Se consideriamo lo stato attuale del mondo, tutta la vita ( come certamente il cristianesimo ci autorizza), dobbiamo dire dal punto di vista cristiano: l'umanità è malata!.
E se io fossi un medico e qualcuno mi chiedesse: "Che si può fare?" risponderei: "Il primo rimedio, la condizione indispensabile per poter fare qualcosa, quindi la prima cosa da fare é: procura silenzio, introduci il silenzio". Non si riesce più a sentire la parola di Dio: se la si annunzia con mezzi rumorosi, gridandola a squarciagola per coprire il chiasso, non sarà più la parola di Dio. Procura silenzio!. Promuovi il silenzio. (...)
E questo lo può la donna. All'uomo è necessaria una superiorità eccezionale per imporre, con la sua presenza, silenzio ai colleghi: invece qualsiasi donna lo può nel suo ambiente (...)Vuoi tu, donna esercitare il tuo potere? Permettimi che ti indichi il modo: impara il silenzio, imparalo da te! (...) Una cosa, la più importante mancherebbe se dimenticassi di ammobiliare la tua casa di silenzio.
Questo non è nulla di preciso, perchè il silenzio non consiste nel non parlare. No, il silenzio è come l'illuminazione tenue che avvolge una confortevole dimora, come l'affabilità di una stanza modesta: non se ne parla ma c'è ed esercita il suo benefico potere. Il silenzio è come un'atmosfera, l'atmosfera fondamentale in cui ci si immerge. Ma questo silenzio tu non lo puoi introdurre come quando chiami il tappezziere a metterti le tendine. L'ingresso del silenzio dipende dalla tua presenza, dal tuo modo di comportarti in casa (...)
Il silenzio che regna in una casa è la presenza familiare dell'eternità.
Però se tu, donna, devi portare il silenzio in casa, imparalo da te, tu stessa devi insegnarlo agli altri. Tu devi aver cura, trovare il tempo per te, per raccoglierti tu stessa, nell'impressione del sacro. Devi trovare tempo, anche se hai cosî tanto da fare (...)
Una donna che si specchia nello specchio della parola, diventa silenziosa! E se lo diventa, questa è forse l'espressione più forte per dire ch'ella non è un lettore o un uditore smemorato (...)
Tu lo sai bene: se colui che si è innamorato, è diventato loquace, benone!. Ma se si mette in silenzio, è più sicuro.
E se io fossi un medico e qualcuno mi chiedesse: "Che si può fare?" risponderei: "Il primo rimedio, la condizione indispensabile per poter fare qualcosa, quindi la prima cosa da fare é: procura silenzio, introduci il silenzio". Non si riesce più a sentire la parola di Dio: se la si annunzia con mezzi rumorosi, gridandola a squarciagola per coprire il chiasso, non sarà più la parola di Dio. Procura silenzio!. Promuovi il silenzio. (...)
E questo lo può la donna. All'uomo è necessaria una superiorità eccezionale per imporre, con la sua presenza, silenzio ai colleghi: invece qualsiasi donna lo può nel suo ambiente (...)Vuoi tu, donna esercitare il tuo potere? Permettimi che ti indichi il modo: impara il silenzio, imparalo da te! (...) Una cosa, la più importante mancherebbe se dimenticassi di ammobiliare la tua casa di silenzio.
Questo non è nulla di preciso, perchè il silenzio non consiste nel non parlare. No, il silenzio è come l'illuminazione tenue che avvolge una confortevole dimora, come l'affabilità di una stanza modesta: non se ne parla ma c'è ed esercita il suo benefico potere. Il silenzio è come un'atmosfera, l'atmosfera fondamentale in cui ci si immerge. Ma questo silenzio tu non lo puoi introdurre come quando chiami il tappezziere a metterti le tendine. L'ingresso del silenzio dipende dalla tua presenza, dal tuo modo di comportarti in casa (...)
Il silenzio che regna in una casa è la presenza familiare dell'eternità.
Però se tu, donna, devi portare il silenzio in casa, imparalo da te, tu stessa devi insegnarlo agli altri. Tu devi aver cura, trovare il tempo per te, per raccoglierti tu stessa, nell'impressione del sacro. Devi trovare tempo, anche se hai cosî tanto da fare (...)
Una donna che si specchia nello specchio della parola, diventa silenziosa! E se lo diventa, questa è forse l'espressione più forte per dire ch'ella non è un lettore o un uditore smemorato (...)
Tu lo sai bene: se colui che si è innamorato, è diventato loquace, benone!. Ma se si mette in silenzio, è più sicuro.
( da Sören Kierkegaard, Per l'esame di se stessi, in Opere a cura di Cornelio Fabro, Firenze, 1972)
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