Chi ha la sua vita propria, non può accogliere in sé la vita varia, la vita che lo circonda, se questa non trova risonanza in lui, se egli non la sente come la sua stessa vita... Le anime deboli e schiave, che non hanno un contenuto di vita loro proprio, che non hanno una meta propria, che vivono alla mercé dell'esterno, orientate verso il mondo, con gli occhi fissi a questo e non al loro fine, sanno la comoda via dell'adattamento. Ma chi ha il proprio ideale, indispensabile, irrinunziabile, morrà, ma, finché vivrà, non potrà adattarsi².
Antonia Pozzi
¹da una lettera a Remo Cantoni
19 giugno 1935
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