sabato 24 novembre 2012

ora che sopraggiunge lunga sera


“Scompare a poco a poco, amore, il sole
ora che sopraggiunge lunga sera.
Con uguale lentezza dello strazio
farsi lontana vidi la tua luce
per un non breve nostro separarci.”

— Giuseppe Ungaretti,La tua luce (1968)

venerdì 23 novembre 2012

un dono che ci viene elargito


“Crediamo di fare le nostre scelte, di essere razionalmente signori del nostro destino; e invece non siamo mai noi a decidere i momenti in cui ci sentiamo vivi nel profondo, in cui conosciamo davvero la gioia, e ci inebriamo di felicità. E’ un dono che ci viene elargito, ma nessuno sa quando. Sta a noi non rifiutarlo per incertezza o per pavidità.”

— Antonia Arslan

giovedì 22 novembre 2012

due o tre secondi rubati all’eternità


“‎Certi giorni basta il semplice fatto di esistere per essere felici. Ci si sente leggeri leggeri, ci si sente talmente ricchi che viene voglia di condividere con qualcuno una gioia troppo grande. Il ricordo di quei momenti è il mio bene più prezioso. Forse perchè sono così rari. Un centesimo di secondo qui, un altro là sommati insieme non saranno che due o tre secondi rubati all’eternità”

— ROBERT DOISNEAU

mercoledì 21 novembre 2012

l’amore è fatto di volontà, di scelta e per questo deve essere ruvido, difficile per essere vero


“Tu non vuoi che gli altri vedano la tua fragilità. Hai paura che ne ridano. Ma quello che ti sfugge è che io ti guardo da vicino. Io ti ho scelto. Io ti amo. Io voglio vivere con te. Qualcuno ha detto che “ti amo” è sinonimo di “è bello che tu esista come sei e se non esistessi io ti ricreerei esattamente come sei, difetti compresi”. L’amore c’entra con le emozioni fino a un certo punto, l’amore è fatto di volontà, di scelta e per questo deve essere ruvido, difficile per essere vero. Forse ti sfugge che io sono dalla tua parte, combatto con te. Sono l’anima delle tue paure, dei tuoi dubbi. Mi riguardano. Portami nelle tue battaglie, fammele sentire, vedere: sono con te e avrò il coraggio di dirti quello che hai bisogno di sentirti dire. Non sono una tua nemica, ma la tua forza. Vorrei lo capissi. Decidi tu se vuoi che io guardi da vicino le tue fragilità o se vuoi continuare a nasconderle anche a me e tenerti distante, sperando che questo le faccia accettare non solo a me, ma anche a te. Io esisto per fartele accettare, perché le amo. Io non ci tengo a essere felice, io preferisco la vita, con le sue ombre. La felicità è una bella schifezza se non le insegni a vivere.”

— Alessandro D’Avenia, Cose che nessuno sa

martedì 20 novembre 2012

Tu non sei i tuoi pensieri


"Come un girasole" di Ermes Ronchi.
“Pregare non equivale a dire preghiere, con maggiore o minore attenzione. Forse, quando sei distratto, i tuoi pensieri non stanno pregando, e tuttavia tu preghi: pregano il tuo corpo e il tuo tempo. Prega la vita quando, per quel tempo, vuoi non anteporre nulla a Dio. E stai lì, alla presenza della Presenza. Quando, sia pure per un breve tempo, vuoi che niente sia più importante di Dio. Questa decisione del cuore che cos’é se non una dichiarazione d’amore?
Pregare: niente prima di Dio. Nonostante tutte le distrazioni. Allora spezzi il tuo tempo davanti a lui, fermi l’orologio, fai dono al Signore non tanto delle parole, ma di un frammento della tua vita, gli doni il tuo desiderio, sotto i tuoi mille pensieri, sempre al lavoro, come api in un alveare di fatica e di miele.
Tu non sei i tuoi pensieri: c’è un io più profondo dei pensieri e delle distrazioni, più profondo delle emozioni e della volontà, qualcosa che tutte le religioni hanno sempre sempre chiamato “cuore”. 
Lì, in quell’io più profondo. che viene prima , che viene prima  di tutte le divisioni, lì è la porta di Dio, dove va e viene il Signore, lì nasce la preghiera semplice, la preghiera breve, dove non conta la durata, ma dove l’istante del cuore si apre sull’eterno e l’eterno si insinua nell’istante.” 

lunedì 19 novembre 2012

mi indigno con me stesso e mi scuoto


E’ per questo che, lasciando la mia offerta davanti all’altare, mi indigno con me stesso e mi scuoto, rialzandomi dentro di me. Poi, dopo aver acceso la lampada del Verbo di Dio, con l’indignazione e l’amarezza del mio spirito entro nella casa buia della mia coscienza, come per vedere da dove provengano queste tenebre, da dove provenga questa odiosa oscurità che scava un abisso fra me e la luce del mio cuore.
Ed ecco, come un flagello di mosche che si precipita contro i miei occhi e poco manca che mi scacci dal domicilio privato della mia coscienza. Entro lo stesso, come è mio diritto, ed ecco un tumulto di pensieri così provocatorio, così sregolato, così mutevole, così confuso che il cuore dell’uomo, che pure li ha generati, non riesce a distinguerli.
Tuttavia sto seduto, come se mi accingessi a giudicarli. Ordino loro di presentarsi davanti a me, in modo da riconoscere il volto e la natura di ciascuno, per assegnargli il suo posto davanti a me.
Guglielmo di Saint Thierry Preghiere Meditative 9,2-4 Città Nuova, Roma 1998, p. 212

domenica 18 novembre 2012

mentre tramonta un anno e ne inizia un altro


È comunque importante ogni tanto fermarsi e ripassare le azioni più abituali delle nostre giornate per ritrovarne il significato, evitando così il rischio, tutt'altro che ipotetico, di viverle solo in superficie. È una riflessione che ci sembra opportuno offrire anche ai nostri lettori mentre tramonta un anno (liturgico) e ne inizia un altro.
Le piste di riflessioni che si prestano per dei momenti di raccoglimento come in un corso di esercizi spirituali sono molto varie. Potrebbe essere utile ad es. l'obiettivo di ripassare ciò che si ritiene più ovvio: le azioni più abituali della giornata. Ci sono appuntamenti così legati all' abitudine che sfuggono all' avvertenza, passano inosservati, eppure sono espressioni significative della vita. Non ci sono solo i momenti solenni ad es. le grandi tappe o i grandi appuntamenti segnati dall'età oppure le ricorrenze liturgiche che rompono la monotonia quotidiana. La vita è fatta di situazioni modeste, umili, feriali, inappariscenti, che finiscono sommerse nell'automatismo, eppure non sono insignificanti. È più che utile perciò il tentativo di perseguirne il senso e portarlo sul piano della coscienza. Il filo che collega i vari momenti della vita quotidiana è il tempo. Seguendone i ritmi è dato di imbattersi su azioni che abitualmente si sottraggono all'osservazione.   Mario Bizzotto