"La vera fede in Dio deve fare solo questo:
stare accanto agli uomini e
ricordare con la propria vita e con il minor numero di parole possibile
che questa esistenza può avere un senso e
questo senso è l'amore, e
generare così nelle anime sfiduciate voglia di vivere". (Vito Mancuso, Obbedienza e libertà).
sabato 31 agosto 2013
venerdì 30 agosto 2013
senza amore...
" L'amore come attuazione dell'etica mondiale "
di Hans Kung
Il dovere senza amore rende uggiosi;
il dovere compiuto con amore rende equilibrati.
La responsabilità senza amore rende spietati;
la responsabilità esercitata nell'amore rende premurosi.
La giustizia senza amore rende duri;
la giustizia praticata nell'amore rende coscienziosi.
L'educazione senza amore rende cotraddittori;
l'educazione praticata nell'amore rende pazienti.
La saggezza senza amore rende scaltri;
la saggezza esercitata nell'amore rende comprensivi.
La gentilezza senza amore rende ipocriti;
la gentilezza esercitata nell'amore rende buoni.
L'ordine senza amore rende meschini;
l'ordine esercitato nell'amore rende magnanimi.
La competenza senza amore rende prepotenti;
la competenza esercitata nell'amore rende degni di fiducia.
Il potere senza amore rende violenti;
il potere esercitato nell'amore rende disponibili all'aiuto.
L'onore senza amore rende superbi;
l'onore praticato nell'amore rende moderati.
Il possesso senza amore rende avari;
il possesso praticato nell'amore rende generosi.
La fede senza amore rende fanatici;
la fede praticata nell'amore rende tolleranti.
Hans Kung - " Ciò che credo "
Il dovere senza amore rende uggiosi;
il dovere compiuto con amore rende equilibrati.
La responsabilità senza amore rende spietati;
la responsabilità esercitata nell'amore rende premurosi.
La giustizia senza amore rende duri;
la giustizia praticata nell'amore rende coscienziosi.
L'educazione senza amore rende cotraddittori;
l'educazione praticata nell'amore rende pazienti.
La saggezza senza amore rende scaltri;
la saggezza esercitata nell'amore rende comprensivi.
La gentilezza senza amore rende ipocriti;
la gentilezza esercitata nell'amore rende buoni.
L'ordine senza amore rende meschini;
l'ordine esercitato nell'amore rende magnanimi.
La competenza senza amore rende prepotenti;
la competenza esercitata nell'amore rende degni di fiducia.
Il potere senza amore rende violenti;
il potere esercitato nell'amore rende disponibili all'aiuto.
L'onore senza amore rende superbi;
l'onore praticato nell'amore rende moderati.
Il possesso senza amore rende avari;
il possesso praticato nell'amore rende generosi.
La fede senza amore rende fanatici;
la fede praticata nell'amore rende tolleranti.
Hans Kung - " Ciò che credo "
giovedì 29 agosto 2013
la vita quanto più è vuota, tanto più diventa pesante!
don Tonino Bello
La vita vuota non è
quando si svuota dei vostri assegni o dei vostri beni.
La vita vuota è
quando non si hanno ideali,
ed è pesante allora,
perché la vita non è come le valigie:
una valigia tanto più è piena tanto più è pesante,
ma la vita quanto più è vuota,
tanto più diventa pesante!
Io vi auguro
che possa essere leggerissima la vostra vita,
proprio perché sovraccarica anche di quella solidarietà
che dà sapore a tutti i vostri giorni e
che vi farà rimanere sempre giovani,
anche quando le vostre spalle si incurveranno
per il peso della vita!
