L’insegnamento
della liturgia odierna, tanto nella prima lettura, dove Dio indica
all’uomo la via dell’amore, quanto nel vangelo, dove Cristo
indica la via del discepolato, è incentrato sul tema dell’invito
che Dio rivolge all’uomo perché lo segua. Non sono infatti le vie
dell’uomo quelle che possono giovare alla nostra esistenza, bensì
quelle che Dio indica all’uomo come vie sicure da percorrersi.
L’invito a camminare con Dio risuona in Isaia sotto un duplice
aspetto. Il primo è quello orizzontale: le piste indicate da
Dio si possono ricondurre, per un verso, alla radice dell’amore del
prossimo: “Se offrirai il pane
all’affamato, se sazierai chi è digiuno” (v. 9). In
questo ambito si tratta di piste che si muovono sul registro del
primato della persona umana. All’uomo che si prende cura del suo
prossimo, dimenticandosi di se stesso, Dio promette di prendersi cura
Egli stesso di lui: “Allora
brillerà fra le tenebre la tua luce” (v. 9). L’amore che
mette l’uomo in movimento per rendere gli altri più felici non può
essere frenato dalla domanda: chi si occuperà di me? Una
domanda che appare meschina dinanzi alla Parola di Dio, che promette
l’infallibile assistenza divina a tutti coloro che sanno
dimenticarsi per rendere felici gli altri. Coloro che restano
ostinatamente concentrati su se stessi, non possono sperimentare la
consolazione interiore, dal momento che aspirano a ricevere la
consolazione umana. Anche in questo senso: “Chi
vorrà salvare la propria vita, la perderà” (Lc 9,24).
Il secondo è
quello verticale: ossia, l’ambito del primato di Dio, con un
amore rivolto verso di Lui e realizzato prevalentemente
nell’osservanza del sabato, vale a dire, nel ritagliare solo per
Dio il tempo sacro, destinandolo all’ascolto della sua Parola: “Se
tratterrai il piede dal violare il sabato, dallo sbrigare affari nel
giorno a me sacro…” (v. 13). L’amore dovuto a Dio si
manifesta innanzitutto nella distinzione del tempo sacro da quello
quotidiano e, più in generale, nella capacità di saper ricavare il
tempo per Dio, pur nell’assillo dei doveri della vita. Il tempo
consacrato a Dio è sacro ed è custodito gelosamente da tutti coloro
che Lo amano.
Don Vincenzo Cuffaro