giovedì 7 giugno 2012
povero Vescovo dalla croce pettorale fatta con un pezzo di legno di un albero che cresce nella sua terra
Un vescovo l'altra sera parlava a un gruppetto di giovani. Un Vescovo dall'aspetto molto dimesso, quasi trascurato. L'unico segno visibile della sua dignità era un grosso anello di metallo bianco con una pietra rettangolare viola: anelli del genere li ho visti soltanto portare da qualche operaio o contadino. Parlava con una certa difficoltà la nostra lingua e ogni tanto si faceva aiutare dall’uditorio, molto impegnato a suggerire le parole adatte. Una immensa diocesi la sua, grande come tutto il Belgio e appena una trentina di sacerdoti. Eppure era sereno, quasi ottimista, anche se, evidentemente, questo ottimismo voleva dire e era soltanto una Fede immensa e un Amore senza limiti.
Gli traspariva la ricerca appassionata del Regno di Dio nel mondo e l'impegno totale di
servire alla Gloria di Dio e al Mistero della salvezza di tutti gli uomini.
E quindi, allora, il desiderio struggente di rendere la Chiesa pronta e aperta a tutta la sua missione di presenza viva ed efficace del Mistero di Gesù Cristo dentro l'umanità specialmente del nostro tempo. Ne risultava, coraggiosa e scoperta, una visione di tutta la realtà umana nella difficoltà dei suoi rapporti con Dio, una oggettiva constatazione della disunione del mondo cristiano e del bisogno, così tanto sentito e scoperto di obbedienza al precetto del Signore di essere, fra fratelli, una cosa sola: e le possibilità, le complicazioni storiche, geografiche, i punti positivi raggiunti e le difficoltà, in questo momento, apparentemente insormontabili...
D'altra parte questo Vescovo dalla croce pettorale fatta col legno di un albero che un tempo copriva di foreste la sua terra e dall'anello pastorale come quello di un contadino, parlava con tanta schietta semplicità e onesta immediatezza, delle tremende responsabilità che pesano sulla Chiesa di Dio del nostro tempo.
Il Concilio, diceva, è una immensa fatica per una ricerca veramente appassionata, che la Chiesa fa per rinnovarsi e, per quanto l'assoluta e perfetta fedeltà alla Verità, di cui essa è custode e maestra infallibile, le consente, di adeguarsi al momento storico in cui vive l'umanità del nostro tempo in modo da essere, come misteriosamente, ma concretamente cioè storicamente deve essere, presenza continua del Mistero d'Incarnazione del Figlio di Dio fra gli uomini, Gesù Cristo...
...
Naturalmente il parlare del Vescovo è stato molto più vivo e colorito di questo povero articolo. Ci siamo permessi però di riferirne le idee più importanti: oltre a tutto hanno anche la preziosità di una sincerità sofferta e pagata, pensiamo, molto duramente, dal momento che non finiva di ringraziare perchè una famiglia che nemmeno lo conosceva gli ha dato un letto per quella notte. E al mattino quando l'abbiamo accompagnato alla stazione, voleva portare da sé, a tutti i costi, un grosso sacco a tracolla dove aveva le sue cose personali e una pesante valigia piena di libri e fogli e fotografie da distribuire in qualche seminario nella speranza di una vocazione che andasse a fare qualche prete in più di trenta che sono nella sua diocesi. Una diocesi grande come il Belgio e parrocchie con villaggi lontani anche 150 kilometri: povero Vescovo dalla croce pettorale fatta con un pezzo di legno di un albero che cresce nella sua terra.
La Redazione
La Voce dei Poveri
Anno VIII – Viareggio – dicembre 1963 – N. 11
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