mercoledì 28 agosto 2013
Il Silenzio è
Il Silenzio è mitezza:
quando non rispondi alle offese
quando non reclami i tuoi diritti
quando lasci a Dio la difesa del tuo onore
Il Silenzio è magnanimità:
quando non riveli le colpe dei fratelli
quando perdoni senza indagare nel passato
quando invece di condannare intercedi
Il Silenzio è pazienza:
quando soffri senza lamentarti
quando non cerchi consolazioni fuori di Dio
quando non intervieni, ma attendi che il seme germogli
Il Silenzio è umiltà:
quando taci per lasciare emergere i fratelli
quando non chiedi plauso e riconoscimenti
quando lasci che il tuo agire possa essere male interpretato
quando dai ad altri il merito e la gloria dell’impresa
Il Silenzio è fede:
quando taci perché è Lui che agisce
quando rinunci alle voci del mondo
per stare alla sua presenza
quando non cerchi comprensione
perché ti basta essere capito e usato da Lui
Il Silenzio è saggezza:
quando ricorderai che dovremo rendere conto di ogni parola inutile
quando ricorderai che il diavolo è sempre in attesa di una tua parola imprudente per nuocere e uccidere
Infine il Silenzio è adorazione:
quando abbracci la Croce, senza chiedere il perché
nell’intima certezza che questa è l’unica Via giusta…
(S.Giovanni della Croce)
martedì 27 agosto 2013
Nella Messa Gesù, oggi come allora, non lavora, non predica: Gesù si sacrifica per amore.
Se tu soffri e il tuo soffrire è tale che t’impedisce ogni attività,
ricordati della Messa.
Nella Messa Gesù, oggi come allora,
non lavora, non predica:
Gesù si sacrifica per amore.
Nella vita si possono fare tante cose, dire tante parole,
ma la voce del dolore,
magari sorda e sconosciuta gli altri, del dolore offerto per amore,
è la parola più forte,
quella che ferisce il Cielo.
Se tu soffri, immergi il tuo dolore nel suo:
dì la tua Messa;
e se il mondo non comprende non ti turbare:
basta ti capiscano Gesù, Maria, i santi:
vivi con loro e lascia scorrere il tuo sangue a beneficio dell’umanità:
come Lui.
La Messa!
Troppo grande per essere capita!
La sua, la nostra Messa.
(Chiara Lubich)
ricordati della Messa.
Nella Messa Gesù, oggi come allora,
non lavora, non predica:
Gesù si sacrifica per amore.
Nella vita si possono fare tante cose, dire tante parole,
ma la voce del dolore,
magari sorda e sconosciuta gli altri, del dolore offerto per amore,
è la parola più forte,
quella che ferisce il Cielo.
Se tu soffri, immergi il tuo dolore nel suo:
dì la tua Messa;
e se il mondo non comprende non ti turbare:
basta ti capiscano Gesù, Maria, i santi:
vivi con loro e lascia scorrere il tuo sangue a beneficio dell’umanità:
come Lui.
La Messa!
Troppo grande per essere capita!
La sua, la nostra Messa.
(Chiara Lubich)
lunedì 26 agosto 2013
Per battere questa malerba dobbiamo riconoscere che tutti facciamo parte di un’Unica Vita, dove siamo, ci muoviamo e abbiamo la nostra esistenza.
L’orgoglio spirituale è la presunzione che ci fa ritenere migliori dei nostri fratelli.
È una delle più pericolose e subdole manifestazioni di basso orgoglio:
esso ritorna spesso anche quando crediamo di averlo eliminato
e si ripresenta sempre in forma più sottile.
Volta a volta l’orgoglio intellettuale succederà all’orgoglio fisico:
l’orgoglio delle qualità psichiche a quello dello sviluppo spirituale;
ci sentiremo sempre più orgogliosi
per i nostri pregi morali,
per la purezza del carattere,
per il sentirsi più santi degli altri e così via.
Instancabilmente e insistentemente ritornerà sempre all’assalto!
Per battere questa malerba dobbiamo riconoscere che tutti facciamo parte di un’Unica Vita,
dove siamo,
ci muoviamo
e abbiamo la nostra esistenza.
In concreto non dobbiamo cadere nell’illusione della separatività
che ci porta a credere di non avere alcun rapporto con le altre manifestazioni della vita,
al punto di farci provare un sentimento di rivalità e di antagonismo verso i nostri simili.
Siamo tutti particelle infinitesimali della medesima Grande Vita,
alcuni ancora indietro nel fango degli strati inferiori del sentiero,
taluni che procedono passo passo al nostro fianco e
altri molto più avanzati di noi ma tutti sulla medesima Via.
