Dietro la porta dell’anima
si nascondono i ricordi di ognuno.
Per i più sentirseli raccontare
non ha nessun significato, ma sovente capita
che qualcun’altro ci si specchi dentro…
...e riveda la propria storia.
E lì, in quel momento,
che si congiungono
i destini di tanti sconosciuti…
Giuseppe Nicola Di Leo, “La porta dell’anima”
“Credo di essere un poeta in ogni momento della mia vita. Essere un poeta significa essere umano. Conosco alcuni poeti il cui comportamento quotidiano non ha nulla a che fare con la loro Poesia. In breve, sono poeti solo quando scrivono poesie. Quando hanno terminato di scrivere, ...tornano... a essere nuovamente avidi, condiscendenti, tirannici, miopi,meschini. Dunque, io non credo alle loro poesie. Io apprezzo l’onestà nella vita e quando li scopro nelle loro poesie e nei loro saggi levare pugni e grida ne sono disgustata e dubito della loro veridicità. E penso tra me: “Forse è solo per un piatto di riso che gridano.” (Conversazione con Forug Farroukhzad, Teheran: Morvarid,1977)
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