“lo trova e lo nasconde” (v. 44).
Il discepolo che trova le ricchezze del regno di Dio nella meditazione della Parola, non è solito dirle ai quattro venti. Le profondità della parola di Dio si gustano nell’intimo, si custodiscono e si considerano nel proprio cuore; ci si nutre di esse e si condividono con coloro che stanno scavando come noi. Il discepolo ha un fondamentale pudore, una disposizione di nascondimento, per cui fugge da tutto quello che lo espone, che lo mette sulla ribalta, e soprattutto non si serve della parola di Dio per farsi notare e per calarsi nel ruolo di maestro di sapienza. Sarà Dio a decidere quando il discepolo deve uscire dal suo nascondimento, per evangelizzare e per comunicare i risultati dei suoi scavi con umiltà e spirito di servizio, a dei destinatari che Dio stesso gli indica (cfr. Mt 10,5-6). (don Vincenzo Cuffaro)
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