"Quando ci libereremo dal «complesso del convertire» (gli altri)?
Di fare proselitismo a ogni costo?
Quando smetteremo di imporre i nostri itinerari obbligati?
Quando finiremo di giocare noi al Medico, al Maestro, al Salvatore, riconoscendo che uno solo è il Medico, il Maestro e il Salvatore, e noi siamo soltanto « servi inutili », e spesso ingombranti?
Quando accetteremo, umilmente, di cercare insieme, di camminare insieme?
Quando cesseremo di fare entrare Dio a forza in certe anime?
E se fosse già entrato, silenziosamente, rispettosamente, magari per la porta di servizio, senza avvertirci, senza chiederci il permesso, senza lasciare nessuna orma visibile «fuori»?
Anche il «fare il bene» può condurre a combinare guai notevoli. Un certo tipo di fare del bene. Senza discrezione. Senza pudori. Con troppo orgoglio. Con una inconfondibile aria di superiorità. Al di fuori di un certo stile, di un certo modo insegnatoci dal Cristo.
Certa gente si illude di fare del bene a una determinata persona assediandola costantemente, asfissiandola senza misura con consigli esortazioni rimproveri minacce. Diventa una specie di persecuzione, che il più delle volte porta a risultati opposti a quelli sperati. Ognuno è custode del proprio fratello. Perfettamente d'accordo. Ma non deve essere il poliziotto del proprio fratello. Che ne spia ogni mossa, che ne studia tutti i movimenti, che ne interpreta (quasi sempre male) tutte le intenzioni.
Crediamo, poi, che per mettere sulla buona strada una persona, basti toglierle accuratamente tutte le occasioni di male, restringerle ostinatamente tutti gli spazi della libertà, tenerla continuamente sotto controllo. Dobbiamo essere testimoni, non poliziotti. Compagni di viaggio, non giudici. Amici, non spie.
Il prodigo cammina verso la Casa. Ogni tentativo di conversione può risultare una barriera. Il Padre ce l'ha già «dentro»".
Alessandro Pronzato, Vangeli scomodi, 297-298
Di fare proselitismo a ogni costo?
Quando smetteremo di imporre i nostri itinerari obbligati?
Quando finiremo di giocare noi al Medico, al Maestro, al Salvatore, riconoscendo che uno solo è il Medico, il Maestro e il Salvatore, e noi siamo soltanto « servi inutili », e spesso ingombranti?
Quando accetteremo, umilmente, di cercare insieme, di camminare insieme?
Quando cesseremo di fare entrare Dio a forza in certe anime?
E se fosse già entrato, silenziosamente, rispettosamente, magari per la porta di servizio, senza avvertirci, senza chiederci il permesso, senza lasciare nessuna orma visibile «fuori»?
Anche il «fare il bene» può condurre a combinare guai notevoli. Un certo tipo di fare del bene. Senza discrezione. Senza pudori. Con troppo orgoglio. Con una inconfondibile aria di superiorità. Al di fuori di un certo stile, di un certo modo insegnatoci dal Cristo.
Certa gente si illude di fare del bene a una determinata persona assediandola costantemente, asfissiandola senza misura con consigli esortazioni rimproveri minacce. Diventa una specie di persecuzione, che il più delle volte porta a risultati opposti a quelli sperati. Ognuno è custode del proprio fratello. Perfettamente d'accordo. Ma non deve essere il poliziotto del proprio fratello. Che ne spia ogni mossa, che ne studia tutti i movimenti, che ne interpreta (quasi sempre male) tutte le intenzioni.
Crediamo, poi, che per mettere sulla buona strada una persona, basti toglierle accuratamente tutte le occasioni di male, restringerle ostinatamente tutti gli spazi della libertà, tenerla continuamente sotto controllo. Dobbiamo essere testimoni, non poliziotti. Compagni di viaggio, non giudici. Amici, non spie.
Il prodigo cammina verso la Casa. Ogni tentativo di conversione può risultare una barriera. Il Padre ce l'ha già «dentro»".
Alessandro Pronzato, Vangeli scomodi, 297-298
martedì 25 dicembre 2012
con la stessa tenerezza
Sei venuto qui a prendere un germoglio: questa nascita del Signore è come un germoglio: E' solo un inizio. Lascia che cresca questo germoglio. Deponilo nella terra del tuo corpo, dei tuoi sentimenti, delle tue passioni, dei tuoi pensieri. Làsciati abitare. E parli questo bambino: parli alla tua vita, a tutta la tua vita. Perdonate se finisco ricordando un volto di donna, una donna anziana, classe 1911. Ci accolse nella sua casa, una di queste ultime mattine di dicembre, il 15 dicembre. Mentre la guardavo con tenerezza, gli occhi intravidero, oltre i vetri della finestra, vasi bellissimi di ciclamini. Mi venne spontaneo dirle il mio stupore e la mia ammirazione. Mi rispose: "Io a loro parlo". Era il segreto di quella intensità. Qualcuno, parlando, li faceva vivere.