Dobbiamo guardarci dall’orgoglio,
questo pericoloso nemico dell’avanzamento spirituale e
sostituirlo col pensiero che noi tutti abbiamo
la stessa origine,
lo stesso destino,
la stessa via da percorrere;
siamo tutti figli di Dio,
simili a scolaretti del Gran Giardino d’infanzia che è la vita.
Ricordiamoci che siamo tutti fratelli!
Fonte: Associazione Pax Cultura
domenica 25 agosto 2013
Essi si distinguono per l’amore altruistico, conoscono il vero senso della fraternità
L’orgoglio rende inutilizzabile il veicolo mentale,
impedendo quella vibrazione
che consentirebbe una proficua collaborazione col Maestro interiore,
sia Egli uno dei Grandi o "il Maestro nel cuore", la nostra Anima.
"Se la mente è instabile o appagata e se vibra per orgoglio,
la visione non si profila con chiarezza,
il Maestro si allontana "desolato" e "afflitto" per l’occasione di servizio sciupata
per colpa del servitore,
e cerca qualche altro,
forse non altrettanto dotato,
ma il solo disponibile dopo il fallimento del primo,
sul quale si era avvicinato".
Chi possiede una mente stabile,
scevra di orgoglio e ricettiva agli impulsi dall’alto,
sarà come un calice offerto al Maestro,
un canale in cui Questi potrà versare liberamente le Sue benedizioni per il Mondo.
Quando l’energia del pensiero entra in contatto con la materia,
menti minori l’afferrano e ne sono conquistate:
così appare il male che si manifesta come egoismo e orgoglio,
che tanto danno arrecano al Mondo.
La Gerarchia Spirituale del pianeta si esprime con un grande Organismo soggettivo,
i cui componenti possono anche essere incarnati,
ma che ricorrono all’apparato sensitivo interiore e all’intuito;
essi sono orientati verso lo Spirito,
polarizzati mentalmente,
consapevoli di un servizio inclusivo e
disposti a lavorare senza ricompensa,
in maniera soggettiva e "dietro le quinte",
analogamente alla stessa Gerarchia.
Occorre pertanto che non cedano all’ambizione,
all’orgoglio di nessun genere
ma che siano sensibili al prossimo e alle circostanze ambientali.
Tale gruppo non ha una organizzazione esteriore,
non ha uffici direttivi,
non ha neppure un nome.
Chiunque sia un vero servitore vi appartiene,
qualunque sia il campo di azione:
culturale, politico, scientifico, religioso, filosofico, psicologico, economico, ecc.
Essi si distinguono per l’amore altruistico,
conoscono il vero senso della fraternità e
vivono consacrati a servire in modo del tutto impersonale e senza riserve.
Non possono appartenere a questo gruppo
coloro che hanno la mente impreparata e l’intelletto privo di vigore,
che si sentono di essere diversi o estranei al proprio simile
e invasati dall’ambizione e dall’orgoglio.
Chi invece è qualificato per appartenervi
deve praticare l’innocuità,
non desiderare nulla per il sé separato e
scorgere il Divino in ogni cosa.
Ciò che impedisce il lavoro in comune è l’orgoglio mentale:
un leader del genere può conseguire un successo temporaneo,
ma alla lunga perderà gli elementi migliori e
resteranno attivi solo coloro
che assecondano la personalità di chi si crede al centro.
Colui che molto insiste sui propri metodi e concezioni,
s’accorgerà presto che il gruppo manca di quegli elementi
che lo renderebbero simmetrico ed equilibrato,
conferendo alle sue imprese le qualità che mancano al leader.
L’ambizione e l’orgoglio sono sentimenti
che costringono l’uomo,
per motivi egoistici di supremazia,
a sormontare qualsiasi ostacolo e a farsi largo senza alcun riguardo,
scostando qualsiasi cosa e chiunque volesse frapporsi fra lui e il proprio scopo.
Però possiamo coltivare quel tipo di ambizione
che ci sproni a lavorare per amore del lavoro,
che ci permette di dare piena espressione al divino istinto creativo,
che ci stimola ad eseguire qualsiasi cosa nel miglior modo possibile,
lavorando per l’Opera divina in piena armonia e all’unisono.
Fonte: Associazione Pax Cultura
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