Il metodo è tutto.
Definire un buon metodo - e poi seguirlo - significa avere la certezza di raggiungere l'obiettivo prefissato.
Non si tratta più di esplorazione - andare alla ricerca di qualcosa, senza sapere dove si passerà e cosa si incontrerà - ma di semplice esecuzione del metodo - dove si conosce la strada e banalmente la si percorre, ormai più senza nessun tipo di indugio.
La definizione del metodo è dunque principio di ogni buon processo: definito il metodo giusto siamo sicuri del successo, al contrario definito un metodo sbagliato siamo sicuri della disfatta o comunque di un risultato non brillante e a cui seguiranno molte e molte correzioni da fare.
Trovare un buon metodo di fare le cose è tutto: poi occorre costanza, forza e determinazione per eseguirle.
Quindi già da principio si può comprendere il punto di arrivo di alcune situazioni, proprio osservando il metodo scelto ed applicato
Anche se magari siamo soltanto all'inizio dell'esecuzione, già si può capire dove si può arrivare seguendo questa via intrapresa - a meno che non si veda il problema del metodo e si decida per vere e reali correzioni del metodo - ma dunque è cambiato il metodo e dunque cambiano anche di conseguenza i punti arrivo.
E allora siamo ad affermare che dato un metodo, nell'osservazione dell'esecuzione del metodo già sappiamo dove arriveremo, portati dall'applicazione di quel metodo.
Infatti, calcisticamente parlando, è lo stop che già mette nelle condizioni buone per fare la prossima giocata, la giocata stessa, è fattibile solo per le condizioni create dello stop: mettersi sempre nelle condizioni di fare le cose. Poi le cose vengono da se, come naturale conseguenza.
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