martedì 8 gennaio 2013

avrebbero il potere di smascherare solo che si chiedessero: “cercano la giustizia? cercano l’umiltà?”


Guarda, ascolta e rifletti. Guarda, ascolta protagonisti dello “spettacolo” quotidiano, fissali in volto, ascolta il tono della voce, misura le proposte. Ti sembra che cerchino la giustizia? Ti sembra che cerchino l’umiltà? Avremmo un criterio stringente. Avremmo un motivo, e più d’uno, per resistere alla seduzione. La seduzione che, ancora oggi, come agli inizi, è nella voce di un Serpente incantatore, il grande Venditore, vende frutti dell’albero in cambio di adorazione. Venditore all’inizio, quando promise un posto da Dio, seggi da Dio, a chi avrebbe mangiato del frutto dell’albero: “Sarete come Dio”. Venditore il Serpente, non cambia pelle, quando a Gesù spudoratamente offrì “tutti i regni del mondo con la loro gloria” in cambio di adorazione: “Se prostrandoti” disse “mi adorerai”.
Razza di venditori suadenti che i credenti, se fossero tali, avrebbero il potere di smascherare solo che si chiedessero: “cercano la giustizia? cercano l’umiltà?”. E il re sarebbe nudo. Nudo su ogni terreno, non escluso quello dichiaratamente religioso.
Il regno, quello vero, quello di Dio, dove è espulsa ogni ombra di dominio, accade, secondo le parole del monte, ad opera di coloro che non si sentono padroni di niente e di nessuno, essi cercano giustizia, cercano umiltà.
Tu li guardi e ti si colorano gli occhi. Tu li guardi e respiri brezza di vento.
E ringrazi Gesù per il vento delle otto parole. Oggi lo ringrazio per quest’aria aperta e nuova che colora gli occhi di donne e uomini del nostro tempo. Che bello che ci siano. E che siano al di là di ogni steccato. Disegnano un mondo diverso. Che non è chissà dove. Non lo vedi se gli occhi sono a rincorrere il mito dell’eccellenza. Te ne accorgi se guardi nella piega della vita della gente. Allora ti innamori degli occhi, degli occhi delle donne e degli uomini delle beatitudini.

Perché il vangelo delle beatitudini non è innanzitutto una serie di norme. Disegna la bellezza di un progetto in costruzione, che qualcuno di noi chiama “regno di Dio”.
Che bello che, in un mondo di feriti ed esclusi, ci sia qualcuno che si china e lenisce.
Che bello che, in un mondo di prepotenze e arroganze, ci sia qualcuno che crede nella mitezza d’animo e di cuore.
Che bello che in un mondo di fame e ingiustizie ci sia qualcuno che ancora non ha cancellato la sete di giustizia.
Che bello che, in un mondo di durezze e spietatezze, ci sia qualcuno che ha il volto della tenerezza e della compassione.
Che bello che, in un mondo di corruzioni e intrighi, ci sia qualcuno integro e retto di cuore.
Che bello che in un mondo di guerre e di violenze, ci sia qualcuno testardo costruttore di ponti. Di comprensione, di rispetto e di pace.
Che bello che in un mondo di convenienze e opportunismi ci sia qualcuno disposto a pagare di persona per la difesa della verità e dell’altro.

Ora guardi. Forse anche tu respiri. Di che colore sono i tuoi occhi? 
Don Angelo Casati 

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