Ne La prigioniera a proposito delle riflessioni di un uomo che deve battersi a duello Proust scrive:
"Così ad esempio, proprio la mattina nella quale egli si deve battere a duello, in condizioni singolarmente pericolose, gli si rivela d'improvviso, nel momento in cui rischia di perderla, il valore di una vita della quale avrebbe potuto trar profitto per intraprendere un'opera, o almeno per gustare dei piaceri, ma di cui non ha saputo godere per nulla. "Ah! - egli si dice, - se mi salvassi, mi metterei subito al lavoro, senza perdere un attimo; e quanto mi divertirei anche!". La vita ha preso d'improvviso ai suoi occhi un valore nuovo, perche' nella vita egli mette tutto quanto sembra che possa dare, e non il poco che egli le fa fare di consueto. La contempla nella luce del suo desiderio, e non già quale l'esperienza gli ha insegnato che egli sapeva foggiarla: cioé, ben medicore! Essa si è riempita d'improvviso di lavori, di viaggi, di escursioni in montagna, di tutte le belle cose di cui egli si dice che lo priverebbe l'esito funesto di quel duello, senza pensare che ne era privo anche prima, per le sue cattive abitudini, che, anche senza quel duello, sarebbero continuate. Un'ora dopo, egli torna a casa, illeso; ma ritrova gli stessi ostacoli di prima ai piaceri, alle escursioni, ai viaggi, a tutto ciò di cui, per un istante, aveva temuto di essere privato per sempre dalla morte: a renderglieli impossibili basta la vita. Quanto al lavoro, dacchè le circostanze inconsuete non fanno che confermare quel che già preesiste in ciascuno di noi, l'attività nel laborioso e la pigrizia nell'infingardo, egli si dà vacanza". |
Sappiamo che Proust non inventa mai nulla, ed anche questo passaggio è una rielaborazione di una sua esperienza personale: egli stesso infatti, il 6 febbraio 1897 aveva sfidato e si era battuto (coraggiosamente, come riconobbero tutti i suoi amici e in particolare Reynaldo Hahn) a duello con il giornalista Jean Lorrain che, dalle colonne deLe Journal lo aveva accusato di omosessualità.
E ancora: quando, nell'agosto del 1922 nel corso di un'intervista a L'Intransigeant il giornalista gli chiede "E se stesse per venire la fine del mondo [...] cosa fareste?"Proust risponde così:
Credo che la vita ci parrebbe improvvisamente deliziosa, se fossimo minacciati dalla morte, come voi dite. Pensate, in effetti, a tutti i progetti di viaggi, di amori, di studi che la nostra vita contiene in soluzione, invisibili alla nostra pigrizia la quale, sicura dell'avvenire, li rimanda continuamente. |
Mah… tuttavia ci vuole qualche episodio per deciderci a convertirci… Siamo del resto tutti un po' romantici in questa cosa. Se non tutti possiamo cadere da cavallo perché non puo' funzionare un bel discorso!?
RispondiEliminaOk ok ok, Jobs non è un sant'uomo e non parlo solo del suo discorso, ma quante volte difronte ad un bel discorso o ad un evento emblematico almeno per un giorno abbiamo vissuto al massimo!?
Il cinismo poi diventa una scusa per non far la "fatica di sognare" …