L’assemblea a cui il Signore ci chiama, allora, è quella in cui la Chiesa si senta continuamente in cammino, sulle strade degli uomini. Una delle miserie e delle tragedie più grandi per la Chiesa sarebbe quella di smettere di sentirsi in cammino, di sentirsi già arrivata, di aver concluso il proprio percorso e la propria attività. Una Chiesa che smette di essere in cammino è una Chiesa atrofizzata, paralizzata. Una Chiesa che non si sente missionaria è una chiesa morta. Una Chiesa che guarda solo ai propri problemi, che si chiude nel proprio guscio, è una Chiesa che soffoca all’interno di una stanza dove non gira aria, perché si tengono chiuse le finestre sul mondo. Quanto più la Chiesa avrà il coraggio di aprirsi al mondo, tanto più avrà la forza di rinnovarsi e di rinascere, ogni giorno.
Ancora: questo banchetto festoso, questa assemblea a cui il Signore ci chiama non è una cosa preconfezionata da lui, che dobbiamo consumare così com’è. La sua realizzazione dipende anche dalla nostra presenza, e dal nostro impegno. Che senso avrebbe un banchetto di cibi succulenti e di grasse vivande senza la presenza dei commensali? Che senso ha la storia della salvezza senza la partecipazione dell’uomo all’opera di Dio? Che senso ha, in definitiva, sentirsi cristiani appartenenti a una Chiesa, se a questa appartenenza non facciamo pure corrispondere una presenza attiva, per quanto a ognuno è dato di fare? Dio non sa che farsene di un gruppo di persone alla cui assemblea, sia pur invitati esplicitamente, non vogliono partecipare. Alberto Brignoli
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