sabato 27 marzo 2010
Il segno della croce
Nel tempo di Quaresima il segno della croce che facciamo quasi automaticamente, può diventare un momento di grande consapevolezza e testimonianza della nostra fede cristiana.
Cosa distingue una preghiera cristiana dalle preghiere di altre religioni e culture? Può essere il segno della croce che tracciamo sul nostro corpo dando a ciascuna persona della Trinità il giusto posto. Questo gesto così semplice, che insegniamo ai bambini fin da piccoli, racchiude profondi significati teologici che richiamiamo brevemente alla memoria.
Alzo la mano verso l’alto. E’ la linea del Padre a cui è riservato il posto più alto e nobile della mia persona: il viso, la fronte. Mentre dico: “Nel nome del Padre” mi fermo un istante in questa posizione e riconosco Dio come creatore e signore della mia vita.
Ora la mano si abbassa in verticale dalla fronte al centro del grembo, della mia umanità. E’ la linea dell’incarnazione, la linea del Figlio che, generato dal Padre, è sceso nel mondo per abitare in mezzo a noi, dentro di noi. In questo mio centro è presente il Figlio: la mia umanità gli appartiene.
Ora traccio energicamente e lentamente la linea che congiunge la spalla sinistra alla destra E’ la linea dello Spirito santo che con la sua azione continua a diffondere la salvezza di Gesù sull’intera umanità. Il punto di massima espansione del mio corpo, infatti, sono le spalle. Prendo coscienza che questo gesto significa il passaggio dell’energia dello Spirito datore di vita, sul cosmo, sul mondo intero, sulla mia persona nella sua totalità.
Ho tracciato su di me il movimento della salvezza compiuto dalla Trinità: la sua origine nel Padre, la sua venuta nella persona del Figlio, la sua permanenza ovunque nello Spirito.
Tracciando due linee: dall’alto in basso, da sinistra a destra ho disegnato una croce, il segno in cui sono redento. Il segno dell’amore crocifisso di Dio è impresso in me, opera in me e attraverso di me.
- Nadia Bonaldo - http://www.paoline.it
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