“Tutto il mondo intero aspira alla libertà,
tuttavia ciascuna creatura è innamorata delle proprie catene.
Tale è il primo paradosso ed il nodo inestricabile
della nostra natura”.
Aurobindo (1872-1950) 
“Non spedire opere tue a scrittori. Non si mandano scarpe fatte da sé ai calzolai perché provino a calzarle. Non si spedisce al pasticciere un dolce fatto in casa perché lo assaggi. Diventare scrittori, darselo per compito, definitivo o provvisorio, non passa dal contatto e dalla sponda di un altro scrittore. Quello è vicolo cieco non smistamento.”
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“Non avere capomastri. Puoi ammirare un’altra scrittura, a me è successo con l’argentino Jorge Luis Borges che ha fatto schizzare scintille di senso dall’attrito di un nome con un aggettivo. Ma poi devi scrollartelo di dosso per proseguire a scrivere. Se leggi un libro, fallo da lettore, non da collega dell’autore. Altrimenti può succederti quello che riferisce Robert Walser dopo la sua lettura di Charles Dickens: la disperazione di mettersi a scrivere dopo di lui. Si dispera perché ha letto Dickens da scrittore, sapendo di non poter mai scrivere quelle pagine come ha fatto lui. Ma è logico, Dickens sta nel campo della sua storia in cui eccelle e se ci entri devi essere in visita, da lettore e non da chi si compara all’autore”.
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” Uno scrittore deve piantare almeno un albero. Uno scrittore costa legno, polpa da cui produrre carta. Ogni storia pubblicata ha la prefazione scritta da una motosega. Le pagine sono state foglie. [...] Uno scrittore deve rimborsare il mondo con degli alberi. Ho la comodità di abitare in campagna, ho piantato tutti gli alberi del mio terreno. Crescono e allargano in terra la copertura dei rami. Ho procurato ombra. Questo potrò rispondere di me, questo alla fine dei conti è il miglior fatturato del mio tempo. Ho procurato ombra.”
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“Questa lettera non indica una direzione e non fornisce equipaggiamento. E’ un tentativo di scoraggiamento a darsi alla scrittura. Potrà essere scarica micidiale per l’incerto o cartucce a salve per l’ostinato. E se scoraggia solamente un poco, mi scuso di non poter distogliere di più.”
Erri De Luca – Tentativi di scoraggiamento (a darsi alla scrittura) – Ed. Dante & Descartes – Napoli 2009