nell'articolo di Magris si legge:
Si hanno sempre più ragioni per desiderare che il tempo passi in fretta, che oggi sia già domani, che il futuro sia già arrivato, recando le risposte e le cose che si attendono ansiosamente e in tal modo si vive non per vivere ma per aver già vissuto, per essere sempre più vicini alla morte. Si viene scagliati come proiettili nel futuro, nella vita che ha sempre ancora da venire e non c’è veramente mai, mentre il presente ci viene strappato sotto i piedi come un tappeto.
da il"il domenicale", supplemento culturale del quotidiano Il Sole 24 Ore.
visto che mi andava ho riportato un pezzo di un grande di Trieste
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