Uno splendido famoso testo dei Fratelli Karamazov, nel quale Dostoevskij ci offre una commovente descrizione della preghiera d’intercessione: lo staretz Zosima dice a un giovane, Alioscia: «Ragazzo, non scordare la preghiera […]. Rammenta poi di ripetere dentro di te, ogni giorno, anzi ogni volta che puoi: “Signore, abbi pietà di coloro che oggi sono comparsi dinanzi a te”. Poiché a ogni ora, a ogni istante, migliaia di uomini abbandonano la loro vita su questa Terra e le loro anime si presentano al cospetto del Signore; quanti di loro lasciano la Terra in solitudine, senza che lo si venga a sapere, perché nessuno li piange né sa neppure se abbiano vissuto. Ma ecco che forse, dall’estremo opposto della Terra, si leva allora la tua preghiera al Signore per l’anima di questo morente, benché tu non lo conosca affatto né lui abbia conosciuto te. Come si commuoverà la sua anima, quando comparirà timorosa davanti al Signore, nel sentire, in quell’istante, che vi è qualcuno che prega anche per lei, che sulla terra è rimasto un essere umano che ama pure lei. E lo sguardo di Dio sarà più benevolo verso entrambi, poiché se tu hai avuto pietà di quell’uomo, quanto più ne avrà Lui, che ha infinitamente più misericordia e più amore di te. Egli perdonerà grazie a te».
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