LA RISPOSTA AI DISSIDI (Carlo Carretto)
A guardare questi eremi, dimora di uomini pacificati dalla preghiera e dall’accettazione gioiosa della povertà, si ha la risposta agli angosciosi dissidi che travagliano la nostra civiltà.
Vedete, ci dicono queste pietre: vedete che è possibile la pace. Non cercate il lusso nel fare le vostre case ma l’essenzialità. Allora la povertà diventerà bellezza e armonia liberante come potete vedere in questo eremo. Non distruggete la disoccupazione e i disagi, ma aiutate gli uomini a reinserirsi nelle campagne, a godere del lavoro artigianale e ben fatto, a risentire la gioia del silenzio e del contatto con la terra e col cielo. Non ammucchiate denaro che la svalutazione e i rapinatori vi insidieranno ma tenete aperta la porta del cuore al dialogo con fratello e il servizio al più povero.
Non prostituite il vostro lavoro costruendo oggetti che durano mezza stagione consumando le poche materie che ancora avete, ma fate secchi come questo secchio che vedete qui su questo pozzo e che tira su acqua da secoli ed è ancora in servizio.
Parlate tanto male del consumismo per riempirvi la bocca di parole e far tacere la cattiva coscienza e nello stesso tempo siete fedeli servi di esso incapaci di novità e fantasia. (da "Io, Francesco)
sabato 12 novembre 2016
venerdì 11 novembre 2016
il centro del mio essere sfugge ad ogni sguardo
“In un certo senso,
le beffe e le prove
che la vita ci somministra
possono avere una funzione liberatoria
nel momento in cui ci scuotono
e ci impediscono di sclerotizzarci in un’emozione
o in una rappresentazione di noi stessi. S
e capita che delle persone, nella metropolitana, si mettono a ridacchiare al mio passaggio [per la disabilità],
colgo quell’occasione per ricordarmi
che la mia essenza non si riduce alle apparenze,
e che il centro del mio essere sfugge ad ogni sguardo”
A. Jollien ( 1975), filosofo svizzero
(in C. Andrè-A. Jollien-M. Ricard, Tre amici in cerca di saggezza, Pozza editori 2016, p.41)
le beffe e le prove
che la vita ci somministra
possono avere una funzione liberatoria
nel momento in cui ci scuotono
e ci impediscono di sclerotizzarci in un’emozione
o in una rappresentazione di noi stessi. S
e capita che delle persone, nella metropolitana, si mettono a ridacchiare al mio passaggio [per la disabilità],
colgo quell’occasione per ricordarmi
che la mia essenza non si riduce alle apparenze,
e che il centro del mio essere sfugge ad ogni sguardo”
A. Jollien ( 1975), filosofo svizzero
(in C. Andrè-A. Jollien-M. Ricard, Tre amici in cerca di saggezza, Pozza editori 2016, p.41)
giovedì 10 novembre 2016
non ci sarà bisogno di soffrire
Un grande maestro spirituale
THICH NHAT HANH
Ognuno di noi sente ogni tanto di essere vittima di ingiustizie.
Siamo sempre pronti a parlare con gli altri delle nostre sofferenze e di quante ingiustizie abbiamo ricevuto.
Ma secondo gli insegnamenti del Buddha,
potrete riparare a quella ingiustizia soltanto
dentro di voi,
potete solo
trascenderla, trasformandola.
Non cercate di sopportare,
non sopprimete la vostra sofferenza,
praticate soltanto per far sì che il vostro cuore si espanda come il fiume
e allora non dovrete sopportare niente,
non ci sarà bisogno di soffrire.
Questa è la vera pratica della pazienza.
Nell'insegnamento buddhista la pazienza
non è cercare di mandar giù l'ingiustizia o di sopportarla,
ma di abbracciarla interamente
con il nostro grande cuore.
THICH NHAT HANH
Ognuno di noi sente ogni tanto di essere vittima di ingiustizie.
Siamo sempre pronti a parlare con gli altri delle nostre sofferenze e di quante ingiustizie abbiamo ricevuto.
Ma secondo gli insegnamenti del Buddha,
potrete riparare a quella ingiustizia soltanto
dentro di voi,
potete solo
trascenderla, trasformandola.
Non cercate di sopportare,
non sopprimete la vostra sofferenza,
praticate soltanto per far sì che il vostro cuore si espanda come il fiume
e allora non dovrete sopportare niente,
non ci sarà bisogno di soffrire.
Questa è la vera pratica della pazienza.
Nell'insegnamento buddhista la pazienza
non è cercare di mandar giù l'ingiustizia o di sopportarla,
ma di abbracciarla interamente
con il nostro grande cuore.
mercoledì 9 novembre 2016
IL DECALOGO LIBERALE DI BERTRAND RUSSELL
1. Non sentirti assolutamente certo di nulla.
2. Non pensare che valga la pena procedere nascondendo la realtà dei fatti, perché è sicuro che essa verrà alla luce.
3. Non cercare di scoraggiare la riflessione perché è sicuro che ci riuscirai.
4. Quando sei confrontato da una opposizione, anche se dovesse trattarsi di tuo marito o dei tuoi figli, cerca di superarla con la discussione e non con l'imposizione, perché una vittoria ottenuta con la forza è fittizia e illusoria.
