Teologi, non vi preoccupate
d’immaginare un paradiso così etereo
che io non ho più voglia di andarci.
E voi, pittori,
non dipingete ali di angeli
in vortici esangui di azzurro, ma dipingete questa terra
con le sue nebbie e le sue nuvole,
le sue stagioni e le sue strade cementate di fango.
Il sole che tramonta nella nebbia
mi sta bene così;
la luna che scompare dietro al monte
mi sta bene così.
La primavera, l’estate, l’inverno, la neve:
la terra verde, la terra gialla, la terra bianca,
mi sta bene così.
E voi, poeti, non favoleggiate
di teorie di spiriti disincarnati e bianchi.
La fila dei bambini che va a scuola
mi sta bene così,
il grembiulino bianco e nero
mi sta bene così;
la mano, il piede, l’orma: tutto
mi sta bene così.
E tu, Signore.
Io non ti voglio immaginare
e non posso nemmeno nominarti
perchè si murano le labbra
ed il pensiero si discioglie
come una nuvola.
Pure tu mi stai bene come sei, anche
se non so come sei
e non voglio saperlo.
Non tentare di dirmelo, Signore.
Mi sta bene così.
(A. Zarri)
Nessun commento:
Posta un commento