venerdì 25 giugno 2010

Temo che le parole giuste siano introvabili

Quando scriviamo, il viaggio
     è a volte facile e scorrevole,
     a volte arduo e faticoso.

Placare le acque scure del cuore;
    cogliere dai pensieri profondi
    il giusto nome delle cose.

Solo quando la revisione è precisa
    la costruzione regge
    solida e a piombo.

Temo che il mio calamaio,
   possa prosciugarsi,
  
che le parole giuste
   siano introvabili.

L'arte della scrittura di Lu Ji (Guanda, 2002), poema in prosa sulla scrittura redatto in Cina da un uomo di guerra nel III secolo d.C., ma di grandissima attualità e ispirazione

Primo impulso

Il poeta sta al centro
di un universo,
contempla l’enigma
e trae nutrimento
dai capolavori del passato.
Osservando lo scorrere delle quattro stagioni,
sospiriamo;
scorgendo il legame intimo tra le cose,
conosciamo
le innumerevoli vie del mondo.
Piangiamo le foglie strappate
dalle crudeli mani dell’autunno;
celebriamo ogni tenero
germoglio di primavera.
Il gelo autunnale
fa rabbrividire il cuore;
le nuvole estive fanno esultare lo spirito.
Imparare a recitare i classici;
cantare nella chiara virtù
degli antichi maestri.
Esplorare i tesori classici
dove nascono forma e contenuto.
Così mosso, accanto i miei libri,
e prendo in mano il pennello
per comporre questo poema.

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