5. Non avere alcuna venerazione per l'altrui autorità, in quanto si possono sempre trovare altre autorità ad essa contrarie.
6. Non utilizzare il potere per sopprimere opinioni che ritieni dannose, perché così facendo saranno le opinioni a sopprimere te.
7. Non aver paura di essere eccentrico nelle tue idee perché ogni idea ora accettata è stata una volta considerata eccentrica.
8. Trova più gusto in un dissenso intelligente che in un consenso passivo, perché, se apprezzi l'intelligenza come dovresti, nel primo caso vi è una più profonda consonanza con le tue posizioni che non nel secondo.
9. Sii scrupolosamente sincero, anche se la verità è scomoda, perché è ancora più scomodo il tentare di nasconderla.
10. Non provare invidia per la felicità di coloro che vivono di illusioni, perché solo uno sciocco può pensare che in ciò consista la felicità.
("La migliore risposta al fanatismo: il liberalismo" 1951, ora è nella sua Autobiografia)
2. Non pensare che valga la pena procedere nascondendo la realtà dei fatti, perché è sicuro che essa verrà alla luce.
3. Non cercare di scoraggiare la riflessione perché è sicuro che ci riuscirai.
4. Quando sei confrontato da una opposizione, anche se dovesse trattarsi di tuo marito o dei tuoi figli, cerca di superarla con la discussione e non con l'imposizione, perché una vittoria ottenuta con la forza è fittizia e illusoria.
5. Non avere alcuna venerazione per l'altrui autorità, in quanto si possono sempre trovare altre autorità ad essa contrarie.
6. Non utilizzare il potere per sopprimere opinioni che ritieni dannose, perché così facendo saranno le opinioni a sopprimere te.
7. Non aver paura di essere eccentrico nelle tue idee perché ogni idea ora accettata è stata una volta considerata eccentrica.
8. Trova più gusto in un dissenso intelligente che in un consenso passivo, perché, se apprezzi l'intelligenza come dovresti, nel primo caso vi è una più profonda consonanza con le tue posizioni che non nel secondo.
9. Sii scrupolosamente sincero, anche se la verità è scomoda, perché è ancora più scomodo il tentare di nasconderla.
10. Non provare invidia per la felicità di coloro che vivono di illusioni, perché solo uno sciocco può pensare che in ciò consista la felicità.
("La migliore risposta al fanatismo: il liberalismo" 1951, ora è nella sua Autobiografia)
martedì 8 novembre 2016
la gioia a poco a poco entrerà in te
Occupati dei guai, dei problemi del tuo prossimo.
Prenditi a cuore gli affanni, le esigenze di chi ti sta vicino. Regala agli altri la luce che non hai,
la forza che non possiedi,
la speranza che senti vacillare in te,
la fiducia di cui sei privo.
Illuminali dal tuo buio. Arricchiscili con la tua povertà.
Regala un sorriso quando tu hai voglia di piangere. Produci serenità dalla tempesta che hai dentro. "Ecco, quello che non ho te lo dono".
Questo è il tuo paradosso.
Ti accorgerai che la gioia a poco a poco entrerà in te, invaderà il tuo essere,
diventerà veramente tua nella misura
in cui l'avrai regalata agli altri.
Alessandro Manzoni
lunedì 7 novembre 2016
A te, o Dio, creatore dei mondi
A te, o Dio, creatore dei mondi,
che sei dovunque, nel cuore degli uomini,
e mite accogli le nostre preghiere,
devoti canti d'amore eleviamo.
Certo nessuno avrebbe osato
chiamare Dio col nome di Padre
se non avesse squarciato la notte
del gran mistero tuo figlio, Maria.
O Trinità misteriosa e beata,
noi ti lodiamo perchè ci donasti
la nuova aurora che annuncia il tuo giorno,
Cristo, la gloria di tutto il creato.
Ed ora, o chiesa, sei come la Vergine
l'arca che porta lo stesso mistero:
figli di Dio per lui ci chiamiamo
nel grande fuoco del santo suo Spirito.
P. Turoldo (da "la nostra preghiera" pag.1100)
domenica 6 novembre 2016
in attesa del travaso
Amici, mi sento
un tino bollente
di mosto dopo
felice vendemmia:
in attesa del travaso.
Già potata è la vite
per nuova primavera.
p. Turoldo (da “Ultime poesie (1991-1992)” – pag. 73)
un tino bollente
di mosto dopo
felice vendemmia:
in attesa del travaso.
Già potata è la vite
per nuova primavera.
p. Turoldo (da “Ultime poesie (1991-1992)” – pag. 73)
Iscriviti a:
Post (Atom)