Giussani lo richiama: “Questo è l’importante per il mondo: impedire all’uomo di raggiungere la propria ferita, cioè di raggiungere sé stesso.” È una frase stupefacente: come può essere che raggiungere sé stessi coincida con il raggiungere la propria ferita? È perché l’io avviene sempre in un incontro, nell’urto e nella felicità di una continua emorragia di sangue ricevuto e donato.
L’incontro è ferita, perché l’apparire di qualcosa che risveglia il mio desiderio e nello stesso tempo sfugge al mio potere, qualcosa che allo stesso tempo mi esalta e mi umilia.
Fabrice Hadjadj, 28 agosto 2010, Meeting di Rimini
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