È proprio l'aspetto esemplare e quindi impegnativo delle strade percorse dal Maestro che ci indispone e non ci lascia comprendere la sua pasqua. Le cose sublimi si possono capire con l'intelletto: ma le cose dure a farsi, il cuore non vuol comprenderle. Più che l'incapacità della nostra mente, scontiamo la ripugnanza del nostro cuore, che spinge la volontà a serrare la porta, fino a parere insensata.
«O insensati e tardi di cuore a credere! Non sapevate che il Cristo soffrisse queste cose?»Il Signore sa che anche questa «stoltezza» è legata alla nostra condizione umana; una pigrizia che facilmente non si desta, così ogni volta che ci vedremo impegnati per il soffrire di un altro, saremo tentati di negare ogni senso al soffrire e ogni impegno alla pasqua.
Ma è proprio da questo soffrire non capito, da questo oscuro parlare, che veniamo «presi a opra» per il regno di Dio e portati ad assumerne gli impegni.
don Primo Mazzolari
Nessun commento:
Posta un commento