E se provassimo a parlarci e a parlare a tutto con la stessa tenerezza, con lo stesso rispetto, con cui Dio nel suo Figlio ha parlato a noi, con la stessa tenerezza, lo stesso rispetto con cui quella donna ogni mattina parla ai suoi fiori? Non sarebbe un inizio? Piccolo, ma buon inizio? (don Angelo Casati)
lunedì 24 dicembre 2012
Chi è saggio nell'amore non guarda tanto al pregio del dono, quanto all'amore di colui che dona.
Fiumi di parole sono stati scritti sull'amore poiché essendo una "grande cosa", nulla lo spiega o lo esaurisce.
Vi riporto una piccola parte di un'antico scritto medievale, di incerta attribuzione a Tommaso da Kempis. Un testo che, se da una parte non ha bisogno di commenti per la sua interpretazione, dall'altra può ancora far nascere domande all'uomo contemporaneo assetato di amore autentico.
"Grande cosa è l'amore. Un bene grande, veramente. Un bene che, solo, rende leggera ogni cosa pesante e sopporta tranquillamente ogni cosa difficile; porta il peso, senza fatica, e rende dolce e gustosa ogni cosa amara.
Chi ama vola, corre lietamente; è libero, e non trattenuto da nulla; dà ogni cosa per il tutto, e ha il tutto in ogni cosa, perché trova la sua pace in quell'uno supremo, dal quale discende e proviene tutto ciò che è buono; non guarda a ciò che gli viene donato, ma, al di là dei doni, guarda a colui che dona.
Spesso l'amore non conosce misura, in un fervore che oltrepassa ogni confine. L'amore non sente gravezza, non tiene conto della fatica, anela a più di quanto non possa raggiungere, non adduce a scusa la sua insufficienza, perché ritiene che ogni cosa gli sia possibile e facile.
Colui che ama può fare ogni cosa, e molte cose compie e manda ad effetto; mentre colui che non ama viene meno e cade.
L'amore è sollecito, sincero e devoto; lieto e sereno; forte e paziente; fedele e prudente; longanime, virile e sempre dimentico di sé: chè, se uno cerca se stesso, esce fuori dall'amore.
Chi è forte nell'amore, regge alle tentazioni e non crede alla suadente furbizia del nemico. Come gli sono caro nella prosperità, così gli sono caro nelle avversità.
Chi è saggio nell'amore non guarda tanto al pregio del dono, quanto all'amore di colui che dona. Guarda più all'affetto che al prezzo, e pone tutti i doni al di sotto della persona amata."
Chi ama vola, corre lietamente; è libero, e non trattenuto da nulla; dà ogni cosa per il tutto, e ha il tutto in ogni cosa, perché trova la sua pace in quell'uno supremo, dal quale discende e proviene tutto ciò che è buono; non guarda a ciò che gli viene donato, ma, al di là dei doni, guarda a colui che dona.
Spesso l'amore non conosce misura, in un fervore che oltrepassa ogni confine. L'amore non sente gravezza, non tiene conto della fatica, anela a più di quanto non possa raggiungere, non adduce a scusa la sua insufficienza, perché ritiene che ogni cosa gli sia possibile e facile.
Colui che ama può fare ogni cosa, e molte cose compie e manda ad effetto; mentre colui che non ama viene meno e cade.
L'amore è sollecito, sincero e devoto; lieto e sereno; forte e paziente; fedele e prudente; longanime, virile e sempre dimentico di sé: chè, se uno cerca se stesso, esce fuori dall'amore.
Chi è forte nell'amore, regge alle tentazioni e non crede alla suadente furbizia del nemico. Come gli sono caro nella prosperità, così gli sono caro nelle avversità.
Chi è saggio nell'amore non guarda tanto al pregio del dono, quanto all'amore di colui che dona. Guarda più all'affetto che al prezzo, e pone tutti i doni al di sotto della persona amata."
domenica 23 dicembre 2012
non lasciarmi abbattere dai miei errori di giudizio
Signore, dammi il buonsenso,
la fiducia e la forza necessari
per crescere i figli nel modo migliore.
Talvolta mi accade di perdere la fiducia
nelle mie possibilità di essere un buon genitore.
Se mi guardo alle spalle,
capisco d'aver sbagliato tante volte.
Ho troppi rimpianti!
Perciò mi chiedo se gli errori che ho fatto
in qualche modo renderanno
la vita più difficile ai figli.
Signore, aiutami a non lasciarmi abbattere
dai miei errori di giudizio.
Fammi capire che nessun genitore è perfetto:
che sbagliare è normale, perchè siamo esseri umani.
Signore, ricordami sempre che Tu
non ci hai mai chiesto di essere perfetti,
ma di dare semplicemente amore.
Signore, insegnami ad amare,
perchè il mio amore, insieme al Tuo,
mi aiuti a capire i miei errori
(RENEE BARTKOWSKI)
Iscriviti a:
Post (Atom)